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MONACO - Sbagliare, a Montecarlo, fa parte del gioco. E quando non lo fai, il risultato arriva. Lewis Hamilton ha sbagliato, ma per quel poco che fa la differenza fra il campione e il pilota, è riuscito a rimediare segnando una pole incredibile, ottenuta al limite del millimetro dal guard rail. Un ultimo giro da paura, una sbandata alla Rascasse corretta all'ultimo momento, e la prima fila Mercedes, con Bottas ad appena 86 millesimi, è servita. Contro questa Mercedes e questi piloti c'è poco da fare. Ci ha provato Verstappen, però i 4 decimi di distacco sono il frutto delle carenze della sua Red Bull mentre lui ci ha messo del suo. Senza sbagliare.
Chi invece lo ha fatto, alla grande, è la Ferrari. Errori del team in Q1, quando hanno tenuto in pista troppo a lungo Leclerc col risultato di farlo finire al 16 posto. E ha sbagliato Vettel. Al mattino, andando a sbattere contro le barriere a Saint Devote, errore evitato di un soffio al giovedì. Macchina danneggiata, sospensione e ala rotte e superlavoro dei meccanici ai box. E poi altro sbaglio, anzi due, durante le qualifiche. E' andata bene con una seconda fila a nove decimi dalle Mercedes, poteva andare meglio se Leclerc, il più rapido al mattino, avesse potuto sfruttare al meglio la sua prestazione.
Non si è capito che potenziale avesse la Ferrari su questa pista. Il fatto che Sebastian sia andato vicino allo sbattere (fino a farlo) fa capire che era oltre il limite. La Mercedes, polemica a parte delle sospensioni che la federazione ritiene regolarissime, aveva un buon passo ma non irresistibile. Su questa pista la differenza l'ha fatta il pilota. Lo dimostra anche Ricciardo con un ferro da stiro chiamato Renault. "La differenza fra sbattere e salvarsi è davvero minima - ha detto Hamilton - all'ultima curva ho perso aderenza, ho corretto ma ho visto il rail avvicinarsi, questione di millesimi di secondo, reazione fulminea, a volte basta altre no. Stavolta è bastata per salvarsi e pur perdendo qualcosa sono in pole position. E' stata una pole sudata, di quelle impossibili da dimenticare, adesso concentriamoci sulla gara". Una pole a prova di errore, senza dubbio.
Ma al di là della Mercedes c'è da capire cosa stia accadendo alla Ferrari. Gli uomini sono gli stessi del passato, i piloti sono conosciuti, gli strateghi anche. E allora, perché si è finiti in questo tunnel da cui sembra non riuscire più a venirne fuori? Un mistero. Eppure la squadra appare compatta, l'esperienza non manca. Ma non se ne esce. Sbagli del genere da un top team non sono ammissibili, specie a Montecarlo dove partire davanti è garanzia di risultato.
C'è da capire cosa stia accadendo alla Ferrari. Gli uomini sono gli stessi del passato, i piloti sono conosciuti, gli strateghi anche. E allora, perché si è finiti in questo tunnel da cui sembra non riuscire più a venirne fuori?
E parlando di sbagli, stavolta ci mettiamo anche l'Alfa Romeo. In Q1 e in prove libere Giovinazzi volava. Sesto al mattino, ottavo giovedì. Prima sessione di qualifica da sballo. Poi sono intervenuti sulla macchina col risultato che sono stati fra i pochi a fare peggio in Q2 della Q1 e partiranno quattordicesimo e quindicesimo col povero Giovinazzi che non ha sbagliato nulla, è stato bravo e avrebbe meritato altra sorte. Poi, durante la Q1, una incomprensione con Hulkenberg ha fatto sì che i commissari lo ritenessero colpevole e quindi lo hanno retrocesso di 3 posizioni in griglia, invece che quindicesimo partierà diciottesimo... Una beffa. Certi errori, a Montecarlo, si pagano cari. E dispiace che una volta che non sono i piloti a farlo, sia la squadra.