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Fra i lavori che hanno interessato il circuito di Sepang c’è anche la riasfaltatura di molte curve. Lo scopo era eliminare i salti e i dossi, specie in frenata alla prima curva, che col bagnato diventavano delle trappole mortali, oltre ad aver ammorbidito dei cordoli esterni (tipo quello dove decollò Webber con la Red Bull). Il tutto ha portato a un nuovo modo di affrontare le traiettorie e nella prima giornata di prove i tempi sul giro sono calati drasticamente, di oltre 3 secondi. Merito della Pirelli ma anche dello sviluppo delle auto, di sicuro, ma non avere saltelli e curve sballate, ha aiutato di certo. Fra le novità anche le nuove salette dei team, ora al posto dei container dove le cucine non avevano nemmeno le finestre (e spesso i cuochi stavano male per il calore) ci sono salette prefabbricate con tavolini e sale uffici attrezzate. Dal 1999 ad oggi ce ne hanno messo del tempo ma alla fine ci sono arrivati. Piuttosto è cambiata la strada di ingresso al circuito. Lo svincolo a raso in autostrada che portava all’ingresso paddock è stato chiuso. In compenso è stato spostato di 300 metri e ora c’è da fare una inversione a U in una via di fuga ed entrare in senso inverso in pista… Insomma peggio di prima senza dubbio.
Ci ha pensato il solito blogger col sito informatissimo a dire che la Pirelli aveva cambiato le gomme, alleggerendole, e modificando la pressione per vari motivi. Cosa che aveva creato malumori fra le squadre. A parte che togliere 5 kg alle gomme, irrobustendole, è roba da premio Nobel, le Pirelli sono sempre quelle, di mescola ovviamente diversa, di inizio stagione. Le modifiche alle pressioni minime vengono adeguate a seconda delle condizioni esterne. Cioè si parte da un valore teorico e poi si verifica in pista se mantenerlo o meno. Nulla di rivoluzionario. Tra l’altro l’autore del servizio (accusatorio) si è guardato bene dal rispondere alle richieste di smentita della Pirelli, accusata senza motivo di qualcosa che non ha fatto.
Il caldo di Sepang a volte fa brutti scherzi, giovedì ne ha subito uno ai box un ingegnere della Pirelli che col caldo e la disidratazione si è afflosciato davanti alla saletta ospitalità. I dottori di Formula Medicine che fa capo al dottor Ceccarelli sono prontamente intervenuti e la situazione era sotto controllo, il problema è stato che per far intervenire l’ambulanza è andato di corsa all’altro capo del paddock Christian Staurenghi. Siccome i vari ingressi sono tutti sigillati, il mezzo di servizio ha percorso buona parte del tracciato esterno prima di poter intervenire. Mancava il pass e l’accesso giusto. Visto che si tratta di pronto intervento sarebbe stato meglio semplificare le cose. Il tecnico sta bene, era solo caldo e abbassamento di pressione, fosse stato qualcosa di più grave?
Ha sorpreso vedere gli uomini della Ferrari indossare le divise con pantaloni e maniche lunghe in Malesia. Con 34 gradi e umidità altissima, invece che rinfrescarli, sono stati tutti quanti impeccabili con le loro divise. Nemmeno i pantaloncini sono stati concessi ai meccanici, perché gli ordini sono precisi: squadra impeccabile in pista e fuori. Nulla da dire, ma vedendo che il presidente Marchionne si presenta in maglietta o maglioncino agli incontri ufficiali con ministri e autorità, almeno nei box si poteva adottare quella semplicità che avrebbe fatto soffrire meno la squadra. Perché poi l’efficienza e la prestazione passano anche dalla lucidità di chi ai box deve lavorare sulle macchine. Si vede che hanno le gambe storte e pelose e qualcuno ha voluto evitare la vista oscena…
Nella prima sessione di prove è andata a fuoco la Renault di Magnussen. Probabile un errore di montaggio di qualche particolare, visto che la benzina veniva spruzzata fuori sul cofano prendendo subito fuoco. I pompieri, però, sono stati molto lenti nell’intervenire tanto che i primi soccorsi sono stati quelli dei meccanici e dei team vicini. Anche se il fuoco è diventato rarissimo in F.1 avere servizi efficienti sarebbe il caso, invece come successo anche a Singapore, non è che la rapidità di intervento sia da primato. Urge correre ai ripari e dare un giro di vite per episodi che potrebbero diventare ancora più pericolosi invece che solo spettacolari come adesso.
Da Singapore a Kuala Lumpur sono solo 350 km ma, mentre in molti sono tornati in Europa fra una gara e l’altra, alcuni sono rimasti sul posto, o almeno in zona. Mete preferite le isole della Thailandia e quelle della Malesia, con resort a 5 stelle a prezzi scontati o bassissimi, per cui ne è valsa la pena. Non sono mancati coloro che hanno preferito andare a Chang May, in Thailandia, a visitare i templi della zona con i parchi per gli elefanti e le tigri addomesticate. In ogni caso, dal calendario 2017 la soluzione potrebbe essere rifatta visto che le due gare si alterneranno a distanza di due settimane. Ma perché non accorparle avvicinando le date? Sarebbe molto più semplice e meno faticoso per tutti, ma le cose semplici in F.1 non esistono…
Molti della F.1 approfittano del giorno di pausa per fare un giro a China Town, in centro a Kuala Lumpur, alla scoperta dell’orologio fasullo o della maglietta Ferrari taroccata. Stavolta non c’erano molti articoli da prendere, visto che ormai si trova di tutto anche da noi. Resta il giro turistico stavolta con retroscena. Infatti per vedere delle cover per telefonini (quelle sono ancora convenienti, a due euro l’una) il venditore cinese ha fatto accomodare nella stanzetta sul retro della bancarella per mostrare gli ultimi arrivi. Nel frattempo, appena entrati nel… loculo, sono spuntate tre grosse pantegane che si sono date alla fuga fra le gambe dei presenti. Grosso spavento e schifo, ovviamente, col venditore che cercava di calmare gli astanti: “Tranquilli, sono buone non fanno nulla sono solo spaventate”. Sì, sta a vedere che adesso le tiene come animali di compagnia! Per la cronaca la vendita delle cover è andata a vuoto…
Anche i comunicati della FIA e le informazioni date ai team verranno trasmesse per email. Il tutto parte proprio dalla Malesia e la differenza fra le informazioni per la stampa e quelle date ai team sta nel fatto che la stampa non potrà entrarne in possesso prima che le squadre ne prendano visione e rispondano dando l’assenso. Potrebbe passare qualche minuto quindi, ma l’intento è quello di semplificare le comunicazioni in sala stampa “per evitare di distribuirle col piccione viaggiatore” come dice simpaticamente il comunicato FIA, ma anche per ridurre l’uso di carta che spesso viene buttata con grande spreco di risorse.
C’è stata una bella iniziativa di Infiniti che con un bando di concorso ha selezionato ingegneri da tutto il mondo. Sono state scelte sette aree internazionali da cui estrarre i migliori lavori e i curriculum adeguati. Ebbene alla fine il vincitore è stato un ingegnere italiano, Manfredini, che farà uno stage presso Infiniti Europe di sei mesi e altri sei mesi li farà alla sede della Renault F.1 a Enstone. Sono stati oltre 40 mila i partecipanti all’iniziativa e se da un lato riempie di orgoglio che sia un italiano il vincitore, è anche bello scoprire che nonostante il calo di popolarità della F.1 siano ancora tanti i tecnici che vogliono lavorare nel circo iridato. Infiniti per il prossimo anno allargherà ancora di più la borsa di studio.