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Pole, vittoria e aggancio in classifica praticamente compiuto: non poteva esserci gran premio di casa migliore per Hamilton, che a Silverstone ha messo in mostra il suo repertorio migliore, dimostrandosi sempre una spanna sopra chiunque, compagno di squadra incluso. E allora voto 9 all'inglese, che vince e convince. Del resto si sa che quando è in giornata buona non ce n'è per nessuno. Dominatore.
Ancora una volta però la sorpresa del fine settimana è il diciottenne terribile Verstappen, che prima strappa un 3° posto da applausi in qualifica e poi in gara sul bagnato dimostra tempi alla mano di poter viaggiare sullo stesso ritmo di Hamilton, addirittura più veloce in certe fasi. Tanto che ben presto Rosberg e la sua Mercedes diventano un fastidioso ostacolo, da superare a modo suo naturalmente, con un sorpasso spettacolare. Certo poi con la pista finalmente asciutta deve piegarsi alla superiorità tecnica della monoposto argentata del tedesco, non prima però dell'ennesima, strenua difesa. I commissari nel dopo-gara gli restituiscono il 2° posto e per una volta un risultato deciso a tavolino sembra il più giusto. Voto 10, immenso.
A proposito di Rosberg: sembra capire subito che di prendere quello là davanti non se ne parla nemmeno e così corre contenendo i danni, che se guidi una Mercedes significa comunque portare a casa un 2° posto... Subisce il talento di Verstappen, ma ha il merito di non commettere errori e restare freddo, così quando la pista si asciuga riesce a ripassarlo. Nel finale però il cambio fa le bizze e la squadra lo aiuta un po' troppo. Probabilmente senza le indicazioni del team avrebbe impiegato più tempo a ripristinare la funzionalità della trasmissione e quindi, tutto sommato, la penalizzazione ci può stare, al di là dei dubbi sul regolamento, di cui parliamo a parte. Voto 6,5 allora, più che altro perché è bravo a non commettere errori, ma per tutto il fine settimana Hamilton rimane irraggiungibile. Sottomesso.
Un altro che le ha prese dal compagno di team per tutto il week end è Ricciardo: certo in gara la virtual safety car esce proprio quando lui sta per sopraggiungere e questo lo stacca dal gruppo di testa, però onestamente la sua gara non vale quella di Verstappen e anche in qualifica resta alle spalle del prodigio olandese. Mentre il suo compagno di squadra inanellava giri record sorpassando Rosberg, lui resta a lungo dietro a Perez, che per carità non è il primo arrivato però.... Ecco appunto, però. Però, per esempio, Ricciardo da pilota del momento si trova già nel ruolo scomodossimo di chi deve dimostrare di non essere da meno del nuovo arrivato. Uno che - come solo i grandissimi sanno fare arriva - sale in macchina e fa cose straordinarie con una semplicità disarmante. Uno che ti costringe a cercare dentro di te risposte a domande che se fai il pilota e sei arrivato fin lì probabilmente non ti sei mai posto e mai pensavi di dovertele porre un giorno. Intendiamoci, sul talento dell'australiano non ci sono dubbi, ma l'olandese si sta dimostrando un termine di confronto scomodissimo anche per lui. E allora voto 6,5 aspettando ancora un gran premio che ne lucidi un po' la reputazione, in squadra e forse anche dentro di sé.
Continua a brillare invece Perez, peccato che tutti i top team - Ferrari inclusa - si voltino dall'altra parte: sempre davanti a Hulkenberg, lotta con Ricciardo e Raikkonen, tutta gente con ben altra reputazione, macchina e pure stipendio, tenendoli a lungo alle sue spalle. Certo poi deve cedere, ma la sua è una resa con tutti gli onori. Va bene, in un anno in McLaren ha pensato soprattutto a fare a ruotate con il compagno di squadra, però continuiamo a ribadire che meriterebbe una seconda possibilità con un top team. Nel frattempo voto 9 e giù il cappello.
Voto 7,5 a Hulkenberg, che gli arriva subito dietro, quindi cogliendo un bel 7° posto, ma la sua gara non vale quella del compagno di squadra, anche se il tedesco ha comunque il merito di essersi tenuto dietro tutta gente di un certo spessore. Però ancora una volta il messicano guida su un altro livello.
Fa una bella gara, ma pochi se ne accorgono, Sainz, ancora a punti, pure davanti a Vettel con un motore Ferrari dell'anno scorso, però per lui è l'ennesima gara giudiziosa e con un risultato utile per il campionato, ma non per la sua immagine. Lo abbiamo già scritto tante volte: lo spagnolo corre come un veterano, e questo di per sé sarebbe un gran bel complimento, ma per accendere i riflettori su di sé servirebbe un colpo a effetto, un momento di genio, fosse anche di sregolatezza, una manovra alla Verstappen ecco... Nell'attesa voto 7, perché il talento comunque c'è.
