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Il primo Gran Premio d'Italia si disputò il 4 settembre 1921 a Montichiari in provincia di Brescia, su un circuito ricavato da strade aperte al traffico. Oggi da quelle parti c’è un aeroporto e il ricordo, forse, del primo gran premio nazionale.
L'anno seguente fu costruito l'Autodromo Nazionale di Monza e da allora si è sempre corso sulla pista monzese, fatta eccezione per quattro edizioni (1937,1947, 1948 e 1980).
Nel 1928 si verificò, durante la corsa, un gravissimo incidente: il pilota Emilio Materassi perse il controllo dell'auto sul rettilineo d'arrivo e a 200 km/h piombò in mezzo al pubblico a bordo pista uccidendo 22 persone. A seguito di questo evento nei due anni successivi il Gran Premio non si svolse, riprendendo solo nel 1931. Nel 1937 si corse sul circuito di Montenero a Livorno, per ritornare l'anno seguente a Monza per l'ultima edizione prima della Seconda guerra mondiale.
E’ una gara molto sentita per i tifosi Italiani, il tifo per la Ferrari è molto forte, quando la Ferrari vince, qui a Monza è un delirio, vedere tutti questi tifosi, che invadono la pista è qualcosa di meraviglioso. Qui la Ferrari gioca in casa, con la Ferrari ho lavorato 11 anni, ed i ricordi sono tantissimi.
Un ringraziamento particolare va al mio presidente Jean Todt, grandissima persona, ho per lui una grande stima, lo stesso è per Stefano Domenicali, che ringrazio con piacere, persona fantastica. Desidero ringraziare anche tutto il Team Ferrari, dietro ogni vittoria c’è il loro cuore, so con certezza che ci mettono anima e corpo per vincere i gran premi.
La bellezza di ogni vittoria a Monza erano i festeggiamenti sotto il motorhome, io mi dilettavo a preparare qualsiasi cosa, festeggiare qui a Monza è indescrivibile, difficile spiegare le emozioni. Devo dire che di emozioni ne ho provate tante, anche se durante la settimana lavoravi molte ore, alla fine si vinceva e la stanchezza spariva.
La cucina Italiana, parlarne ci vogliono paginate di servizi, è la migliore del mondo. Non abbiamo rivali, nonostante tutto cercano di copiarci o di imitarci, e non ci riusciranno mai.
Grazie a questo lavoro, ho avuto modo di conoscere moltissimi cuochi Italiani che lavorano in tutto il mondo, ora sono circa 2500 i miei contatti internazionali. E grazie a loro che, essendo nelle migliori catene alberghiere, tengono in alto il nome della cucina Italiana nel mondo.
Oltre a loro ci sono molti importatori Italiani, anche loro vanno ringraziati, perché grazie a loro oggi tutti i team di formula 1, si riforniscono da loro. Insomma, mancheranno i piloti italiani ma per la cucina non ci sono rivali, siamo i numeri 1!
La ricetta,o le ricette, sarebbero molte, difficile scegliere oggi quella che vorrei scrivere, è un dilemma.
Ricetta: Manzo all’olio
Ingredienti:
Carne bovina (cappello del prete o similare) da 1 kg in su, prezzemolo fresco, aglio, acciughe , capperi, olio d’oliva, acqua, sale (poco o niente), pan grattato (eventuale).
Preparazione:
Prendete il pezzo di carne e, con un coltello a lama sufficientemente larga e ben affilata, incididete profondamente in maniera trasversale su tutti i lati per formare delle "tasche" nelle quali introdurre le acciughe desalate e sfilettate con un pezzetto d’aglio. Infarinare la carne. Metterla in un tegame stretto e alto. Unire l’acqua fino a coprire la carne. Aggiungere un bicchiere d’olio d’oliva, 3 o 4 acciughe e il sale (in modica quantità). Portare il tutto a ebollizione, fino a fare evaporare l’acqua. Cuocere la carne per 3 ore circa, a fine cottura togliete la carne dalla pentola e posatela su un tagliere in attesa che si raffreddi, intanto preparate un pesto con il prezzemolo, l’aglio, le acciughe spinate e pulite, i capperi, aggiungendo il tutto al sugo rimasto, facendolo amalgamare per alcuni minuti a fuoco lento. Se risultasse troppo liquido potrete aggiungere uno o due cucchiai di pan grattato per addensarlo un po’. Tagliate poi la carne a fette uguali ponendole distese nella pentola e copritele con il sugo. Lasciate riposare per alcune ore, o meglio anche fino al giorno dopo. Fate poi riscaldare e servite, accompagnando il piatto con abbondante polenta.
Gianfelice Guerini