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SILVERSTONE - Che poi, a ben guardare, 79 millesimi sono davvero poca cosa. Charles Leclerc dice che più di così la sua Ferrari non poteva fare però omette di dire che contro le due Mercedes di Bottas ed Hamilton, quest'ultimo staccato appena di 6 millesimi sulla pista di casa, trovarsi ad appena un battito di ciglia equivale a una mezza vittoria. Certo, c'è la gara, la partenza, come visto l'anno scorso, e il consumo delle gomme. Ma vedere una Ferrari rassegnata alla vigilia e poi in qualifica essere lì a un soffio dalle frecce d'argento, beh fa piacere. E fa venire strane idee per la gara oltre il prosieguo del campionato.
E' una Ferrari dai piccoli passi, ma costanti. Di un recupero di quel bandolo della matassa che a febbraio sembrava risolto e che poi si è ingarbugliato col prosieguo delle gare. Le Mercedes, per contro, sono l'unica certezza finora. Si sa che ad ogni pista hanno quel qualcosa in più. Sotto certi aspetti Silverstone ricorda Barcellona, ovvero è una pista completa e se vai bene lì vai bene dappertutto. Ecco, che la Mercedes stesse davanti ci può stare, che la Ferrari fosse ad appena 79 millesimi no. E' questo il succo di un sabato di qualifica che fa pensare. E bene.
Perché se è vero che Vettel è andato in crisi e scatta dalla terza fila, è anche vero che il tedesco sa che quella macchina che ha in mano può dare di più. Non è come in passato, quando stava davanti al compagno di squadra e pensava di aver fatto tutto il possibile. Oggi c'è lo stimolo, quel limite spostato in avanti che permette di guardarsi allo specchio, mettersi in discussione e cercare quel qualcosa che manca per tirarlo fuori dalla macchina. E la cosa fa solo bene. Ad entrambi i piloti, perché avere lo stimolo serve, guardate Bottas con Hamilton, e quando due si punzecchiano, le prestazioni migliorano. Per questo non è negativo vedere Vettel indietro e non è un male vedere Bottas davanti, perché sono stimoli per trovare nuovi spunti, nuove sfide e alzare l'asticella.
Reclute contro veterani, un po' il filo conduttore di questa F.1
Un po' come succede a Gasly, che seppure parta dietro a Verstappen, però è lì vicino. Insomma, le Red Bull ci sono e col passo gara saranno da seguire con attenzione anche stavolta. Di certo Silverstone è una di quelle piste dove se non hai il manico non vai. E su questo principio vedere Albon, Toro Rosso, nei primi 10, fa capire come il thailandese non sia solo un ricco possidente asiatico ma uno che ha le idee chiare su cosa fare in macchina. E fa sorridere anche Giovinazzi. La sua Alfa non è andata oltre l'undicesimo posto, per pochi millesimi dai rivali, ma è ancora davanti a Raikkonen. Non è la prima volta che accade, anzi dal Canada sta succedendo spesso, e questo fa capire come anche l'italiano, nuova leva della F.1, stia prendendo le misure e possa darci dentro. Reclute contro veterani, un po' il filo conduttore di questa F.1 le cui sfide sono solo interne allo stesso team e poco contro i rivali. Intanto godiamoci questo, per il resto speriamo...