F1, Gp Montecarlo 2016: il mistero buffo della Ferrari

F1, Gp Montecarlo 2016: il mistero buffo della Ferrari
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A Montecarlo Ricciardo sfrutta una Red Bull impeccabile. In casa Ferrari, invece, il clima è decisamente pesante
28 maggio 2016

MONTECARLO – Ferrari mistero buffo, Ricciardo conferma sicura. Le qualifiche monegasche hanno dato il sorriso a qualcuno e il mugugno ad altri. Facile capire a chi. Visto che sfruttando una Red Bull impeccabile Daniel ha ottenuto la prima pole della carriera e se in gara non succede nulla di strano potrebbe farcela anche a vincere, il mistero riguarda la Ferrari. Giovedì disastroso con sottosterzo in ingresso curva e sovrasterzo in uscita (Vettel due botte in un giorno, Raikkonen qualche lungo, tanto per chiarire) poi in qualifica senza trazione. Cioè esattamente quello che è mancato in Spagna e che i test non sono serviti a risolvere, e quello che hanno gli altri, leggi Ricciardo e Mercedes.

Cosa non funziona? A saperlo saremmo lì in Ferrari a farci dare uno stipendio adeguato per risolvere il problema. Di certo c’è che nella Q3 Vettel ancora una volta è stato più lento che in Q2 e a volte anche in Q1, Raikkonen (che ha pure sul groppone un cambio sostituito e quindi 5 posizioni in più sulla griglia) ha avuto un andamento simile. Come mai la Ferrari nell’ultima qualifica, quella a serbatoi scarichi e gomme fresche va meno che nelle altre? Non è successo solo a Monaco, ma anche da altre parti. Segno di un problema congenito da risolvere o di un telaio regolato male che non va da nessuna parte: “La macchina aveva il potenziale per fare la pole – ha detto Vettel – ma l’abbiamo regolata male e siamo finiti dietro”.

Quindi un problema di regolazioni, ma chi le decide? Il pilota o il team? E poi non era colpa di “Alfredo” che ora guida da altre parti che voleva la macchina su misura e invece dopo due anni i problemi sono identici? E’ forse questione di metodo, di approccio e anche di nervosismo. Sono nervosi i piloti e sbagliano, sono nervosi i tecnici e magari anche i meccanici (a tavola non saluta nessuno, se ti incontrano per strada fanno finta di non conoscerti e girano la testa). Sono segnali che la dicono lunga su cosa si vive a Maranello in questo momento. Un peccato, hanno il diritto di sbagliare e nessuno deve accusarli se accade, ma metterli nella situazione di non poter nemmeno sorridere per caso, vuol dire che sono tutti controllati e attenti.

E poi non era colpa di “Alfredo” che ora guida da altre parti che voleva la macchina su misura e invece dopo due anni i problemi sono identici? E’ forse questione di metodo, di approccio e anche di nervosismo

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In un clima simile nessuno si prende la briga di tentare qualcosa di nuovo, nessuno si prende la briga di sperimentare e rischiare. Tutti coperti e allineati con la lista delle responsabilità che si allunga: “Io ho fatto il mio ora tocca agli altri”. Ovvero la base per rovinare la squadra. E Vettel ha un bel dire che questa macchina è migliore di tutte quelle del 2015, avrebbe dovuto andare come la Mercedes dell’anno scorso, invece i numeri dicono che siamo ancora un poco lontani. Dai, stringere i denti e guardare avanti, in fondo partire dalla seconda fila per Vettel non è male, può sempre puntare al podio e giocarsela. Specie se dovesse piovere, allora i mugugni di oggi diventano i sorrisi di domani. Come quello a 32 denti di Ricciardo che ha guidato in scioltezza, calma, classe e tenendo tutto sotto controllo (era a 20 centimetri dal rail, mica a filo come si fa quando si tira di brutto). Ecco, la gara sarà altra cosa. Aspettiamola.

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