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La Mercedes a Sochi ha colto una doppietta decisamente inaspettata alla vigilia: il fattore scatenante di questo successo, ironia della sorte, è stato il ritiro di Sebastian Vettel. Il pilota della Ferrari ha accusato la rottura della MGU-K sulla sua SF90 ed è stato costretto a fermarsi a bordo pista immediatamente non solo per salvaguardare la propria sicurezza, ma anche per evitare di peggiorare i danni.
Il regime di Virtual Safety Car per consentire la rimozione della vettura di Vettel ha favorito Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, che sono rientrati ai box per effettuare la propria sosta; Hamilton è balzato al comando, beffando l'altro ferrarista, Leclerc, ritrovatosi alle spalle dell'inglese. Leclerc ha tentato la carta delle soft fresche per cercare l'assalto ad Hamilton, ma, una volta riguadagnata la pista alle spalle di Bottas, non è riuscito ad aver ragione del finlandese, concludendo in terza posizione.
Charles Leclerc, scattato dalla pole position, aveva dato la scia a Vettel in partenza, e questi lo aveva sopravanzato. Dopo pochi giri è iniziato un valzer di team radio, con il muretto della Ferrari che chiedeva a Vettel di far passare Leclerc, Vettel che non ne voleva sapere e Leclerc infastidito. La vicinanza di Hamilton alle spalle dei due ferraristi ha indotto la Ferrari a mantenere invariate le posizioni fino al pit stop, quando Leclerc, fermatosi prima, ha ripreso la testa della corsa. Rapporti compromessi tra i due?
Da segnalare la bella gara di Alexander Albon, capace di rimontare fino alla quinta posizione; convincono anche i piloti della McLaren, Carlos Sainz e Lando Norris, e Kevin Magnussen, a punti con la Haas. Giornata no per la Alfa, con l'erroraccio di Kimi Raikkonen in partenza e la strategia infelice che ha penalizzato Antonio Giovinazzi.
Parliamo di questo e molto altro con il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, nell'ultima puntata di DopoGP F1.