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Quali prospettive vedono i team manager di F.1 sul futuro della categoria e, sopratutto, da dove potranno arriveranno i soldi per garantire l'attuale tenore delle scuderie? Chris Horner, team manager della Red Bull, ha le idee chiare: "Noi abbiamo un marchio molto particolare, fa bibite energetiche, che ha sposato una filosofia di comunicazione in cui la F.1 è al centro, ma siamo presenti anche in altri settori non tradizionali. I soldi delle TV, col pagamento dei diritti, sono stati fondamentali per tutti noi, purtroppo però ai soldi incassati non ha fatto seguito un aumento dell'audience, per cui da un lato dobbiamo dire grazie alle TV a pagamento, che ci hanno dato nuova linfa, dall'altra abbiamo perso visibilità, cosa fondamentale per chi è in F.1 per comunicare".
"Credo che il futuro della F.1 sia internet. I grandi motori di ricerca, i social network, hanno soldi e pubblico sufficiente per darci quello che cerchiamo. Il rischio di una bolla economica, ovvero che i soldi siano solo virtuali? Non credo, Google o Facebook hanno bilanci notevoli e consolidati, la cosa più importante è rendere appetibile il nostro sport e renderlo vendibile, è questa la sfida. E penso anche all'e-commerce, ci sono giganti che stanno crescendo nelle vendite globali, la F.1 è uno sport globale e quindi le due cose devono e possono abbinarsi".
Anche Toto Wolff, presidente di Mercedes AMG, la scuderia che ha vinto gli ultimi tre mondiali, non ha dubbi: "Una volta c'erano gli sponsor delle sigarette, poi siamo passati all'alcool. Oggi, secondo me, gli unici che hanno i soldi per investire negli sport sono le piattaforme internet. Penso a Facebook, che potrebbe trasmettere le immagini delle gare e alle società legate al business mondiale del commercio elettronico".
Una volta c'erano gli sponsor delle sigarette, poi siamo passati all'alcool. Oggi, secondo me, gli unici che hanno i soldi per investire negli sport sono le piattaforme internet
"Sono gli unici che hanno i soldi da investire, se pensi che uno spettatore potrebbe pagare un solo euro per vedere la gara e il pubblico potenziale di Facebook supera il miliardo di persone, facendo due conti si capisce bene che la cosa converrebbe a tutti. Credo che siamo in una via di mezzo, in cui i vecchi sistemi di trasmissione, come le TV a pagamento o i giornali, siano in difficoltà rispetto al potenziale dei social media e del mondo del web, che credo debba ancora essere apprezzato e sviluppato a dovere. Non so se accadrà, ma ad oggi non vedo altre soluzioni".
Che ne pensa un grosso sponsor come Pirelli, fornitrice delle gomme? "Oggi i ragazzi usano Ipad e cellulari - dice Mario Isola, responsabile F.1 in pista - non si può attrarre questo pubblico giovane con mezzi tradizionali, è una via obbligata dare a questi potenziali appassionati tutto quello che può rendere appetibile la F.1, dagli high light delle gare, ai gran premi interi, anche se un ragazzo non sopporta forse le quasi due ore di una corsa. E' una sfida interessante che riguarda tutti".