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ZANDVOORT - Per vedere vincere Max Verstappen il GP d'Olanda si è mosso anche il re, Guglielmo Alessandro, con tutta la famiglia. Sotto al podio, con le note dell'inno cantate da Michelle Davina in una tuta ignifuga coi colori nazionali, il vero re sembrava essere proprio Verstappen, che dall'alto di quel podio ha avuto ragione di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas.
Più del primo a dire il vero, visto che fin dalla prima curva la lotta ha riguardato solo loro due, con giri veloci e uno stress mentale che non ha lasciato un attimo di respiro. Per loro, perché in realtà di sorpassi al vertice non se ne sono visti affatto, ma si è giocato tutto sulle strategie. Verstappen e il box Red Bull hanno marcato a uomo quello Mercedes e al pit di uno ha replicato l'altro.
Nella seconda sosta, però, la differenza l'ha fatta la scelta di gomme. Mentre Hamilton montava le medie, Verstappen montava le dure. E qui si capiva che se la sarebbero giocata, fino al messaggio radio di Hamilton "Mi sa che il bluff della sosta anticipata non ha funzionato visto il passo che ha Max". E infatti, Verstappen giocava con Hamilton: giro veloce, poi lento, veloce, lento. Il tutto per risparmiare le gomme e mantenere quel secondo e mezzo di vantaggio di sicurezza.
Poi la mossa strana di Mercedes. Il giro veloce era già di Hamilton, ma a cinque giri dalla fine hanno richiamato Bottas. Al penultimo passaggio hanno fatto lo stesso con Hamilton, che ha bissato il suo giro veloce e preso il punto che porta a tre di distacco da Verstappen nella classifica generale. E' stata la dichiarazione indiretta di una sconfitta che sul campo è maturata grazie a un Verstappen perfetto e una Red Bull che non ha toppato niente.
Se poi aggiungiamo che i primi tre hanno doppiato tutti gli altri e che Gasly con l'Alpha Tauri è stato il primo degli altri, col suo quarto posto, ben davanti alla Ferrari di Leclerc vuol dire che tutti, dal terzo in giù, si sono beccati più di un minuto e venti di distacco nella migliore delle ipotesi. Imbarazzante perché sembra quasi che ci siano due campionati ben distinti. Mercedes e Red Bull da un lato, resto del mondo dall'altro.
E parlando di Ferrari, dopo lo sprazzo del venerdì, in gara è stata la solita musica. Leclerc non si è mosso da lì e pure la strategia lunga sul pit non ha pagato. Sainz, sul finire, è stato pure superato da Alonso che con l'Alpine ha portato a casa altri punti col sesto posto mentre il Carletto della Ferrari non può dirsi soddisfatto di un week end in cui ha sbattuto e perso pure punti sul finire.
Delusione totale per Giovinazzi. Al via è stato spinto sull'erba da Sainz e ha perso tre posizioni. Dopo il primo pit, quattro giri dopo, ha forato una gomma ed è stato costretto alla seconda sosta finendo 14 a due giri dai primi. Se in qualifica si è visto qualcosa di buono, sul passo gara non c'è ancora nulla da fare, lo dimostra pure Kubica che ha sostituito Raikkonen e che si è piazzato dietro a Giovinazzi.
Come dire che da qualsiasi lato la giri, non c'è verso di venirne fuori. Piuttosto, un applauso al folto pubblico: le oltre 200 mila presenze nei tre giorni sono filate via lisce e vedere come hanno applaudito Hamilton a fine gara ha mostrato come si possa tifare per il proprio pilota, Verstappen, pur avendo rispetto per l'avversario. Un gesto davvero da imitare per la sportività mostrata dai tantissimi tifosi olandesi.