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Certo che aspettare quasi nove anni prima di rivedere due Ferrari in prima fila, la dice lunga su cosa sia successo in F.1 negli ultimi due lustri. Al di là della pole di Vettel davanti a Raikkonen ad appena 59 millesimi, il fatto da evidenziare è che la Rossa ha ritrovato un passo che mancava da tempo.
Dagli anni d'oro di Schumacher, per intenderci, che dal 2000 al 2008 ha permesso di vincere sia titoli piloti sia costruttori. Perché anche se Michael aveva smesso nel 2006, gli anni successivi e il mondiale di Kimi nel 2007 e il costruttori l'anno seguente, erano solo la scia di quel progetto vincente.
Ora sembra di essere tornati all'antico, perché con le nuove regole finora la Ferrari ha dimostrato di aver trovato il bilanciamento giusto e, inoltre, è riuscita a migliorare di gara in gara portando modifiche che funzionano. Cosa che non si può dire per la Mercedes che gara dopo gara annaspa e sembra aver perso il filo giusto.
Quando vinci perché hai indovinato la macchina come è accaduto ai tedeschi dal 2014 in poi, ogni modifica porta un miglioramento perché hai una base buona, quando questa base (seppure buona ma non imbattibile) deve essere smossa, si rischia di sbagliare qualcosa e rovinare quel bilanciamento ottenuto a monte. Ed ecco che per incanto la Ferrari va, la Mercedes no. E visto che siamo all'inizio di un nuovo regolamento tecnico, le premesse per un paio d'anni, se non di più, di successi, ci sono tutte.
Infatti se la Ferrari ha indovinato il pacchetto aerodinamico e il bilanciamento meccanico, gli altri dovranno correrle dietro, ma modificare a campionato in corso una vettura con i pochi test a disposizione, è impresa ardua, lo ha dimostrato la stessa Ferrari tempo fa. Se a Sochi Vettel e Raikkonen hanno piegato le Mercedes e il loro bottone magico primeggiando nel T3, ovvero il settore dove da sempre erano in crisi, vuol dire che hanno capito e trovato la soluzione giusta. Che sia il passo corto (e su questi settori di pista di sicuro lo è) il motore più potente, una macchina facile da guidare, tutto insieme ridanno fiducia al pilota che ritrova i ritmi e le sensazioni del passato.
Se a Sochi Vettel e Raikkonen hanno piegato le Mercedes e il loro bottone magico primeggiando nel T3, ovvero il settore dove da sempre erano in crisi, vuol dire che hanno capito e trovato la soluzione giusta
E' un circolo vizioso in cui il miglioramento di un fattore contribuisce al miglioramento dell'altro, della fiducia ritrovata nel team a quella del pilota. Per contro, dopo anni di vittorie arrivano le prime sconfitte. Ecco, in questo momento per la Mercedes il problema maggiore non è solo recuperare terreno (se hanno capito dove mettere le mani dovranno comunque aspettare del tempo per farlo e nel frattempo, gioco di parole, la rossa può allungare e andarsene) ma riadattare la mente alla nuova situazione. Perché se è facile adeguarsi quando vinci, il problema vero è riprendere dopo una sconfitta. La Mercedes ha la mentalità per riprendersi dopo le batoste che ora, anche in qualifica, le danno i rivali di Maranello?