F1, GP Russia 2018: Ferrari assente dalla lotta per la vittoria

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Al netto degli ordini di scuderia della Mercedes, c'è un dato di fatto: la Ferrari è stata assente dalla lotta per la vittoria. Ecco perché
30 settembre 2018

SOCHI - A voler cercare il pelo nell'uovo, la vittoria di Lewis Hamilton davanti al compagno di squadra Valtteri Bottas apre la porta a una polemica sulla sportività o meno della Mercedes, ma non sposta il dito dal vero problema emerso in questa gara: ovvero l'assenza della Ferrari dalla lotta per la vittoria. Se la Mercedes ha deciso di giocare duro, imponendo ordini di squadra, è una scelta che dal punto di vista concreto rafforza la classifica di Hamilton e non sposta di una virgola la classifica costruttori. Ovvero, serve essere pragmatici e alla Mercedes lo sono stati.

Che piaccia a meno. I 50 punti di vantaggio che Hamilton ha su Vettel, che non è andato oltre il terzo posto, a cinque gare dalla fine sono una pesante ipoteca sul mondiale proprio nel momento in cui la Ferrari appare in affanno. Perché in Russia la rossa non c'era proprio, anche se è arrivata a pochi secondi dalle Mercedes, quando c'era da dare la zampata finale, non c'era verso per farcela. Eppure la strategia con il rientro ai box di Vettel, è stato perfetto, al punto che ai box il tedesco ha sorpassato Hamilton, in quel momento secondo dietro a Bottas.

Ma quello che si è perso nei box, l'inglese lo ha ripreso in pista con un sorpasso cattivo e millimetrico, anche se la chiusura di Vettel non è stata per niente tenera. Insomma, se le sono suonate dal vivo ed è stato un bene. A questo punto Mercedes ha preso la decisione di sacrificare Bottas, mettendolo dietro ad Hamilton e controllando la corsa in caso di recupero della Ferrari. Che non c'è stato. Perché va chiarito questo punto: Bottas non ha rallentato Vettel, il tedesco non aveva proprio il ritmo per stare dietro alle Mercedes e tentare un attacco, ci era riuscito con la strategia dei box, ma non certo per le qualità della vettura.

Dimenticarsi poi di Raikkonen, inesistente e inutile in un eventuale gioco di squadra contro le frecce d'argento, per cui verrebbe la tentazione, a questo punto, di fare subito lo scambio con Leclerc e vedere cosa succede...Per quanto riguarda i puristi della F.1, quelli del "una volta era meglio di oggi" inutile ricordare che la stessa Ferrari in passato ha dato ordini ai propri piloti, lo fece Todt, ma anche Domenicali e anche lo stesso Arrivabene in tempi recenti. Fa parte del gioco e chi se lo può permettere, lo fa. Sarà crudo e duro da digerire, magari farà da alibi a chi vede la Mercedes come il marcio assoluto, ma resta la realtà che la Ferrari ha perso la gara perché non era al livello dei rivali, che i punti di distacco sono tanti ma sono molti di più quelli sprecati per errori di piloti e gestione team.

Se si vince e si perde tutti insieme, la Mercedes lo sta dimostrando col gioco di squadra e quindi silenzio e rispetto. Se poi vogliamo andare a fondo, questa Mercedes ricorda la Ferrari dei tempi di Schumacher

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Se si vince e si perde tutti insieme, la Mercedes lo sta dimostrando col gioco di squadra e quindi silenzio e rispetto. Se poi vogliamo andare a fondo, questa Mercedes ricorda la Ferrari dei tempi di Schumacher. Un fuoriclasse in squadra, Michael, un manager duro al muretto, Todt. Oggi abbiamo Hamilton e Wolff, altra epoca, ma stessa sostanza. E a quanto pare stessi metodi e risultati. Il resto chiacchiere da bar buone per nascondere la realtà e per depistare sul perché di certe sconfitte.

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