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Per molti confermare Kimi Raikkonen è stato un errore, ma lo ha deciso Sergio Marchionne il giovedì prima della gara per cui se il numero 1 decide, gli altri ubbidiscono. E così anche chi non era d’accordo (una intuizione, Maurizio Arrivabene…) deve trovare motivi di elogio per una scelta che fa storcere il naso a molti. “Aveva troppa pressione, ora correrà tranquillo, in fondo è l’ultimo campione del mondo con la Ferrari”. Vero, ma aver vinto il titolo non vuol dire che si è sempre lucidi e presenti e se uno come Kimi, che se ne è sempre fregato della stampa, della pressione e del mondo che lo circonda, era in affanno per un contratto da rinnovare, viene qualche dubbio. Anche perché l’offerta Renault per il ritorno c’era, ma si c’erano meno soldi che a Maranello e si sa che le scelte Raikkonen le fa col cuore.
Per cui, alla faccia di chi sperava di meglio, la coppia non cambia. E d’altronde non poteva essere diversamente. In giro le alternative erano poche. Una era Grosjean, ma con Gutierrez al fianco e i dati telemetrici disponibili, si è visto che forse non si faceva quel passo in avanti rispetto a Raikkonen. Ricciardo è rimasto in Red Bull :”fino al 2018 avevo le porte chiuse, qualcuno mi dice che a Maranello c’era un ostacolo (Vettel non lo ha voluto, ndr) e altri team erano pieni, per cui per me stare in Red Bull è stata la scelta migliore”. Perez è stato scartato anche se le pressioni erano molto forti, ma un conto sarebbe stato confermare Raikkonen (come avvenuto) e dire no agli sponsor di Perez, un altro è prendere un giovane (leggi Carlos Sainz jr) che avrebbe mandato in bestia i potenti appoggi del messicano.
Quindi una scelta obbligata, anche se stava per capitare qualcosa di folle visto il nervosismo di Hamilton e la possibilità di clamorosi colpi di scena, ma avrebbe significato mettere a rischio l’armonia di squadra. Ve lo immaginate un Vettel che blocca un Ricciardo e poi si ritrova un Hamilton al fianco? Impensabile, anche se la tentazione sarebbe stata bella e Lewis un pensiero, e anche più di uno, ce lo avrebbe fatto. Mettere insieme due tedeschi invece non sarebbe stato bello, per questo Hulkenberg era stato parcheggiato (ma leggi sempre cosa sarebbe successo con gli sponsor di Perez) e Rosberg non era praticabile, anche perché Nico e il team stanno per annunciare il rinnovo. Bottas, col confronto con Massa, si è in pratica fatto fuori da solo…
Infine un ultimo punto, non meno importante: Raikkonen ha confermato per un anno ancora, qualsiasi altro pilota di anni ne avrebbe voluti due, quindi ci si sarebbe trovati “incartati” con la scadenza di Vettel (che tanto tranquillo vi garantiamo non lo è…) e con una formazione da inventare. Per cui un altro anno con la stessa coppia vuol dire evitare problemi, sapere con chi si ha che fare e si resta alla finestra a guardare come evolve il tutto. Insomma, più che fare il mercato piloti, come era una volta, la Ferrari sembra lo abbia subito facendo scelte conservative. Il problema è che con Vettel e Raikkonen insieme, difficile che la squadra faccia passi in avanti.
In Ferrari se Vettel è davanti a Kimi, è la norma, quindi il lavoro è fatto. Se invece finisce dietro, non è un male, è un campione del mondo, ci sta etc etc… E questo è sbagliato. Che Marchionne abbia deciso è normale, è il suo lavoro, che qualcuno non abbia voluto una grana da gestire con piloti veloci, è anche vero e questo, alla lunga, non fa il bene della squadra
Infatti, per quanto in Mercedes abbiano il problema della gestione dei piloti, è anche vero che i due si spingono sempre più. In Ferrari se Vettel è davanti a Kimi, è la norma, quindi il lavoro è fatto. Se invece finisce dietro, non è un male, è un campione del mondo, ci sta etc etc… E questo è sbagliato. Che Marchionne abbia deciso è normale, è il suo lavoro, che qualcuno non abbia voluto una grana da gestire con piloti veloci, è anche vero e questo, alla lunga, non fa il bene della squadra. Perché per quanto se ne dica, Vettel non è Schumacher, lo staff tecnico di oggi non vale quello dell’epoca d’oro e, per restare ai tempi recenti, Sebastian non è nemmeno Alonso. Meglio sotto certi aspetti, peggio sotto altri. E il peggio, adesso, è proprio là dove invece servirebbe dare la scossa.