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Monza è il tempio della velocità, un tracciato anomalo nel panorama della F1 che va preparato con un assetto specifico che non si usa in nessun altro tracciato del mondiale. Una pista unica al mondo che obbliga a gareggiare con bassissimo carico aerodinamico.
La monoposto qui, con ali limitate di dimensioni, diventa piuttosto difficile da maneggiare perché ai piloti sembra molto più leggera e meno stabile in curva.
A Monza più si diminuisce il carico aerodinamico, migliori sono i tempi sul giro. Qui tutti i team portano alettoni posteriori che riducono al minimo il drag (carico aerodinamico), l'ala adotta elementi di corda e profondità minima e vengono eliminate le alette poste sul finire del cofano motore.
La Mercedes ha portato a Monza un'ala posteriore ancora più scarica rispetto a quella usata a Spa. Il flap superiore che non raggiunge l'altezza delle paratie laterali è leggermente più basso rispetto a quello adottato in Belgio. Anche l'elemento principale ha una profondità ridotta al minimo. Nei disegni si nota quanto sia differente il disegno dell'ala scarica usata a Monza con quella utilizzata a Montecarlo pista di alto carico aerodinamico.
Testo e disegno di: Gabriele Pirovano