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Chi sono i promossi e i bocciati di Silverstone? Scopriamolo sfogliando insieme le pagelle del Gran Premio di Gran Bretagna 2024 di Formula 1.
Due anni e mezzo senza vittorie, con monoposto sbagliatissime ma anche un compagno di squadra scomodo che anagraficamente rappresentava il futuro, e spesso glielo ricordava nei tempi sul giro, soprattutto in qualifica, un tempo la sua specialità: non è mica facile essere uno sportivo all’apice e realizzare che prima o poi tutto quel circo bellissimo, a cui hai dedicato la vita, finirà e che non manca poi molto ai titoli di coda. Però forse per la prima volta in questi due anni e mezzo Hamilton ha avuto davvero un’auto con cui giocarsi la vittoria e non si è fatto scappare l’occasione: prima fila ad un soffio dalla pole position del compagno di squadra e quindi un sorpasso in pista appena il tracciato si è inumidito un po’, dimostrando che era lui quello con più voglia di rischiare, ma anche più sensibilità quando si trattava di filare a 300 km\h con le slick indovinando ad ogni curva, ad ogni giro, il limite di aderenza. E poi dopo il secondo pit stop la capacità di far durare al massimo le gomme e allo stesso tempo tenere a distanza un indiavolato Verstappen. C’è tutto il meglio del repertorio di Hamilton in questa vittoria, avvenuta tra l’altro in uno dei gran premi più belli degli ultimi 10 anni. E allora 10 e lode e lunga vita al re, che non se ne era mai andato, aspettava solo l’opportunità di dimostrarlo.
Voto 10 però anche a Verstappen, che in qualifica agguanta la seconda fila con una monoposto danneggiata, in gara limita i danni quando la monoposto non gli dà le giuste sensazioni ma resta comunque aggrappato al gruppo di testa, che poi divora nel finale, complice la solita perfetta strategia di Red Bull. Divora tutti tranne Hamilton, per il quale sotto sotto è pure contento, perché la grandezza di un campione si cementa anche con quella dei suoi avversari.
Voto 7 a Norris, che butta l’ennesima possibile vittoria (e siamo a tre di fila) con una scelta di gomme sbagliata nel finale. Però Hamilton quelle stesse gomme riesce a farle durare fino alla fine, quindi forse c’è ancora qualcosa da migliorare. La sua resta comunque una bellissima gara, ma ancora una volta non riesce a concretizzare tutto il potenziale. In attesa di sbloccarsi.
Un giudizio, che vale a maggior ragione per la McLaren, che si è trovata ad avere una monoposto vincente ma non ancora un team vincente, che vuol dire saper prendere le decisioni giuste al momento giusto, anche correndo qualche piccolo rischio. In McLaren non se la sono sentita a Silverstone e hanno sbagliato gomme con Norris e distrutto la gara di Piastri: voto 7 perché il bilancio non è negativo, però quante occasioni sprecate!
Ecco, Piastri: dice che senza quel giro in più con le slick poteva vincere e ha ragione. Per il resto una qualifica e una gara alle spalle di Norris, però stavolta ha dato il meglio di sé sulla lunga di stanza, dove in passato ha sofferto il confronto con Norris, e che spettacolo vederlo uscire di traverso dalle curve con le slick sulla pista umida. Voto 8 perché a differenza del compagno di squadra è vittima delle scelte del team senza concorso di colpe da parte sua.
Vittima sacrificale della squadra, da questo inverno, è per definizione Sainz, che però continua a dimostrarsi un gran professionista, oltre che un gran manico: a Silverstone è stato lui il trascinatore della Ferrari, e non è la prima volta che accade quest’anno. Che poi l’abbia trascinata solo fino al 5° posto la dice lunga sulla confusione tecnica che regna a Maranello (voto 3, non aver ancora capito la fluidodinamica delle monoposto a effettuo suolo è incredibile). Lo spagnolo comunque fa tutto al meglio, ad un certo punto va anche a caccia di Verstappen sfruttandone un temporaneo momento di difficoltà: niente male per un pilota scaricato. Incredibile che in Mercedes non l’abbiano messo sotto contratto. Voto 8 a prescindere.
