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Che Max Verstappen sia in pole position in Messico non fa notizia. In fondo c'era da aspettarselo. Quello che invece sorprende è il duo della Mercedes con Russell e Hamilton alle spalle dell'olandese dopo aver mostrato, specie in FP3, di avere il passo per stare davanti a tutti. Un taglio per Hamilton e uno per Russell e la pole di Verstappen è stata assicurata, con grande dispetto dell'idolo locale, Sergio Perez, che non è andato oltre il quarto posto. Cose che succedono quando spingi troppo e, come dicono gli inglesi, vai in overdrive, cioè esageri. Fra le cose che uno non si aspettava ci mettiamo le due Ferrari. Sainz quinto, Leclerc settimo dopo il botto del venerdì, ma alle prese con una macchina scivolosa sul posteriore, tanto che a vedere Sainz in pista l'impressione che fosse il padre visto che era sempre di traverso. Una Ferrari che non sta "giù" dietro, con un retrotreno impiccato, ovvero rigido, a compensare qualcosa che a quanto pare almeno qui non ha funzionato in qualifica, con la speranza che possa farlo per la gara, anche se i 6 decimi fra Verstappen e Sainz fanno pensare molto.
Specialmente alla luce del fatto che Bottas ha piazzato la sua Alfa Romeo Sauber in sesta posizione, in mezzo al duo Ferrari. Segno che almeno loro qualcosa l'hanno capita negli assetti. A conclusione della top ten troviamo i due di Alpine, Alonso e Ocon, con lo spagnolo decisamente più in palla del francese. Su una pista anomala, per l'altitudine (oltre 2200 metri di quota), per l'asfalto scivoloso e il lungo rettilineo, Red Bull si è confermata come la macchina dal miglior compromesso: veloce nelle curve lente, poca resistenza aerodinamica sul dritto. Ma il mistero Mercedes, con una macchina che venerdì scaldava troppo e mandava in crisi motore e gomme e poi risorta in meno di 24 ore, è rimasto tale. La macchina, pur mantenendo una aerodinamica da camion (che nelle gare precedenti l'aveva penalizzata), senza contare che sull'asfalto sconnesso del rettilineo, era una di quelle che saltava meno quando invece durante l'anno faceva concorrenza ai canguri.
Misteri della F.1, dove poi alla fine vissero tutti felici e contenti, vincitori e perdenti. Con i titoli mondiali già assegnati, la vicenda budget cap risolta e sanzioni applicate contro la Red Bull, le ultime tre corse (dopo il Messico resta Brasile e Abu Dhabi) saranno valide solo per la gloria. Hamilton che vuole vincere una gara come ha fatto dal debutto in poi, Russell che vuole il suo primo GP, la Ferrari che deve almeno chiudere in bellezza una stagione cominciata alla grande e scemata via via fra rotture di motori, uscite di pista e prestazioni inferiori alla concorrenza. Almeno, a parziale scusante, la Ferrari sta lavorando per il prossimo anno con motore e altri particolari, e questo potrebbe giustificare certe prestazioni. Di sicuro in pista è stata una delle più brutte Ferrari dell'anno, quasi come quella del Belgio. Non resta che aspettare la gara.