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Dopo l'annuncio dell'accordo trovato fra ACI e Liberty Media, sul rinnovo del contratto del GP d'Italia, sembrava che tutto fosse finalmente entrato nella dimensione del fare. Invece, fulmine a ciel sereno, si apprende di contrasti fra l'amministrazione comunale monzese e l'ACI che detiene il contratto e la licenza della gara. Il comune ha delle pretese economiche che, allo stato attuale, l'autodromo e ACI non possono far fronte. Si tratta di una bella cifra, dai quasi 900 mila euro di Imu agli oltre 450 mila solo per il taglio dell'erba nel parco, oltre al 2 per cento sui ricavi dei biglietti e altro ancora. Una torta che, pur con una giunta che dal centro sinistra si è spostata al centro destra, fa gola alle casse del comune e nell'ipotesi del rinnovo, ci sono altri dettagli che dovrebbero far aumentare gli incassi comunali, a fronte di investimenti nulli (o quasi) e ostacoli per la realizzazione delle opere necessarie all'impianto.
Quindi, invece che sfoltire i problemi, da una parte si insiste nel voler rendere l'autodromo qualcosa di redditivo, almeno come introiti (leggi tasse) dall'altro, invece, pur portando avvenimenti e manifestazioni (leggi autodromo) ci si scontra con problematiche vecchie e nuove. Sembrava che fosse tutto risolto grazie all'intervento della Regione Lombardia e al piano di investimenti programmati. Al punto che pure il comune di Milano, sindaco Sala in testa (che politicamente è avversario alla gestione della Regione) erano pure d'accordo. Quindi il paradosso è che fra Governo e legge fatta a suo tempo da Renzi, Regione Lombardia con gli investimenti previsti, e il comune di Milano, adesso fuori registro sembra essere quello di Monza. E per far capire a che punto siamo arrivati, una decina di giorni fa ispettori sono stati a Imola a verificare lo stato dell'impianto. Ci sarebbero pochi lavori da fare e all'ipotesi, nei giorni della Motor Valley, la Regione Emilia Romagna si è detta entusiasta nell'investire in maniera sostanziosa, addirittura più che quella lombarda, pur di portare per tre anni a Imola la gara, il minimo per ammortizzare gli investimenti.
Nel frattempo Liberty Media avrebbe espresso anche parere favorevole al Mugello, anche se l'impianto toscano necessita di maggiori investimenti per le infrastrutture e inoltre è di proprietà della Ferrari (escluso ci possa essere un finanziamento pubblico per una struttura privata...) ma visto che sono solo 3 gli autodromi italiani con licenza F1 e che il GP è di ACI, quindi dipende dal presidente Angelo Sticchi Damiani, piuttosto che perdere la gara italiana, meglio pensare a un piano B e magari anche C. A questo punto occorre trovare un compromesso, visto che l'ipotesi discussa prevede che nel 2020 salti il GP d'Italia e si possa disputare a Imola a partire dal 2021, tempo sufficiente per finire i lavori previsti per l'impianto. Monza potrebbe tornare in gioco per il centenario del 2022, sempre ammesso che la situazione politica sia serena. Nel frattempo, da Imola, Jarno Zaffelli si sta occupando del rinnovamento del circuito di Zandvoort, i cui lavori dovrebbero cominciare in autunno. Secondo il tecnico imolese non sono molti e potranno finire in tempo utile. Il fatto che Liberty abbia accantonato Tilke (che era legato a Bernie Ecclestone) e si sia rivolto a uno specialista italiano, fa capire di un cambio di rotta notevole rispetto al passato.
A Montecarlo il presidente ACI, Sticchi Damiani, ha solo confermato che si sta definendo con Liberty Media la stipula del contratto per il GP d'Italia, sul resto ha tergiversato. Visto anche che Eni, che ha sponsorizzato l'autodromo di Monza, non è per niente soddisfatta di come sono andate le cose e le difficoltà nell'organizzare qualcosa di adeguato al valore dell'impianto. Adesso la palla passa al comune di Monza che dovrà trovare una soluzione. La Regione Lombardia si è espressa, con un duro comunicato del consigliere regionale Andrea Monti, sul fatto che il GP d'Italia sarà solo a Monza, ma è anche vero che il sottosegretario Giorgietti, anche lui della Lega come Monti, è perfettamente a conoscenza del problema e sta cercando una soluzione con Monza (sostenuto proprio dalla stessa area politica). La speranza è che tutto rientri nei tempi e nei modi soddisfacenti per tutti, ma il rischio che salti Monza a partire dal 2020 è grande. Tanto che pure chi opera nel settore merchandising e vende i pacchetti VIP ha ricevuto indicazioni in merito...