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Fosse stata una partita di calcio, il GP d'Italia sarebbe stato diviso nettamente fra il primo tempo, noioso e scialbo, e il secondo tempo in cui si è ravvivata dando uno degli spettacoli più belli da anni a questa parte. Alla fine non è mancato nemmeno il vincitore a sorpresa, quel Pierre Gasly che con l'Alpha Tauri, squadra italianissima con sede a Faenza dove sorgeva la Minardi e capitali austriaci della Red Bull, ha vinto una di quelle corse della vita che restano per sempre nella mente. Il tutto mentre la prima parte di corsa ha visto il solito copione: Hamilton in testa, Bottas attardato, Sainz e le McLaren vivaci e la Ferrari annaspante.
Poi si è cominciato a capire che le cose avrebbero preso una brutta piega per i ferraristi quando Vettel, col posteriore che faceva fuoco e fiamme, è finito lungo alla prima chicane e poi si è ritirato senza freni: "Visto che martedì sono al simulatore, almeno quello frena" ha ironizzato. La debacle Ferrari è proseguita con Magnussen, che ha lasciato una scia di olio per strada a causa di un cedimento del motore della sua Haas e la sua fermata in zona pericolosa, ha fatto entrare la safety car. Erroraccio da cartellino rosso per la Mercedes, che faceva rientrare ai box Hamilton, nonostante la corsia fosse chiusa ed errore da dietro la lavagna per l'Alfa Romeo, perché far entrare ai box Giovinazzi, che era staccato di mezzo minuto e non capire cosa fosse successo, è perlomeno sintomo di distrazione che in F.1 non puoi permetterti.
In questo frangente chi aveva giocato le carte della buona sorte è stato Gasly, che aveva appena cambiato le gomme, era risalito nelle posizioni di testa e si è trovato al posto giusto nel momento giusto. Infatti, alla ripartenza con Hamilton che prendeva il comando ma tornavo subito ai box per scontare la penalizzazione, Stroll vanificava tutto finendo lungo nel duello con Giovinazzi e Raikkonen e perdeva lo spunto, Gasly aveva le migliori gomme per il momento e Sainz era finito troppo dietro per tentare subito un attacco al francese. Da qui la rincorsa dello spagnolo e la tenacia di Gasly in testa, capace di mantenere un buon ritmo, non sbagliare nulla e rintuzzare i tentativi di giri veloci di Carlos.
Il finale è vissuto proprio su questo duello feroce dove Pierre, milanese di adozione (vive in città ed è fidanzato con una ragazza di Bologna oltre ad avere i nonni italiani) ha saputo rifarsi di una carriera da montagne russe: vincere la GP2, finire in F.1, essere promosso in Red Bull poi retrocesso nel team B e ora andare a vincere proprio con la squadra che doveva essere la punizione per le mancate prestazioni con la Red Bull. Nel frattempo, in attesa di capire cosa accadeva davanti, Hamilton risaliva dall'ultima posizione mangiando secondi su secondi ed esibendosi in sorpassi da manuale. Dopo il primo giro aveva 23 secondi di svantaggio dal penultimo. A suon di sorpassi e giri veloci, con le gomme più dure, è risalito fino alla settima posizione. A confronto Bottas lì è partito e lì è rimasto. Chi pensava che il divieto delle mappature da qualifica potesse cambiare le cose, è stato smentito. I valori in campo sono rimasti identici. Unica consolazione, con questa battuta a vuoto Hamilton non potrà raggiungere il record di Schumacher al Mugello. Sarebbe stata una beffa che i ferraristi non meritano. Vedremo fra sette giorni cosa succederà.