Va a punti dopo una discreta rimonta Kvyat, che aveva disperatamente bisogno di un risultato positivo, però ancora una volta resta dietro, lontanissimo, a Sainz e così questo punticino conquistato è troppo piccolo per smuovere davvero non solo la classifica, ma pure il morale. E pensare che lo scorso anno era lui l'astro nascente... Voto 6 sulla fiducia allora, perché la botta al morale è stata enorme e ci piace pensare che il russo sia solo in convalescenza emotiva.
Del resto c'è chi ha fatto ben di peggio con auto decisamente migliori, almeno sulla carta: chiedere al box Williams per conferma. Massa per esempio ha fatto da tappo un po' a tutti, salvo tenerli dietro in rettilineo grazie alla potenza del suo Mercedes, quando un pilota della sua esperienza dovrebbe portare un valore aggiunto in gare così mutevoli. E allora voto 5, inutile.
Fa ancora peggio, in compenso, Bottas, che pure quando era considerato un giovane promettente - cioè un paio di anni fa... - veniva dato per mago sul bagnato. E invece il finlandese, che pure era entrato in Q3, ha condotto una gara imbarazzante considerando mezzo, esperienza e talento a disposizione: voto 4, inguardabile.
C'è comunque chi sta peggio, per esempio in Ferrari, dove l'unica nota positiva arriva dal neo-riconfermato Raikkonen, che svolge il compitino traendo il massimo risultato possibile, ovvero un inutile 5° posto: voto 6,5 perché il suo dovere il finlandese lo fa fino in fondo, però anche qui è da tempo immemore ormai che non si vede uno slancio, un colpo a sorpresa, una scintilla che accenda se non un gran premio almeno i cuori.
In Ferrari però hanno scelto l'usato sicuro, per timore più che altro. Ma il dubbio c'è: timore di cambiare in peggio o in meglio? Perché per esempio mettere in auto un Perez o anche un Kvyat qualsiasi e trovarselo davanti a Vettel minerebbe certezze a cui in Ferrari si sono disperatamente aggrappati. Sì, perché Vettel è una certezza, anche quando come a Silverstone corre male per tutto il fine settimana, qualificandosi dietro a Raikkonen (non esattamente un fulmine sul giro secco) e restando inchiodato a centro gruppo con la pista bagnata, lui che di questo fondo sarebbe uno specialista. Certo, la Ferrari a Silverstone era più ballerina di una fanciulla cubana al terzo mojito, però è in quelle condizioni di pista che ci si aspetta che un campione sappia sovvertire i valori tecnici. In fondo in Ferrari tutti ricordano ancora una domenica piovosa in Spagna con una monoposto un po' scarsa e un pilota tedesco... ma quello era un altro tedesco, e il dubbio che in generale questo sia un altro tedesco inizia a serpeggiare. E allora voto 4 a Vettel, perché le attese e le pretese erano e restano ben altre. Inguardabile.
A proposito di cose inguardabili, voto 4 alla Ferrari per l'ennesimo cambio sostituito, con una frequenza del problema che inizia a essere realmente sconcertante, oltre che incompatibile con gli ossessivi standard qualitativi della F1 odierna. E voto 4 anche per il mercato piloti, che la Ferrari ha più che altro subìto, stretta tra la volontà di proteggere anche psicologicamente Vettel (ma ne ha davvero bisogno? Se è così forse qualche interrogativo va posto), l'incapacità di rischiare (cosa poi? Il rendimento di Raikkonen sarebbe onestamente alla portata di una mezza dozzina di piloti almeno, e senza chiamare in causa i top driver) e una gestione della filiera dei giovani piloti che è stata semplicemente disastrosa fino ad oggi.
Voto 0 in compenso alla Federazione, a chi scrive i regolamenti e alla direzione gara, per almeno tre buoni motivi. Si è cominciato il sabato con una dotta - e sconcertante - disquisizione sulle curve nelle quali si poteva allargare la traiettoria e quelle in cui era proibito farlo. Si è proseguito poi la domenica facendo partire l'ennesima gara bagnata dietro la safety car, perché nessuno ha il coraggio di esplicitarlo ma è ormai palese che se piove non si parte da fermo, e sarebbe bello sapere perché. Problemi di sicurezza? Ma questi sono eroi del volante, per di più incapsulati nelle macchine più sicure di sempre, e con il bagnato tutto sommato le velocità sono più modeste quindi per assurdo i rischi più bassi.
E allora? Paura di far danni? Paura di fare brutta figura alla tele? Paura di qualche polemica nel dopo gara? Forse tutte queste cose insieme, però il giochino ha stancato. La chicca finale è un regolamento che per impedire che i piloti sembrassero dei perfetti idioti bisognosi di indicazioni per qualsiasi cosa ha proibito anche comunicazioni su aspetti iper-tecnici, sui quali nessuno pretende che un pilota sia del tutto autonomo. Perché il loro compito è guidare, non orientarsi tra centinaia di settaggi, e nessun appassionato si scandalizzerebbe se in un frangente simile l'ingegnere fornisse un'indicazione al pilota. Gli appassionati, invece, continuano a scandalizzarsi se i piloti partono dietro la safety ogni volta che cadono due gocce. E anche in Pirelli dovrebbero scandalizzarsi, perché cosa le portano a fare le Full Wet se poi in condizioni da full wet non si può girare?