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Chi sono i promossi e i bocciati di Monza? Scopriamolo insieme, sfogliando le pagelle del Gran Premio d'Italia 2024 di Formula 1.
Pareva e doveva essere una passerella arancione, è diventata una festa rossa: quando è stato chiaro a tutti che Leclerc, che si era trovato in testa dopo il secondo pit stop di Piastri e Norris, non aveva nessuna intenzione di fermarsi è iniziato un estenuante conto alla rovescia sulle tribune, rinfrancate dal constatare che Piastri era troppo lontano e soprattutto non aveva il ritmo per andare a prendere la Rossa. E la gestione magistrale degli ultimi giri è stato indubbiamente un capolavoro di Leclerc, ma un capolavoro il monegasco l’aveva compiuto anche prima, girando su tempi solidissimi per tutta la gara, accumulando un capitale di secondi che poi si sarebbe rivelato decisivo. Voto 10 e lode a Leclerc, campione ritrovato che merita solo di essere assistito da una macchina competitiva.
Voto 10 però anche al muretto Ferrari, che ha avuto l’intuizione giusta mentre tanti sono andati su due soste “per sicurezza”, sbagliando clamorosamente. Tra i meriti di Vasseaur c’è indubbiamente anche quello di avere sistemato un settore in passato disastroso a Maranello, e i risultati si vedono.
Voto 8 a Piastri, abbastanza veloce e sfrontato da fare lo sgambetto alla Roggia al suo compagno di squadra, “teoricamente” in lotta per il Mondiale, ma non per andare a riprendere Leclerc, e non ancora con una visione di gara tale da suggerire alla squadra un cambio di strategia. Insomma un’altra gran bella gara, ma l’obiettivo vero era un altro.
Voto 5 invece a Norris, il Paperino della F1, perché anche Paperino a ben guardare con la sua ingenuità era spesso complice della sfortuna che si accaniva inesorabile su di lui. Alla Roggia l’inglese confidava evidentemente sulla non belligeranza di Piastri, ma dovrebbe aver capito che con quelli come l’australiano c’è poco da scherzare… Tanto più che in McLaren hanno scelto di lasciare corsa libera ai loro piloti, ritenendo (forse giustamente) troppo grande il gap di Verstappen su Norris in classifica. E poi il “lungo” sempre alla Roggia, altra sbavatura evitabile, e l’incapacità di andare a riprendersi in pista la posizione sul compagno di squadra. E così il libro dei rimpianti si è riempito di un’altra pagina.
Fuori dal podio, voto 6,5 a Sainz, che avrebbe meritato di essere lassù a fine gara per congedarsi dal pubblico ferrarista, ma stavolta la sua gara è stata su un altro livello rispetto a quella di Leclerc, e non in senso positivo: lo spagnolo di per sé non ha corso male, ma per salire su quel meraviglioso podio serviva evidentemente un’intensità che non è riuscito a trovare a differenza del compagno di squadra. Peccato.
Voto 6,5 a Hamilton, dietro a Russell in qualifica ma a differenza del compagno di squadra autore di una gara immune da errori e sempre davanti a Verstappen. Siccome però il Verstappen in questione non è quello in formato Max(i) di inizio stagione, c’è poco da stare allegri: di fronte ai “suoi” tifosi sarebbe stata gradita una presentazione migliore invece l’inglese ha svolto poco più di un compitino, anche se evidentemente le Mercedes a Monza non ne avevano per puntare al podio.
A proposito dell’olandese: vederlo viaggiare così nell’anonimato più assoluto sconcerta, ma siccome sarebbe capace di tirare la staccata anche su 3 ruote, è doveroso riconoscergli le attenuanti tecniche, oltre ad una grande sincerità e insolita pacatezza nel raccontare le sue difficoltà. Voto 7 sulla fiducia, aspettando che in Red Bull ritrovino la chiave della scrivania di Newey.
Voto 5,5 a Russell, che ha sprecato tutto alla prima staccata, anche se è stato bravo ad evitare di “sbocciare” le McLaren. E poi su quel “tutto” c’è da intendersi, perché il podio difficilmente sarebbe arrivato. Ma come ti insegnano quando fai la patente, mai distrarsi alla guida.
Ottavo Perez, che per assurdo nella tempesta tecnica che sta attraversando la Red Bull è un risultato pure più che dignitoso. Anche a Monza il messicano non ha commesso errori particolari e in qualifica il distacco da Verstappen era meno di un decimo. Insomma, in crisi quando la Red Bull era ancora vincente, il messicano si è ritrovato (almeno lui) ora che a smarrirsi sono stati gli ingegneri. Ma per una volta non è lui il “problema” del team e forse questo gli dà una paradossale serenità. Voto 7 di incoraggiamento.
Voto 8 ad Albon, nuovamente a punti con la Williams, dopo essere entrato anche in Q3: il thailandese quando c’è l’occasione di fare bene difficilmente la spreca e a Monza ne ha dato un’altra dimostrazione, arrivando “primo degli altri”, ovvero mettendosi alle spalle un bel po’ di gente che tecnicamente almeno sulla carta sarebbe meglio attrezzata. Bravo.
Un punticino lo ha preso anche Hulkenberg, autore dell’ennesima prestazione da grandissimo professionista della velocità: voto 8 anche a lui, sempre sul pezzo.
Fuori dai punti, voto 8 di incoraggiamento a Colapinto per un debutto del tutto positivo e senza errori: pur essendo un pilota del programma junior della Williams, il suo nome era spuntato un po’ a sorpresa (ma allora cosa servono questi programmi junior?). Nelle categorie minori aveva sempre dimostrato di sapersi adattare rapidamente nei cambi di categoria e anche nel passaggio in F1 ha confermato questa attitudine. Ora sarà interessante osservarlo nelle prossime gare, quando inevitabilmente vorrà e dovrà osare di più, ma sempre senza fare danni.
Voto 10 e lode invece al podio di Monza e a tutti i tifosi che erano lì sotto a fine gara: una marea umana (al di là del colore rosso dominante) che è una delle più belle immagini del motorsport. Almeno questo Liberty Media e Fia non sono ancora riusciti a rovinarlo.
A proposito di rosso, voto 0 alle divise nere della Ferrari: ma proprio a Monza, per la festa dei tifosi, dovevano vestirsi a lutto?