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SOCHI – Se hai una macchina con 5 mila pezzi messi insieme che devono funzionare al massimo, è normale che prima o poi qualcosa si rompa. Fa parte del gioco, peccato che il pezzo capiti spesso a Nico Rosberg, che due settimane dopo il Giappone, ha visto svanire in pochi giri la pole del sabato.
E così a vincere è stato ancora una volta Hamilton, ma anche lui ha avuto problemi con un pezzo, l’ala posteriore, che per precauzione dai box han consigliato di non usare il DRS. Alla fine cambia poco, perché come dice Rosberg “questa è stata sfiga” e quando un pilota comincia ad usare questo termine per giustificare il risultato, vuol dire che siamo al capolinea.
Hamilton non ha avuto rivali, Vettel con la Ferrari, partito quarto, è riuscito a risalire fino al secondo posto e in classifica generale a scavalcare Rosberg. Visto che questi usa la Mercedes campione del mondo e Vettel una Ferrari che paga almeno mezzo secondo al giro, il risultato ha dell’incredibile. Vuol dire che i grigi ne sbagliano una ogni tanto, i rossi no.
La speranza che duri fino in fondo, ma intanto l’impresa è fatta anche a Sochi, seppure sia mancato Raikkonen con una delle sue “Kimate” in gara, ovvero centrare Bottas nell’ultimo giro e invece del terzo posto, uno (Williams) contro il muro, l’altro (Ferrari) a pezzi al traguardo in quinta posizione ma poi penalizzato ottavo.
E in mezzo a tutto sto parapiglia, un paio di safety car ad allietare la presenza di Putin in tribuna. Al via, dopo che Hulkenberg si è girato come un novello coinvolgendo Ericsson e Verstappen e poi, al 20 giro, quando Grosjean, fresco pilota Haas Ferrari, non ha trovato di meglio che stampare la sua Lotus contro le barriere al curvone. Nessun danno al pilota e quello che resta della macchina va bene per il ferrivecchi.
Alla fine, fra pit stop anticipati e scelte strategiche, ne ha goduto Perez, che è salito sul terzo gradino del podio con una Force India che di motore va na bellezza (usa Mercedes) ma in quanto a consumo di gomme ha limato tutto il possibile arrivando in fondo. Bella prova di Perez, meglio conosciuto come il pilota più antipatico del paddock, ma quando c’è da dire che è stato bravo, nessuno lo può e deve negarlo.
Adesso il mondiale è quasi definito nelle classifiche. Ad Hamilton manca poco per il terzo titolo iridato, il secondo consecutivo. Con il 42.successo ha superato Senna e affiancato Vettel in questa classifica, la Mercedes deve ricostruirsi una affidabilità che negli ultimi tempi è mancata. Segno che quando la Ferrari recupera, anche i tedeschi vanno in affanno e per la prossima stagione la speranza è che il divario sia ridotto al minimo.
Per il mondiale costruttori ormai è lì, bello pronto da celebrare come si deve. In fondo sono stati bravi, hanno vinto con merito e il loro motore ha permesso a gente come Perez o Massa e Bottas (col brasiliano quarto dopo essere finito in fondo in qualifica) di mostrare che il motore non è tutto ma quando si tratta del Mercedes F.1 fa la sua bella differenza.
Fra due settimane si va negli USA, mercato importante per tutti i big della F.1, per Ferrari che vende le sue GT e Mercedes che piazza SUV a profusione.
Fra due settimane si va negli USA, mercato importante per tutti i big della F.1, per Ferrari che vende le sue GT e Mercedes che piazza SUV a profusione. Forse i problemi li avrà la Honda, ma lì la F.1 non è ancora popolare al punto da giustificare la figuraccia che faranno anche se Button e Alonso han finito nono e decimo. Con Alonso, alla sua 250 gara, eroe per la battuta del giorno: “Dobbiamo lottare con Massa fino alla fine” gli han detto dal box: “Apprezzo il vostro senso dell’umorismo” ha risposto sagace Alonso. Almeno stavolta nessuna polemica, solo una gran risata.