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Chi sono i promossi e i bocciati del Gran Premio di Las Vegas 2023 di Formula 1? Scopriamolo insieme, scorrendo le nostre pagelle.
Visto che può succedere di tutto in pista, sul più assurdo dei circuiti, ma il risultato non cambia, proviamo a cambiare almeno le nostre pagelle, partendo dal 2° classificato: voto 10 e lode a Leclerc, e pazienza per il “lungo” con cui ha ceduto la posizione a Perez, in fondo è servito solo per costruire poi una piccola grande impresa. Il monegasco è stato il più veloce in pista per tutto il fine settimana, per una volta assecondato da una monoposto competitiva, ma alla fine ha dovuto piegarsi ancora una volta a Verstappen. Però velocità, talento e cattiveria agonistica restano intatti, perfino dopo una stagione così deludente. Avrebbe meritato la vittoria.
Terzo Perez, ed è un risultato buono e cattivo insieme. Buono perché era da Monza (in mezzo ci sono state altre 6 gare!) che non arrivava a podio la domenica, cattiva perché aveva il 2° posto in mano - e forse ad un certo punto anche la vittoria - ma una volta di più si è vista la differenza con Verstappen. Dove Perez si stava arrendendo (sorpassare Leclerc), l’olandese ci è riuscito per voi involarsi, e anche con il monegasco si è fatto beffare praticamente all’ultima curva “vera”. Il tutto dopo una bella rimonta causata però dall’ennesima qualifica fuori dal Q3. Insomma voto 7, bene ma non benissimo.
Veloce, determinato ed efficace come poche volte si è visto Ocon, ottimo 4° dopo essere partito addirittura 17°: nei rettilinei le Alpine volavano e il francese è stato bravo a stare lontano dai guai (per una volta) e sfruttare questo punto di forza. Voto 8.
Voto 8 anche a Stroll, che per la terza gara di fila termina 5° sancendo una specie di resurrezione. Certo, il canadese è un po’ come certi studenti che si mettono a studiare a metà maggio, però a questo punto chi l’avrebbe detto? A Las Vegas è stato veloce ed efficace, anche più di Alonso (e questa sì è una notiziona).
E voto 6 a Sainz, sesto, ma si tratta di un giudizio “politico”, nel senso che in qualifica lo spagnolo è stato velocissimo, ma la sua gara era già stata segnata dall’assurda penalizzazione per il “tombino volante”. In gara lo spagnolo si complica ulteriormente la vita da solo tamponando Hamilton e girandosi, poi inizia una rimonta nella quale sembra andare a corrente alternata, su una pista dove la Ferrari era molto competitiva e i sorpassi tutt’altro che impossibili. Quando i week end partono male… Nervoso, a ragione.
7° un Hamilton opaco come raramente si era visto. Al via anche lui viene attardato dal parapiglia a centro gruppo, ma queste sono cose che capitano quando non entri in Q3. E anche nelle fasi successive comunque è apparso tutt’altro che irresistibile, al di là di un temporaneo problema tecnico. Insomma voto 6 anche all’inglese, a cui concediamo le attenuanti generiche, ma certamente non uno dei suoi migliori week end di gara.
Molto più efficace Russell, in qualifica e in gara, finché non ha pensato bene di sterzare quando Verstappen era già dentro con tutta la macchina. Come se non sapesse che non si lascia la porta aperta quando l’olandese è nei paraggi… Senza quell’errore forse poteva arrivare a podio, ma con una Mercedes così così stava andando forte. Voto 6,5 per l’impegno.
Voto 5 invece ad Alonso, che si gira come uno Tsunoda qualsiasi al via e anche se l’auto è a posto poi fatica a riemergere, tanto è vero che Stroll ad un certo punto lo passa e se ne va. Per lo spagnolo è forse il peggiore week end dell’anno a livello di guida, ma nessuno è perfetto.
