F1 GP Singapore 2016: il Bello e il Brutto

F1 GP Singapore 2016: il Bello e il Brutto
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Andiamo a vedere chi si è distinto in positivo e chi in negativo nel gp vinto da Nico Rosberg
18 settembre 2016

IL BELLO

Kvyat. Per come ha duellato con Verstappen nella prima fase di gara, dimostrando che non è bollito e che con una macchina inferiore ci sa fare specie dopo che l’olandese lo ha sostituito alla Red Bull fregandogli il posto da titolare. Seconda fase in calo per via della macchina e di un taglio di curva in cui ha dovuto ridare le posizioni. Verstappen. Bello vederlo duellare con Kvyat e via radio dirgli “Dai uomo datti una mossa”. Niente ruotate niente manovre strane, sapesse anche partire Max sarebbe perfetto visto che dalle prime file le toppa tutte…

Raikkonen. Bello aggressivo come si deve e bel sorpasso su Hamilton, ottenuto in pista e con forza, mica con la strategia dei box che gli ha fatto perdere il podio. Anche se non sembra, lui è costante, magari lento ma costante. Almeno è una…costante. Vettel. Partire ultimo e arrivare quinto non è male dai, si poteva fare peggio, ma ci si dimentica che con una Ferrari, per quanto scalcagnata, si è sempre la terza forza del mondiale, per cui, visto che Verstappen ha fatto casino, se fosse arrivato anche sesto non avrebbe fatto che il suo dovere. Alonso. Come parte lui pochi lo fanno. Quando vede l’occasione per infilarsi davanti agli altri, non la perde. Quinto per parecchi giri, cala di posto per la sua McLaren non certo per la sua guida. Un poco alla volta risale e porta punti a casa. Un mastino.

The Flyer. E’ la ruota panoramica più grande al mondo, vederla diventare un orologio Rolex con un sapiente montaggio sorprende. Se riuscissero anche a fare i montaggi mandando in lotta i piloti come se fosse vero, allora la regia sarebbe perfetta. Singapore. Il posto si presta, i soldi li hanno, ma al di là della gara che è strepitosa come un corso di colonscopia applicata, sanno come fare contorno e creare l’evento con concerti, sfilate, modelle e cantanti oltre a sportivi di vario genere. Non è la F.1 quello che conta, ma l’esserci e farsi vedere.

IL BRUTTO

Ferrari. Mandare Vettel in pista con un pezzo rotto della sospensione, dirgli di tirare e di stare in pista è grave, anche se il cedimento fosse stato leggero, uno che va a 330 all’ora in mezzo ai muri deve contare su quello che guida, non scoprirlo a ruote alzate…

Haas. Disastro Grosjean, che non fidandosi della macchina manco è partito, Gutierrez fuori dai punti per poco, dopo un inizio baldanzoso si perdono per strada negli sviluppi. La dura vita dei debuttanti. Bottas. Bel modo di festeggiare il matrimonio, fa problemi tecnici, cinture che si slacciano, macchina che non va a spingerla, pit stop a rischio investimento meccanici, forse è meglio se se ne va con la signora a Sentosa al parco divertimenti in zona e si scarica la tensione. Commissari. Un disastro con una Ferrari Challenge a fuoco, un disastro vedere che al via dopo la safety car c’era uno che correva disperato verso la postazione mentre arrivava il gruppo compatto. E’ andata bene ma già in condizioni normali si rischia, non è il caso di esagerare. In compenso Bolt voleva sapere chi fosse il marshal perché pare abbia segnato il nuovo record mondiale dei 100 metri…

Ocon. Gambe da trampoliere, fisico asciutto, mingherlino, come fa a guidare la F.1 non si sa. Mercedes confida su di lui, la stampa lo appoggia ma poi in pista Wehrlein fa sempre meglio…

Psichiatra. Verstappen ha detto che lui ci va se ci va anche Lauda, Lauda ha detto che possono andare insieme ma poi, pensandoci bene, ha detto il Niki che con tutti quelli che girano in F.1 si fa prima a trovarne uno normale che uno da mandare in analisi. Il gentile dottore in questione ringrazia e sta allargando lo studio perché la fila di quelli anormali in F.1 è piuttosto lunga…A cominciare da chi scrive queste note

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