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Il digiuno è finito e rivedere la F.1 in pista a Imola ha fatto tornare la mente al passato e ai vari momenti legati a questo tracciato. E per onorarla al meglio, i due della Mercedes ci hanno dato dentro come sempre e senza risparmiarsi: Bottas davanti ad Hamilton di un soffio, poi il solito Verstappen e la Ferrari soltanto settima con Leclerc al solito secondo di distacco. Ma tutti, su quelle curve e quelle discese, hanno ricordato quanto vale questo impianto che merita tornare in pianta stabile nel circus iridato. La pole è stata una questione a due, troppo superiori le Mercedes per consentire ad altri di inserirsi nella loro lotta e stavolta, per 97 millesimi, è stato Bottas a mettersi davanti ad Hamilton che, il giro prima, lo aveva preceduto di 40 millesimi. Sono distacchi talmente minimi e senza significato che lasciano aperta la porta a un duello vero, senza risparmi, nella gara di domenica.
E allora, visto che davanti l'incognita riguarda solo uno dei due alfieri Mercedes, il resto della truppa ha sorpreso per alcune prestazioni. A partire da Gasly, con un casco dedica a Senna talmente dedica da sembrare una operazione di marketing studiata a tavolino come si deve, visti i colori ma sopratutto quel logo Honda (quello dell'Alpha Tauri) che dalla quarta posizione, a fianco di Verstappen, fa capire come il motorista giapponese sia l'unica alternativa ai Mercedes e peccato che lascino la F.1 il prossimo anno, ma se le premesse sono queste, ovvero far volare pure una Alpha Tauri (che poi è la Red Bull... dei poveri) si capisce molto. La Ferrari, al solito, è a due facce: Leclerc che spreme tutto e si piazza a ridosso dei primi, pur staccato di un secondo, Vettel perso nel girone dei dannati della Q2 con distacchi notevoli dal vertice, ma coinvolto nel gruppone dove i due decimi fanno la differenza fra il 14 posto e la salvezza... Difficile capire dove sia la verità, cioè se macchina diversa o pilota svogliato oppure tutte e due insieme, ma i decimi di differenza non sono tali da far pensare a favoritismi della squadra quanto a un Vettel che svolge il compitino.
Deludente Alfa Romeo: Raikkonen poteva andare in Q2 ma la regola della cancellazione dei tempi per aver superato le righe di alcune curve (ridicola e antisportiva, solo al mattino 60 tempi cancellati!) lo ha lasciato dietro mentre Giovinazzi, fresco di riconferma, parte mestamente ultimo e staccatissimo pure da Latifi con una Williams claudicante. Strano ma segno di qualcosa che non va nell'assetto perché non è da Giovinazzi beccarsi questi distacchi. Per il resto, la gara è a porte chiuse ma a balconi aperti: con tutta la gente assiepata e con alcune strutture a ridosso dell'impianto, in molti si sono visti la F.1 al ritorno standosene a casa e ospitando amici, conoscenti o semplici avventori occasionali. Un peccato perché Imola meriterebbe il pienone da 150 mila spettatori. Speriamo avvenga presto e con continuità.