Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Bei tempi, gli anni Novanta. Non serve la canzone dell’amico del Rossi ex-MotoGP, Cesarone, a ricordare com’era meglio, per tante cose, quando correva Senna.
Eppure, tornando nella settimana del GP F1 di Imola 2022, a quel 1992 di 30 esatti anni orsono… Il GP di San Marino corso a Imola, per quella F1 significava un solo comune (per la stagione, invero) dominatore: l’ex-ferrarista Nigel Mansell tornato in Williams che vince la sua QUINTA GARA DI FILA, su cinque disputate di quel campionato.
Che vuoi: la macchina inglese, con le sospensioni attive, i motori francesi, con due cilindri meno dei 3.5 di Maranello o Modena (per Sant'Agata), ma una certa distribuzione... Non era la Ferrari di oggi, per fortuna dei tifosi attuali (ne abbiamo parlato già a inizio stagione, della F92A).
Ripercorrere in sintesi quella gara è semplice, gratificandosi della bontà delle Rosse oggi, rispetto al 1992, ma con un rammarico: otto italiani iscritti, tutti qualificati, uno sul podio (“come norma” dietro al compagno di squadra inglese) con ben cinque squadre tricolori ad animare pit-lane e paddock.
Nelle prove di qualifica “vanno le coppie”: pole position dell’inglese con i baffi davanti all’altra Williams, del compagno di squadra Riccardo Patrese, distaccata per ben un secondo.
Poco oltre le due McLaren di Ayrton Senna e Gerhard Berger. Terza fila per due Benetton, guidate da due tosti come Michael Schumacher e Martin Brundle (il distacco arriva ai due secondi).
Le Rosse? Ferrari affiancate in quarta fila, con Alesi davanti a Capelli. In Top-10 spazio per un altro italiano, con Alboreto nono sulla Footwork.
Di riguardo l’elenco dei non qualificati alla partenza. Perché ai tempi, non tutti gli iscritti ci stavano in gara e qualcuno veniva escluso: Hakkinen su Lotus e Damon Hill su Brabham. Non prendono posto in griglia i due futuri campioni del mondo, come anche due piloti motorizzati Lamborghini: Gachot e Katayama.
Il GP di San Marino F1, trenta anni fa, dopo una ripartenza, conferma il dominio Williams: con le due monoposto di Mansell e Patrese capaci di gestirsi la gara. Solo momentaneo, per via delle soste ai box, il terzo posto della Rossa di Alesi.
L’altra Ferrari, di Capelli, si ritira per un’uscita infelice (come sarà altre volte in stagione) al 12esimo giro, così anche la Benetton Schumacher, nove giri dopo a causa di un contatto deve abbandonare.
Più folcloristico e dannoso quello successivo contatto, nelle posizioni che contano: nel tentativo di sorpasso di Berger ai danni di Alesi, che non vuole cedere, i due si danneggiano devondosi arrendere, entrambi. Lasciano con anticipo l’onore del primo posto, dietro ai missili motorizzati Renault, al grande Senna che comunque già li precedeva, di poco.
Proprio Senna, in una delle sue interpretazioni di Gran Premio al massimo della fatica dentro la monoposto, regola di misura l’ex-rivale di F.3 inglese Brundle, per accostare subito dopo la bandiera a scacchi.
Contrariamente a Mansell e Patrese, che eseguono il giusto lavoro dei bravi compagni di squadra finendo primo e secondo come da copione, il brasiliano è talmente provato che viene aiutato a scendere dalla McLaren e non salirà sul podio.
A punti, anche altri italiani: Michele Alboreto e Pierluigi Martini, autore di un grandissimo recupero sulla Dallara a motore Ferrari. Sono quinto e sesto.