A punti Piastri, autore di una bellissima rimonta distrutta da una strategia piuttosto bizzarra da parte del team, che lo fa fermare a pochi giri dalla fine quando ormai era ai piani alti della classifica. Ma smarcare subito il cambio di mescola pareva brutto? Nel dubbio voto 8,5 per quello che ci ha comunque fatto vedere in pista.
Fuori dai punti, voto 6,5 a Gasly, più per la bellissima qualifica che per la gara conclusa fuori dalla zona punti a causa delle gomme hard che una volta montante hanno accusato un graining esagerato già dopo pochi giri. Ma perché è successo solo a lui? Certo le prove libere accorciate non hanno aiutato.
Voto 6,5 anche ad Albon, velocissimo in qualifica ma stavolta incapace di mantenere il rimo in gara, complice anche un piccolo errore.
Sempre meglio di Sargeant, ottimo in qualifica ma rapidamente sprofondato in gara: voto 5, per una volta che c’è la velocità manca la consistenza.
A proposito di consistenza, voto 9 a Verstappen, che stavolta ha dovuto spingere davvero per conquistare l’ennesima vittoria, mostrando ancora una volta tutta la sua classe infinita. Però quell’accompagnare Leclerc fuori pista è stato proprio un brutto gesto, e per fortuna che stima il monegasco: un tre volte campione del mondo dovrebbe avere imparato che certe cose non si fanno. Max che combini? Ammettiamo però che Verstappen in versione “raikkoniana” durante le conferenze stampa ci è piaciuto molto.
Voto 5 alla Ferrari, che durante l’ultima safety car ha lasciato Leclerc in pista mentre tutti dietro di lui si sono fermati: certo in questi casi chi è davanti è svantaggiato perché non può sapere cosa faranno gli avversari ed effettivamente Leclerc si era fermato appena 5 giri prima, ma siamo sicuri che con gomme nuove, magari medie, le cose non sarebbe andate diversamente? Per il resto la “rossa” di quest’anno si conferma regina dei circuiti “senza curve”, e questo dice molto su un progetto non clamorosamente sbagliato, ma certamente mai sbocciato.
A proposito di pista, quella di Las Vegas è brutta quasi come quella degli anni ’80, solo che ora ci sono le lucine colorate: una pista bella solo nelle inquadrature dall’alto (dove non si vedono le F1 che corrono, ma sono dettagli…). Poi certo su un tracciato dal disegno elementare, proprio perché non fa selezione, è facile che si sviluppino gare emozionanti, specie se è circondato dai muretti (un esempio “classico” è il circuito di Montreal). Quindi? Diciamo brutta ma efficace ai fini dello spettacolo. Però rimane una pista senza personalità, a differenza comunque di altri cittadini moderni con Singapore e Baku (e perfino Miami). Voto 6. O forse con il tempo il suo marchio di fabbrica sarà proprio questa sua strana semplicità in un’epoca in cui i nuovi tracciati tendono a essere sempre più elaborati. In fondo oggi rimpiangiamo tutti la vecchia Hockenheim... Lo capiremo tra qualche anno.
Voto 3 invece alla Fia per l’ennesima figuraccia, perché penalizzare un pilota per un evento causato dagli organizzatori del gran premio e dichiarare che si vorrebbe non penalizzarlo ma sono costretti ad applicare il regolamento è surreale. O meglio, è perfettamente comprensibile sul piano razionale (la Direzione Gara applica i regolamenti, che non si riscrivono di volta in volta, per non parlare dei rischi di eventuali ricorsi da parte di terzi). Resta però l’impressione una volta di più di una F1 prigioniera delle sue regole, che poi è anche un modo per non prendere decisioni scomode. Un tempo la cosa si sarebbe risolta nel motorhome di Zio Bernie (Ecclestone).
Voto 0 invece a Wolff che non ha fatto mistero di trovare del tutto normale che un pilota sia penalizzato per un tombino lasciato non sigillato dagli organizzatori. Ne riparliamo ad Abu Dhabi se un lampione dovesse cascare sulle monoposto Mercedes appena scaricate dal camion…