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SILVERSTONE – Gli ingredienti per una gara sonnolenta c’erano tutti. Due Mercedes davanti, due Williams, due Ferrari… Come dire che in condizioni normali nulla da fare, meglio dedicarsi alla pennichella. Invece il caso, gli errori e il meteo ci hanno messo lo zampino. Alla fine non è cambiato il risultato, sempre doppietta Mercedes è stata con Hamilton davanti a Rosberg, ma è il come si è arrivati al risultato finale che è stato diverso. E piacevole.
Si è partiti con le due Mercedes addormentate in prima fila e le due Williams di Massa e Bottas leste a prendere il comando. Alla prima curva si sono inzuccati in quattro, con Alonso toccato da una Lotus che a sua volta coinvolge l’altra Lotus e centra in pieno il compagno Button. Per essere uno che non sbatteva da anni al via, in due gare Alonso ha collezionato più danni che in due stagioni di fila. Safety car, ripartenza e Hamilton commette l’erroraccio andando largo all’attacco di Massa lasciando lo spazio a Bottas che nel frattempo era stato già superato.
E poi arriva la pioggia...
Poi tocca alla pioggia. Arriva lenta, chi ha le gomme slick resta in pista e qua si vedono le differenze di carico aerodinamico e di bravura. Un esempio? Mentre Hamilton in questa fase dava lezioni a tutti, girando in 1’37’’6, Massa si difendeva in 1’38’9, Bottas 1’39’1 e le due Ferrari di Raikkonen in 1’43’’2 e Vettel 1’43’’1 con Alonso, ultimo con una McLaren che sembra un ferro da stiro, in 1’39’1, ovvero a livello delle Williams pur non avendo una Williams per le mani.
Strategie opposte per Raikkonen e Vettel
“Quando ho visto che Lewis è tornato ai box mi son detto che stava sbagliando – ha detto Rosberg – se fossi entrato anche io avrei perso la gara e ho deciso di stare in pista, proprio mentre ero nel mio giro ha cominciato a piovere forte e la mia decisione, che era vincente fino a pochi secondi prima, è svanita visto che ho dovuto fare il giro a rilento mentre Lewis no, aveva le gomme giuste per vincere. E’ andata male, ma almeno son ancora secondo in classifica”. La Williams recrimina sul pit stop lento e sulla scelta del momento per cambiare da asciutto a bagnato, la Ferrari ringrazia e porta a casa un altro podio. Ma non era venuta qua per questo.