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SOCHI – Da quarto a quinto non è che cambiasse molto. Cambia però se poi i commissari ti ritengono responsabile dell’incidente alla curva 4 nell’ultimo giro in cui hai messo fuori uso Bottas che fino a quel momento era terzo. E da quinto finisci ottavo con i 30 secondi di penalizzazione che gli hanno inflitto.
Il finale di gara per Raikkonen non è stato dei più esaltanti e un po’ dispiace perché nel vederlo arrancare nell’ultimo giro, con la Ferrari che faceva scintille dappertutto a causa della sospensione anteriore rotta che toccava terra, faceva ricordare gli eroi del passato, tipo Gilles Villeneuve, che cercavano in ogni modo di portare in fondo la macchina. Kimi ci è riuscito, ha concluso al quinto posto dietro a Massa, purtroppo (per lui) l’ha combinata grossa.
Il regolamento parla chiaro: puoi passare l’avversario se hai mezza macchina all’interno della fiancata o almeno la ruota anteriore. Con Bottas, invece, Kimi è arrivato alla disperata, ha bloccato le gomme in frenata e ha centrato in pieno la gomma posteriore destra della Williams con l’anteriore sinistra della Ferrari: “Quando ho deciso di passarlo in quel punto – dice Raikkonen – non potevo tirarmi indietro, pensavo mi avesse visto invece no”.
Replica gelida di Bottas: “Non avevo davanti nessuno, era tutto libero quando sono stato colpito dietro da qualcosa”. Il qualcosa era la Ferrari di Raikkonen e con questo, Bottas a muro con un podio svanito a pochi chilometri dalla fine, e una Ferrari che poteva fare l’impresa finita a pezzi e retrocessa in classifica.
Succede, non è la prima volta non sarà l’ultima: “Per me è stato un incidente di gara” dirà Maurizio Arrivabene dopo la gara. Infatti, l’incidente è avvenuto in gara, mica in prova o al parcheggio, per cui la sua tesi non fa una grinza.
Quello che dispiace è che con una Mercedes (Rosberg) che si rompe in malo modo e con Hamilton in crisi con l’ala posteriore bloccata nel DRS, se la Ferrari fosse stata più vicina poteva tentare il colpaccio. E a nulla è servito l’avvio di Raikkonen che nei primi giri era terzo, poi ha ceduto a Bottas, infine ha ostacolato il compagno Vettel per un paio di giri prima di capire che la frittata non sarebbe servita a nessuno (con Sebastian che si è inventato uno spazio in pieno rettilineo fra il muro e Kimi).
“Le regole di ingaggio dei nostri piloti sono chiare – ha detto il PR Alberto Antonini – sono liberi di darsi battaglia rispettandosi”. E mentre lo diceva il naso, allungandosi, ha bucato i teleschermi. Probabile che Kimi Iceman, l’uomo di ghiaccio, non sia più tanto di ghiaccio.
La paternità, l’età che avanza, il fatto di mettere i soldi davanti a tutto, gli hanno fatto perdere lo smalto che lo ha fatto vincere un mondiale e a farlo considerare uno dei piloti più veloci di tutti i tempi. Qualcosa si è rotto dentro di lui, Kimi lo sa e prova a rimediare, ma combina disastri.
Mentre Vettel non sbaglia un colpo e porta a casa il massimo dalle circostanze, Raikkonen o sbaglia la qualifica, o sbaglia la partenza, o sbaglia il sorpasso decisivo.
Mentre Vettel non sbaglia un colpo e porta a casa il massimo dalle circostanze, Raikkonen o sbaglia la qualifica, o sbaglia la partenza, o sbaglia il sorpasso decisivo
Questi sono dati di fatto che anche i tifosi di Raikkonen non possono negare. Ma a Maranello va bene così, lo hanno confermato per mancanza di prove (cioè han deciso meglio lui, su suggerimento di Vettel, che un altro più veloce ma scomodo) e lo hanno pure pagato.
Ora se lo tengono sperando che quel che resta di un grande campione possa dare uno sprazzo e far vedere che ne valeva la pena. Perché se Kimi continua a sbagliare, come sta facendo da due anni a questa parte, in fondo la colpa non è sua. Ma di chi lo ha confermato ancora a Maranello.