Voto 10 e lode a Hulkenberg: splendido 6° con la Haas dopo essere entrato in Q3, con la soddisfazione di essersi messo davanti a Sainz in qualifica (per non parlare di Leclerc). Certo, la Haas aveva portato solo un pacchetto di aggiornamenti, per il tedesco, ed evidentemente questi funzionano (a differenza di quelli Ferrari), però la sua rimane una splendida prestazione. Seconda giovinezza.
Voto 7,5 a Stroll, in qualifica come in gara davanti ad Alonso: il canadese, che sull’asfalto umido spesso dà il meglio di sé, anche stavolta non ha deluso, massimizzando il potenziale di una monoposto che comunque rimane lontana dai livelli dello scorso anno.
Voto 6,5 invece ad Alonso, 10° in qualifica e 8° al traguardo, però da qualche gara non riesce più a fare la differenza rispetto al compagno di squadra, cosa strana: forse il problema sta più nella testa dello spagnolo che non in galleria del vento.
A punti anche Albon, 9°, che porta a casa altri due punticini preziosi per la Williams nel gran premio di casa: il thailandese lotta a centro gruppo, va forte e non commette errori. Voto 7,5, un’altra bella prova.
Chiude la zona punti Tsunoda, che ristabilisce così le gerarchie all’interno dell’universo Red Bull anche se per convincere Marko a promuoverlo (ma ormai se ne parla per il 2026) servirebbe qualche effetto speciale. Voto 6,5, comunque concreto.
Fuori dai punti, voto 6,5 a sorpresa per Sargeant che sfiora la top ten in una gara estremamente difficile, dove è bravo a non commettere errori. Certo, Albon chiude 9°, ma il voto positivo è anche in rapporto agli standard abituali dell’americano. Insomma, un voto positivo ma mica tanto…
Voto 5 a Ricciardo, per tutto il fine settimana alle spalle di Tsunoda: l’australiano ogni tanto si accende, ma oltre all’acuto manca anche la continuità. Resta il mistero di una carriera andata prematuramente in declino.
A proposito di declino, voto 3 a Perez, autore di un erroraccio in qualifica, di una pessima scelta in gara, quando azzarda troppo presto il passaggio alle intermedie, e in generale di una gara dove non dà mai la sensazione di iniziare una vera rimonta. Infatti finisce desolatamente fuori dai punti, mentre il suo compagno di squadra per poco non vinceva. Ormai è crisi vera.
Voto 3 anche a Leclerc, evidentemente frastornato dal passo indietro tecnico della Ferrari: questo però non giustifica l’essere rimasto fuori dalla Q3 mentre il compagno ci è entrato comodamente, né la richiesta delle intermedie su pista ancora per lo più asciutta, una scelta che è apparsa una mossa da disperati più che un azzardo tattico. Serve serenità per guidare una F1 e Leclerc comprensibilmente ora non può esserlo, ma per contratto, per destino e per tifo sarà lui il punto di riferimento a Maranello, e i punti di riferimento sono una certezza a cui ti aggrappi anche nei momenti difficili. Altrimenti il rischio è di farsi mettere in ombra da un “vecchietto” il prossimo anno…
Voto 5 alla nuova Silverstone, che nuova non è essendo ormai in questa configurazione dal 2010, però continuiamo a pensare che il tracciato classico - patrimonio del motorsport - fosse molto più personale ed emozionante: all’epoca si disse che si voleva allungare la pista per evitare una gara con troppi giri, poi però va benissimo correre in Austria sul piede di un 1 minuto e spiccioli al giro… Quindi voto 0 alla coerenza di chi compie certe scelte in F1, ma questa non è una novità.