F1, Gp Singapore 2015: la gara più dura dell'anno per i piloti

F1, Gp Singapore 2015: la gara più dura dell'anno per i piloti
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Trazione, freni e grip meccanico degli pneumatici: questa la ricetta per la competitività a Singapore, dove i piloti vengono stremati dal caldo asfissiante e dall'altissima umidità di Marina Bay
19 settembre 2015

I piloti del Circus della Formula 1 si apprestano a vivere una delle gare fisicamente e mentalmente più impegnative di tutto il calendario mondiale, il Gran Premio di Singapore. Le altissime temperature e l’elevato grado di umidità che caratterizzano l’area del circuito cittadino di Marina Bay mettono infatti a dura prova la resistenza dei piloti, che perdono molti chilogrammi di peso durante la gara. L’umidità, peraltro, non è un problema solo per i piloti: riduce infatti anche la potenza della power unit, che in ogni caso su un circuito lento e ricco di curve come questo svolge un ruolo meno importante.

 

Un'altra criticità per i piloti è rappresentata dalla durata della corsa. Quello di Singapore è uno dei Gran Premi più lunghi dell’anno: la pista di Marina Bay presenta una velocità media di percorrenza piuttosto bassa, conseguenza diretta della configurazione del tracciato. Singapore - a differenza del GP di Montecarlo, in cui il numero di giri è calibrato in base alla lentezza di percorrenza della pista - rispetta i 305 chilometri di distanza percorsa del resto delle gare. Per questo motivo, la corsa non è mai stata completata in meno di un’ora e 56 minuti nella sua storia.

 

Un buon bilanciamento della monoposto è fondamentale per affrontare la vasta gamma di curve di cui consta il circuito. Sono 23 i cambi di direzione in un giro a Singapore: si tratta del numero più alto del mondiale. Anche questo rappresenta una sfida per i piloti, che non possono mai abbassare la guardia.

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Daniel Ricciardo al volante della sua RB11, dotata di pneumatici P Zero Yellow Soft, la mescola più indicata per Singapore

Fondamentali trazione e grip meccanico

Singapore è una pista ad alto carico aerodinamico. Fondamentale è la trazione, per riuscire a sfruttare al meglio i cordoli e affrontare le curve a medio-bassa velocità, garantendo una buona rapidità in particolare in uscita di curva, ottenibile aumentando la coppia.

 

Anche le condizioni dell’asfalto sono peculiari: trattandosi di un circuito cittadino, è caratterizzato da asperità che possono infastidire i piloti alla guida e aumentare il degrado degli pneumatici. Ad inizio weekend, sono tipici problemi di sottosterzo, mentre, all’aumento della gommatura della pista, si inasprisce il degrado. Lo pneumatico più sollecitato è quello posteriore sinistro.

 

Per questo appuntamento del mondiale di Formula 1, Pirelli ha scelto le due mescole più morbide della gamma pensata per la categoria, le P Zero Yellow Soft e le P Zero Red Supersoft. Questi due compound sono ideali per garantire il grip meccanico necessario per garantire trazione, specie in uscita di curva.

 

Il grado di precisione dello pneumatico su una pista come questa deve essere altissimo. La differenza prestazionale tra le due mescole è molto elevata: ammonta infatti a due secondi. Il compound ideale per affrontare l’insolita evoluzione delle temperature in pista dovuta alla gara in notturna è il P Zero Yellow Soft.

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Il circuito di Marina Bay mette a dura prova uno dei pochi punti deboli della W06 Hybrid, i freni

Bioritmo e freni alla prova

I piloti a Singapore vivono rispettando un fuso orario europeo, visto che la gara si svolge alle 14.00 italiane: anche questo rappresenta una criticità per i piloti, che si svegliano nel pomeriggio e lavorano durante la notte.

 

Altri protagonisti di questa gara sono i freni, decisamente sollecitati: le numerose curve e la bassa velocità media della pista non permettono ai freni di “riposare” durante il giro, esacerbando il problema del surriscaldamento degli stessi. Sarà sicuramente questa una delle preoccupazioni della corazzata Mercedes: i freni, infatti, sono l’unico vero punto debole della W06 Hybrid.

 

Trattandosi di un circuito cittadino, i margini di errore per il pilota sono decisamente esigui: non stupisce, dunque, che la Safety Car sia sempre entrata in pista nelle sette edizioni del GP di Singapore disputate sinora.

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Sebastian Vettel, con tre vittorie all'attivo, è il pilota ad aver colto il maggior numero di successi a Singapore

Le edizioni passate

La gara inaugurale di Singapore, nel 2008, è stata la prima della storia della categoria in notturna, ma è stato proprio un incidente – frutto di un errore voluto – ad aver fatto entrare nella storia il debutto di Singapore in Formula 1: Nelson Piquet Junior finì a muro, permettendo al compagno di squadra Fernando Alonso di vincere la gara al volante della sua Renault R28.

