F1, GP Italia 2020: la Mercedes è un missile, ma anche i piloti non scherzano

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La Mercedes nelle qualifiche del Gran Premio d'Italia 2020 di Formula 1 a Monza è un missile, ma anche i piloti hanno dato il loro contributo. Carlos Sainz stupisce con il terzo posto, mentre la Ferrari è ancora lontana dalle posizioni di vertice
5 settembre 2020

Qualcuno ci è rimasto male di sicuro, perché da Monza sarebbe scattato il divieto al "party mode" ovvero alla mappatura dei motori da qualifica, quella che spreme più cavalli e che sarebbe stato il segreto delle Mercedes contro i rivali. Invece, introdotto il divieto, pur senza la "mappa del tesoro" le Mercedes hanno suonato la concorrenza come non mai. Lewis Hamilton ha ottenuto la 94 pole della carriera col nuovo record del tracciato a oltre 264,362 km/h di media (Raikkonen nel 2018 aveva segnato 263...). Al fianco di Lewis ci sarà Bottas, con appena 69 millesimi di distacco che a quella velocità rappresenta qualche centimetro che fa la differenza fra l'essere il numero uno o lo sconfitto del giorno.

Vedere Lewis entrare alla prima di Lesmo in sesta marcia alleggerendo il piede, poi alla Ascari in quinta mettendo la sesta a metà curva, in appoggio e uscire di settima marcia, fa capire come le Mercedes siano dei missili, ma che i piloti attuali non scherzano affatto visto che ai tempi di Schumacher si entrava in quelle curve con una o due marce in meno. E poi i 264 di media vogliono dire tanto. Se si pensa che la prima chicane la fanno a 70 orari e la seconda, se va bene, a 110, si capisce come si giri sempre col gas a fondo oltre i 340 orari. Roba da togliere il fiato.

Monza celebra però anche il prossimo ferrarista, Carlos Sainz, la cui McLaren Renault è stata capace di un terzo tempo a 8 decimi dalle Mercedes e qui si apre un capitolo gioioso da un lato, doloroso dall'altro. La gioia sta nel vedere che i primi 7 piloti sono racchiusi in 169 millesimi, con distacchi minimi da una posizione all'altra. Come dire che Ricciardo, il settimo, se solo fosse riuscito a prendere una scia decente sarebbe stato terzo invece che Sainz, il quale per 25 millesimi si è messo dietro Perez che a sua volta, per 75 millesimi, ha preceduto Verstappen e Norris, ad altri 25 millesimi.

Con distacchi così minimi vedere le Ferrari di Leclerc e Vettel in tredicesima e diciassettesima posizione, e qui parliamo di dolori, fa capire come per quanto in crisi la rossa, la realtà parla di pochi decimi che con un gruppo così compatto fa la differenza. Un conto sarebbe dire la Ferrari è a tre decimi dalla seconda fila, un altro scorrere lo schieramento e trovare i due piloti in griglia dalle parti di Piazza Duomo a Milano, tanto per fare una battuta. Con la situazione tecnica che vede i motorizzati Ferrari in fondo alla griglia (deludente Giovinazzi, 18esimo con evidenti problemi con la sua Alfa al contrario di Raikkonen, quasi non sia un caso tutto ciò...) e i due della Haas (che non ha fatto sviluppi da inizio anno) fa capire come basterebbe poco per fare un salto in avanti.

Servirebbe portare quelle modifiche che possano far guadagnare quei due o tre decimi e permettere ai piloti di partire in posizioni più dignitose. Con una griglia così compatta, invece, ogni decimo perso vuol dire da 3 a 6 posizioni sullo schieramento. Un lusso che la Ferrari di oggi, complice anche una scelta sbagliata in Q1, quando Vettel è stato lanciato nel traffico, non può permettersi. Già si è lenti, poi si sbaglia qualcosa, i risultati possono essere solo questi. In ogni caso, se fossero scaramantici, con 13 e 17 in bella evidenza, almeno con uno dei due dovrebbero azzeccare qualcosa in gara...

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