F1, GP Messico 2017: mondiale vinto da Hamilton o perso da Vettel?

F1, GP Messico 2017: mondiale vinto da Hamilton o perso da Vettel?
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Sono stati Lewis Hamilton e la Mercedes a vincere il mondiale o lo hanno perso Sebastian Vettel? Ecco la nostra analisi
29 ottobre 2017

Hanno vinto Lewis Hamilton e la Mercedes oppure il mondiale lo hanno perso Vettel e la Ferrari? L'analisi del presidente Sergio Marchionne non lascia dubbi: "Sebastian è un gran pilota, ma durante l'anno ha commesso qualche cavolata che ci è costata dei punti, altre le abbiamo commesse noi come squadra facendo degli errori e non dandogli una macchina affidabile, faremo tesoro di quanto imparato in questa stagione".

Quindi errori del pilota, come a Baku quando Vettel abboccò a una manovra estrema di Hamilton e, come punizione per la ruotata, Sebastian perse la possibilità di vincere la corsa: "In quell'occasione ho capito di aver deluso la squadra - ha detto poi Vettel - e io stesso sono rimasto amareggiato per come era finita. Durante l'anno abbiamo avuto occasioni per vincere e invece le abbiamo perse per vari motivi, ma faremo tesoro di quanto imparato, rafforzeremo i settori che ne hanno bisogno e per il prossimo anno saremo più forti, ma è chiaro che lotterò fino all'ultima curva in questa stagione".

Errori del pilota (come a Singapore con le due Ferrari fuori dopo 100 metri in un incidente evitabilissimo) per non dire della partenza in Messico, davvero da dimenticare; errori da parte della squadra, come i cedimenti in Malesia e in Giappone, gare che hanno spianato la strada ad Hamilton. Nelle due occasioni in cui Vettel si è dovuto ritirare (Singapore e Suzuka) l'inglese ha fatto il doppio centro, incamerando 50 punti di vantaggio sul rivale.

Hamilton quattro volte mondiale. Un poker che lo mette allo stesso livello di Alain Prost e Sebastian Vettel, un gradino sotto a Fangio e a tre lunghezze da Michael Schumacher, ma nettamente davanti ad Ayrton Senna, l'idolo di Lewis Hamilton. E proprio il legame spirituale con Senna ha segnato questa stagione di Hamilton. L'averlo uguagliato e poi superato nelle pole position, con un casco di Senna ricevuto in regalo dalla famiglia del brasiliano, la svolta a favore dei poveri, l'impegno sociale per le minoranze di colore negli USA, la svolta vegana nell'alimentazione e lo sforzo a protezione delle specie animali e una fede immensa. Anche se al collo porta un enorme crocifisso d'oro e sulla schiena ha tatuato un enorme croce, a precisa domanda Lewis Hamilton non risponde.

Cosa è per lui la fede? Ti guarda come se non ti vedesse, sospira, e poi risponde a mezza voce: "non so spiegarlo". E gira i tacchi e se ne va. Tanto la ostenta, tanto la custodisce nei meandri di una mente difficile da interpretare. Infatti Lewis Hamilton è un pilota, uno sportivo, un uomo, che divide. O lo ami senza condizioni, o lo detesti in tutto quello che fa. Non che il personaggio sia privo di contraddizioni: impegnarsi per i poveri, ma senza mettere mano al portafoglio. Essere dalla parte delle minoranze di colore, al punto da contestare apertamente il presidente USA Donald Trump, ma viaggiare con l'aereo privato, un Falcon con autonomia intercontinentale, completamente dipinto di rosso metallizzato chiaro occhiolino all'altra sua passione, la Ferrari, da cui ha comprato le supersportive in listino.

Ecco, quel momento, inizi di settembre, ha segnato la svolta nella mente di Hamilton. Più che vincere in pista, era una rivalsa psicologica verso chi non lo ha voluto. Una rabbia malcelata, una voglia di distruggere l'avversario, quasi umiliarlo, in ogni frangente. Prove, qualifiche, gara

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E sentendosi la porta in faccia quando Vettel ha rinnovato per tre anni l'accordo con la rossa, chiudendogli la possibilità di sbarcare a Maranello. Ecco, quel momento, inizi di settembre, ha segnato la svolta nella mente di Hamilton. Più che vincere in pista, era una rivalsa psicologica verso chi non lo ha voluto. Una rabbia malcelata, una voglia di distruggere l'avversario, quasi umiliarlo, in ogni frangente. Prove, qualifiche, gara. Tanto che il compagno di team, Bottas, ha patito pesantemente il confronto sul finire di stagione. "Vedete, Lewis è un pilota che divide, ma è un vero personaggio, perfetto per promuovere la F.1 - dice Bernie Ecclestone - è uno dal quale non sai mai cosa aspettarti. Nella vita e in pista, è una sorpresa continua. Sebastian Vettel no, è un buon pilota, ma è scontato in quello che fa, sai già come potrebbe reagire e fino a che punto agisce. Dovendo scegliere, dico Hamilton tutta la vita. Senza avercela con Vettel, sia chiaro. Ma Lewis è un'altra cosa".

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