 

L’anno successivo, Piquet, che nel frattempo era stato silurato da Renault, accusò il team di averlo fatto sbattere a muro deliberatamente per permettere ad Alonso di cogliere la vittoria, all’insaputa dell’asturiano. Il resto del cosiddetto Crashgate è storia. 

 

Finora sono stati tre i piloti a cogliere una vittoria a Singapore: Sebastian Vettel ha prevalso sulla concorrenza per tre volte consecutive dal 2011 al 2013 su Red Bull, mentre Lewis Hamilton (2009, su McLaren, e 2014, su Mercedes) e Fernando Alonso (2008, su Renault, e 2010, su Ferrari) sono saliti sul gradino più alto del podio in due occasioni. Hamilton è però il pilota ad aver ottenuto il maggior numero di pole position, tre.

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Vincendo a Singapore, Lewis Hamilton raggiungerebbe il suo idolo, Ayrton Senna, nella classifica dei piloti di maggior successo di tutti i tempi

Hamilton nel segno di Senna

Hamilton, peraltro, a Singapore ha la possibilità di eguagliare il numero di vittorie – 41 - colte in carriera dal suo mito di sempre, Ayrton Senna. Qualora riuscisse nell’impresa, la centrerebbe nello stesso numero di gare disputate nella carriera in cui lo fece Senna, 161. Si tratterebbe di un parallelo significativo per l’anglocaraibico, grande fan del compianto pilota brasiliano.

 

C'è un record a portata di mano anche per la Mercedes, che qui potrebbe eguagliare quello relativo al maggior numero di pole position consecutive ottenute da un team. Questo primato è al momento detenuto dalla Williams, che ne totalizzò ben 24 tra il 1992 ed il 1993. 

 

Da segnalare, inoltre, un cambio di pilota in casa Manor: fuori lo spagnolo Roberto Merhi, dentro lo statunitense Alexander Rossi, che guiderà la M03 in cinque delle ultime sette gare di questa stagione 2015. Rossi, 24 anni il prossimo 25 settembre, è attualmente secondo in classifica in GP2.

 

Due sono le vittorie conquistate dall'ex test driver della Caterham in GP2 quest'anno, nella sprint race in Belgio e nella feature race in Italia. Il nuovo alfiere della Manor è stato protagonista di quello che, con poca fantasia, si potrebbe definire un esordio col botto da pilota titolare in Formula 1: Rossi, infatti, è finito a muro durante le FP1. 

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Lo skyline mozzafiato di Singapore farà da contorno alle gesta dei piloti in pista

Il responso del venerdì

Le prove libere di ieri hanno offerto un quadro diverso rispetto al solito: la Mercedes, infatti, è apparsa in difficoltà, non mostrando la superiorità sulla concorrenza di cui di solito gode sin dal venerdì. Se Rosberg ed Hamilton hanno concluso le FP1 in prima e seconda posizione, rispettivamente, è andata peggio nelle FP2, in cui Hamilton ha colto il quarto tempo di sessione, mentre Rosberg ha fatto registrare solo il settimo crono in classifica.

 

La Red Bull è apparsa molto competitiva su un circuito ad alto carico aerodinamico su cui storicamente ha sempre ben figurato e che ben si sposa con le caratteristiche della RB11, specie dopo l'upgrade apportato alla monoposto a Silverstone. Il fatto, poi, che il propulsore conti decisamente meno del solito a Singapore gioca a favore della scuderia di Milton Keynes, alle prese con la tribolata power unit Renault.

 

A livello di giro secco, la prestazione migliore di giornata è stata quella fatta registrare nelle FP2 da Daniil Kvyat, ma bisogna pur sempre tenere conto del fatto che Hamilton ha commesso un errore nel suo primo giro lanciato con le P Zero Red Supersoft, e ha ottenuto il suo tempo alla seconda tornata, quindi non al picco di efficienza degli pneumatici.

 

Nei long run, è stata ancora la Red Bull a prevalere, e anche la Ferrari ha ben figurato. Le qualifiche, già di per sé importanti a Singapore, lo saranno ancora di più oggi: vista la capacità della Mercedes di limare qualche decimo il sabato pomeriggio, è difficile pensare che la pole position non finisca nelle mani di uno dei due alfieri della scuderia di Brackley. In gara, però, anche approfittando di una buona partenza, Red Bull e Ferrari sembrano avere le potenzialità per dare del filo da torcere alla Mercedes. 

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