F1, Gp Russia 2015: Questione di stile. Che alcuni hanno perso

F1, Gp Russia 2015: Questione di stile. Che alcuni hanno perso
Pubblicità
Fernando Alonso tocca quota 250 Gran Premi in Formula 1, e scattano i festeggiamenti. Spicca, però, l'assenza di alcuni piloti, tra cui quelli della Ferrari... | <i>P.Ciccarone, Sochi</i>
10 ottobre 2015

Era la fine del 1983 e la Ferrari licenziò senza preavviso Patrick Tambay, non prima di averlo accompagnato alla porta della Renault con una sorta di raccomandazione firmata Philip Morris (leggi Marlboro che pagava i piloti della rossa). Gianni Cancellieri, direttore di Autosprint, fece un editoriale dal titolo “una questione di stile” in cui criticava il modo in cui la Ferrari aveva gestito la cosa.

 

Siccome all’epoca i rapporti fra Enzo Ferrari e l’editore di Autosprint erano molto forti, Gianni Cancellieri dovette dare le dimissioni in quanto persona non gradita. Cancellieri è un signore, un vero giornalista di spessore e piuttosto che accettare prebende, ringraziò, salutò tutti e se ne andò: “Siccome io non posso licenziare l’editore e lui può licenziare me ma non vuole, allora me ne vado io così li lascio tutti d’accordo”.

 

Sono passati i decenni e lo stile a Maranello pare essere rimasto ancora quello. O fai come piace a me, o finisci nella lista degli sgraditi. Per i giornalisti vuol dire l’elenco dei cattivi, premi “alla cazzata dell’anno” magari scritta da altri, o pissi pissi bao bao che ti chiudono le porte lavorative.

 

A chi come Fernando Alonso ha dedicato 5 anni della sua carriera e ha vinto (e perso) insieme alla rossa, mandare i due piloti o qualcuno del team a celebrare i suoi 250 GP e 32 vittorie (di cui le ultime con la Ferrari) sarebbe stato un bel gesto in una giornata vuota come quella di Sochi.

 

Si vede che le ferite del rapporto sono ancora aperte, si vede che il processo di santificazione del tedesco è ancora in corso e quindi tutto il male da una parte (Alonso) e tutto il bene dall’altra (Vettel) fatto sta che a una celebrazione, un modo per rispettare uno dei più grandi campioni presenti in F.1 da qualche decennio a questa parte, sono mancati loro, i rossi, ma anche i grigi (Hamilton e Rosberg) e Maldonado. Quest’ultimo è un ca****o di suo per cui è facile che se ne sia anche dimenticato, gli altri no.

 

Hamilton si è scontrato con Alonso, ha ricevuto parole di stima e incoraggiamento. Rosberg, boh. Starà cercando se stesso. E in quanto a Vettel si sa che i rapporti fra i due non sono mai stati buoni, d’altronde fra campioni è difficile trovarne di amici. E per Raikkonen, lasciamo perdere.

A chi come Fernando Alonso ha dedicato 5 anni della sua carriera e ha vinto (e perso) insieme alla rossa, mandare i due piloti o qualcuno del team a celebrare i suoi 250 GP e 32 vittorie (di cui le ultime con la Ferrari) sarebbe stato un bel gesto

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

 

La simpatia si conquista sul campo, i meriti della Ferrari non si discutono, così come quello che ha saputo fare recuperando il terreno perso negli ultimi anni e così come stanno ricostruendo un gruppo d’assalto. Un piccolo gesto pubblico (in privato i ragazzi  della rossa con Alonso ci ridono e scherzano ancora quando si incontrano) un segnale che si deve guardare al domani, sarebbe stato bello.

 

Una questione di stile, che questa F.1 ha perso per strada, così come i rapporti umani fra i piloti, la stampa e gli addetti ai lavori. Alzi la mano, fra chi opera in F.1, che negli ultimi anni sia andato a cena con un pilota o a trovarlo a casa sua. Ne conosciamo al massimo un paio, per questioni diverse e contingenti, il resto si affida ai comunicati stampa…

Pubblicità