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Il popolo ferrarista ha un nuovo profeta, consacrato ieri nel tempio più sacro, al termine di una gara per certi versi epica. Sì perché Leclerc ha disputato una corsa davvero leggendaria, reggendo giro dopo giro alla pressione di Hamilton, proprio mentre il suo compagno di squadra per l’ennesima volta dimostrava di non sostenere proprio, non più, le situazioni difficili. E così il monegasco si è preso tutto: la vittoria, il cuore dei tifosi e, dettaglio non secondario, la squadra. Veloce e cinico come solo i campioni sanno essere: al sabato quando ha conquistato la pole e poi si è messo davanti a Vettel troppo tardi per tirarlo, con la scusa del traffico, e la domenica quando ha stretto Hamilton - mica un Bottas qualsiasi - alla Roggia, in equilibrio perfetto tra l’incidente (o una scorrettezza grave da sanzionare) e una manovra durissima ma tollerabile secondo i nuovi principi che si è data la F1. Del resto dopo l’Austria l’aveva detto il monegasco, di aver capito di dover e poter essere più aggressivo… detto e fatto. Voto 10 e lode, immenso.
E voto 10 alla Ferrari stavolta, perfetta nella gestione della strategia così come nell’avere sviluppato una power unit davvero fenomenale: una vittoria di motore come sarebbe piaciuta a Enzo Ferrari.
L’altra metà del box ferrarista, però, aveva ben poco da festeggiare: un errore ci può stare, ma ormai l’elenco è lunghissimo. E comunque non a Monza, non con un’auto in grado di portarlo al 2° posto se solo avesse corso con lo smalto dei giorni migliori; per non parlare del rientro in pista da kamikaze che sanzionerebbero perfino nelle gare amatoriali, anche perché oggettivamente pericolosissimo. Scriviamo e commentiamo sempre le stesse cose, ma è Vettel a commettere sempre gli stessi errori e forse sarebbe il caso a Maranello di fare una valutazione più drastica, anche se alternative immediate di mercato non ce ne sono. Continuare un matrimonio così fino alla fine del 2020 appare però un po’ più difficile dopo Monza. Voto 3, disastro.
Al 2° posto Bottas, un bel risultato dopo l’ennesima gara solida ma senza mordente: ormai un marchio di fabbrica per il finlandese, che con il proverbiale senno di poi ha potuto contare sulla strategia migliore rispetto ad Hamilton, ma quando è toccato a lui farsi sotto a Leclerc non è mai riuscito a essere realmente un pericolo per la Ferrari. Voto 7: c’era anche lui.
Il 3° posto invece va decisamente stretto ad Hamilton, che ancora una volta ha messo in mostra una tenacia e una “fame” da campione vero: per tutta la gara è stato con il muso piantato nel cambio di Leclerc, sfruttandone la scia, cercando di innervosirlo, provando a costruire un attacco, perfino affiancandolo (alla Roggia). Il sorpasso vero non è mai arrivato, complice un super motore Ferrari e un Leclerc invalicabile, però l’inglese ancora una volta ha dato spettacolo. Voto 8,5, grazie.
Finalmente ai piani alti Ricciardo, dopo una Spa avvilente: il 4° posto è una boccata di ossigeno per il morale e per la classifica, e anche se la sua gara non è stata particolarmente emozionante, per una volta va bene così. Voto 8, bentornato.
Solidissimo 5° Hulkenberg, che completa così la “festa” Renault con un’altra prestazione piena di sostanza e di dignità, buona soprattutto per farsi vedere agli occhi di chi continua a non raccogliere il minimo sindacale di punti (leggi Haas). Intanto voto 7,5 con una menzione speciale per la bella partenza.
Ancora un buon piazzamento a punti per Albon, 6° al traguardo, anche se stavolta il vantaggio tutto sommato ridotto su Verstappen, partito dal fondo e penalizzato pure da un pit stop per sostituire un’ala danneggiata, dimostra che al primo confronto vero tra i due saranno dolori anche per il giovane thailandese. Intanto comunque voto 7, per ora va benissimo così.
In proporzione, è forse da apprezzare di più il 7° posto di Perez, anche lui partito dal fondo e risalito giro dopo giro, una specialità per il messicano. Voto 7,5, veloce e concreto come sempre.
Con tutto quello che gli è capitato, l’8° posto per Verstappen potrebbe sembrare perfino un buon risultato, ma serviva proprio scassare il musetto partendo ultimo? Un altro errore di foga dopo la partenza a dir poco ottimistica di Spa. Voto 5, ci ha abituati molto meglio.
Finalmente a punti Giovinazzi e stavolta l’italiano ha fatto tutto per bene: non entra in Q3 per un soffio, ma in gara è a lungo solidissimo 6° addirittura, prima di dover cedere a chi è meglio attrezzato sul piano tecnico, ma va benissimo così. Voto 8,5, bravo!
Chiude la zona punti Norris, un altro partito da Lambrate causa sostituzione della power unit, e quando una gara comincia così è difficile pretendere di più, perfino a Monza. Voto 7 perché comunque ancora una volta non ha sbagliato niente.
Fuori dai punti, voto 5 a Stroll che poverino, Vettel gli ha distrutto quella che poteva essere una gran bella gara e il canadese gli ha dato giustamente dell’idiota via radio, salvo poi comportarsi esattamente allo stesso modo al momento di rientrare in pista. Memoria corta, anzi cortissima.
E voto 5 alla Sauber, che “sbaglia” le gomme con cui far partire Raikkonen: va bene che la questione era un po’ più controversa di come sembra, però se sei un team di F1 il regolamento dovresti leggerlo bene…
E siccome ultimamente l’abbiamo un po’ bistrattata, stavolta voto 7,5 alla Renault, che a Monza è letteralmente rinata, probabilmente perché il tracciato non richiede molta deportanza: dalla prossima gara forse saranno di nuovo dolori, ma intanto va benissimo così.
E voto 7 di incoraggiamento anche a Sainz, ancora una volta a piedi mentre stava facendo una gran bella gara: lo spagnolo corre da protagonista e convince sempre, anche quando non riesce a vedere il traguardo.
Leclerc 10 e lode
Ferrari 10
Hamilton 8,5
Giovinazzi 8,5
Ricciardo 8
Perez 7,5
Hulkenberg 7,5
Renault 7,5
Albon 7
Bottas 7
Norris 7
Sainz 7
Verstappen 5
Stroll 5
Alfa Romeo Racing 5
Vettel 3