Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Se la F.1 fosse un ristorante stellato, avrebbe già chiuso da tempo perché il menù è sempre lo stesso e il sapore non cambia. Lo dimostra Lewis Hamilton che con la Mercedes ottiene l'ennesima pole position senza rivali in grado di impensierirlo e chi sperava che la Ferrari ci mettesse del peperoncino, la dose è stata eccessiva visto che Vettel ha sfasciato la sua rossa contro le protezioni e per un soffio Leclerc non lo ha centrato in Q2, ma di fatto entrambi i piloti sono stati eliminati dalla fase finale delle qualifiche e hanno dovuto vedere i colleghi in azione dai monitor TV. Un GP di Russia che parte nel segno della Mercedes con Bottas che può recriminare per un errore e una mancanza di lucidità proprio nel momento in cui il compagno di team ha mostrato freddezza e sangue freddo.
E' successo tutto nel Q2, quando prima hanno tolto il miglior tempo ad Hamilton perché ha messo quattro gomme oltre le limitazioni della pista, poi l'uscita di Vettel e la sospensione delle prove con bandiera rossa, hanno creato le premesse per il secondo casus belli. Ovvero, mancando 2,15 minuti alla fine e calcolando il tempo di ingresso in pista e il giro di lancio, Hamilton ha tagliato una chicane passando a meno di un secondo dalla bandiera a scacchi, riuscendo a fare poi il tempo per passare il turno e presentarsi in Q3. Da qui le polemiche e una norma non scritta che qualcuno pretende sia stata infranta. Finora si infrangevano le norme scritte, quelle non scritte e quindi non esistenti, non erano ancora state infrante. Ma i detrattori di Hamilton hanno scovato una perla giuridica che pone interrogativi sul come alcuni valutano le prestazioni del pilota inglese.
Fatto sta che mentre nel momento topico uno non sbaglia, Hamilton, gli altri arrancano. E va dato atto a Max Verstappen di aver fatto un giro perfetto che gli è valso il secondo posto a cinque decimi da Hamilton ma davanti all'altra Mercedes di Bottas. Che in termini pratici vuol dire davvero tanto sull'impegno del pilota olandese. Tornando invece alla Ferrari, l'espressione, seppure mascherata, di Mattia Binotto sul muretto box al vedere l'ennesima rossa sfasciata, fa capire la delusione e i problemi che la Ferrari sta affrontando. Già non va, già è in ritardo e ora c'è ancora del lavoro da fare rimettendo insieme dei pezzi portati con fatica e di corsa in Russia. Purtroppo a Vettel non si può impuntare altro che il volerci provare. E quando sei al limite, può capitare di esagerare. Il cordolo traditore lo ha spedito contro le protezioni, ma è segno che stava tirando al massimo. E questo merita rispetto.