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Le qualifiche del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1 hanno restituito una Ferrari a due facce, con Charles Leclerc quarto e Carlos Sainz eliminato alla Q2. Sainz è rimasto fuori per pochi millesimi - 61, per la precisione - a favore del pilota dell’Aston Martin, Lance Stroll. Dalle immagini televisive, molti hanno avuto la sensazione che Stroll potesse non aver rispettato i limiti della pista alla Piratella. Ma non è una questione di errore umano. Perché, affogato nel cordolo nella curva 9 di Imola c’è un sensore. Che rileva, senza tanti cerimoniali.
Se proprio questi benedetti track limits non devono essere fisici – la ghiaia, dopotutto, il suo sporco lavoro lo fa senza problemi – il sensore è la soluzione – passateci il gioco di parole - più sensata. Che poi non sia televisivamente immediata per chi segue da casa, è un altro discorso. Il problema di Carlos Sainz, in ogni caso, è un altro. Il fatto che Stroll abbia o meno rispettato i limiti della pista non toglie che lo spagnolo ha accusato quattro decimi di distacco nei confronti di Charles Leclerc a parità di gomma.
Il problema sta tutto qui. E lo ha confermato lo stesso Sainz, che, a caldo, ha spiegato di non essere riuscito a mettere insieme il puzzle delle varie curve per ottenere un giro competitivo. Ed è in buona compagnia, peraltro. Andando a vedere i risultati delle qualifiche, si vede come, nelle lotte tra nuovi compagni di squadra, abbia prevalso quasi in tutti i casi il pilota che faceva già parte del team lo scorso anno. È stato così per Vettel con Stroll, e – questo stupisce sicuramente di più – Alonso con Ocon.
Le uniche due eccezioni sono Sergio Perez, splendido secondo con la Red Bull, che ha battuto Max Verstappen per una manciata di millesimi, e Daniel Ricciardo. Che, però, ha prevalso solo per la cancellazione del tempo rimediata da un velocissimo Lando Norris. Norris ha accarezzato addirittura la prima fila, prima di sprofondare a causa dello stesso beffardo sensore che, una ventina di minuti prima, aveva fregato pure Sainz.
Imola è una pista infingarda, seducente quanto difficile da domare. Gli errori si pagano. Nel peggiore dei casi, come quello di Yuki Tsunoda, si finisce a muro. Nel migliore, si termina molto lontano dal compagno di squadra. E per Carlos rimontare sarà tutt’altro che facile. Perché ogni sorpasso sulle rive del Santerno dev’essere pensato, studiato, sudato. Il passo gara della Ferrari convince, ma Carlos poteva e doveva essere più avanti. Cercherà di rifarsi domani, con la consapevolezza di dover essere più incisivo in qualifica.