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Chi sono i promossi e i bocciati di Losail? Scoprianolo insieme, sfogliando le pagelle del Gran Premio del Qatar 2024 di Formula 1.
Meglio chiarirle subito certe cose: il 4° titolo mondiale non ha placato la fame di vittorie di Verstappen, che alla prima occasione è tornato a fare bottino pieno, dopo una sprint race davvero sottotono. E qui voto 10 alla Red Bull per aver saputo ribaltare l’assetto dell’auto dopo la “garetta” del sabato, sfruttando Perez come “cavia”, e voto 10 a Verstappen ovviamente per aver colto al meglio l’opportunità, ancora una volta facendo una differenza mostruosa non appena ha avuto per le mani una monoposto più guidabile. Quando si dice che il successo non l’ha cambiato…
Voto 7,5 a Leclerc, che finisce 2° però stavolta il monegasco ha avuto la fortuna dalla sua parte, con il problema al pit stop per Russell, la penalizzazione per Norris e la safety car che gli ha consentito di sopravanzare Piastri nel gioco dei pit stop. Lo stesso Piastri dal quale si era fatto sorprendere dopo una precedente ripartenza. Insomma, un 2° posto buono soprattutto per i punti e per il morale.
Terzo Piastri, penalizzato come detto dalla safety car nel suo duello con Leclerc, ma è anche vero che il neozelandese per tutto il fine settimana, pur velocissimo, è sempre rimasto un passo indietro a Norris. Stavolta però ha saputo tenersi sempre nelle posizioni di testa, tanto che sabato Norris ha potuto restituirgli la vittoria nella Sprint in Brasile. Voto 8: è tornato sul suo rendimento abituale, altissimo, anche se gli manca ancora qualcosa per essere al livello di Norris.
Avrebbe certamente meritato il podio (quello “vero”, dopo il 3° posto di sabato) anche Russell, fenomenale in entrambe le qualifiche e sempre in scia alle McLaren il sabato. Un problema al pit stop lo ha penalizzato la domenica, ma il suo week end rimane ad altissimo livello e l’inglese ancora una volta dimostra di essere ormai pronto per essere il pilota di riferimento in Mercedes, anzi lo è già. Voto 8,5, prima guida di fatto.
Voto 8,5 anche a Gasly, splendido 5° con una Alpine aggiornata ma non certo stravolta, dopo essere partito 11°: il francese sfrutta i problemi che hanno afflitto molti big, ma è bravo a tenersi dietro Sainz e a portare nei piani alti una vettura che rimane di seconda fascia. Trascinatore.
A proposito di Sainz, 6°, sicuramente la foratura gli ha rovinato la gara, ma è anche verso che in quel momento era comunque alle spalle del gruppo di testa: difficilmente sarebbe riuscito a finire 3° come sostiene, se non forse sfruttando una safety fortunata per il suo cambio gomme. Ma con i se e con i ma in F1 non si fanno punti. Al di là degli episodi, ha disputato un fine settimana solido, più o meno sui livelli di Leclerc, ma senza acuti particolari. Resta il dubbio di quanto la sua vettura fosse effettivamente danneggiata, dopo il giro con la gomma forata, per non essere riuscito a passare Gasly: voto 6,5, senza colpe particolari, ma nemmeno la sua prova migliore.
7° quasi a sorpresa Alonso, bravo a portare a punti una Aston Martin lontana dalla migliore condizione tecnica, mentre il suo compagno di squadra Stroll va in totale confusione (voto 4: due crash e una penalizzazione dopo pochi giri sono un record anche per lui). Lo spagnolo si conferma una garanzia, anche se probabilmente non vede l’ora che questo campionato finisca. Intanto voto 7,5 per la tenacia.
La vera sorpresa di giornata però è Zhou (voto 8,5), che dopo Las Vegas infila un’altra prestazione maiuscola, finendo addirittura 8° e sopravanzando nettamente il compagno di squadra Bottas. Peccato davvero che non abbia corso sempre a questi livelli. Una volta appiedato il pilota cinese ha iniziato a filare come il vento: forse era il caso di dargli il preavviso di licenziamento già a in Bahrain!
A punti anche Magnussen, che torna protagonista in un week end in cui invece tutto va storto per il compagno di squadra: il danese chiude 9° dopo essere riuscito a entrare anche in Q3, segno che non si tratta di un piazzamento fortunato. Ancora un gran premio e poi Magnussen sarà fuori dalla F1: certamente non sarà ricordato per la personalità mite, ma ha dimostrato fino all’ultimo di avere meritato la sua carriera in F1. Voto 9 per quello che probabilmente è stato il suo ultimo week end di gloria.
Chiude la zona punti Norris, di rimonta dopo la pesante penalizzazione ricevuta (ma attenzione a criticare la Fia perché in passato erano state comminate sanzioni simili per questo tipo di infrazione). Ancora una volta non un fine settimana perfetto per l’inglese: prima la qualifica sottotono con la macchina favorita, quindi il mancato rispetto delle bandiere gialle. Così le sue cose migliori in Qatar finiscono per essere la vittoria nella Sprint “restituita” di sua iniziativa al compagno di squadra e le scuse sincere al team per la penalizzazione ricevuta: peccato perché come sempre la velocità c’era, ma ancora una volta è mancato qualcos’altro. Voto 7 perché non ci sembra il caso di infierire.
Fuori dai punti, voto 5 ad Hamilton, che termina 12° dopo avere sbagliato molto, troppo per un campione con la sua esperienza: prima la falsa partenza, poi l’eccesso di velocità in pit lane. Se a questo aggiungiamo due qualifiche ben lontano dal potenziale della Mercedes espresso da Russell, si capisce che anche senza la foratura che gli ha distrutto la gara l’inglese avrebbe combinato poco. Troppo poco. Wolff, che sa essere un signore, lo ha difeso pubblicamente, ma occorrerà attendere il prossimo anno per capire se si tratta davvero di un tema tecnico, di motivazioni ormai perse e da ritrovare in Ferrari o della parabola che prima o poi tutti i campioni, anche i più grandi, devono affrontare.
Voto 5 per una volta anche a Hulkenberg, autore di un week end stranamente negativo: le sue qualifiche finiscono con la Q1 e al via perde la monoposto alla prima curva provocando un crash che mette fine alle gare di Ocon e Colapinto, sostanzialmente incolpevoli. Capita anche ai migliori di sbagliare.
Voto 4 invece a Perez, in Qatar utile al team solo per testare un nuovo assetto nella Sprint Race. La domenica va un po’ meglio, ma prima del problema tecnico che ne determina il ritiro navigava a centro gruppo mentre il compagno di squadra dettava il ritmo in testa alla gara. Forse è il caso di guardare ad altre categorie, anche per non offuscare il ricordo delle tante belle gare che ha disputato nella sua lunga carriera in F1.