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Certi giorni va tutto storto, ma quando quei giorni tendono a ripetersi “ogni maledetta domenica”, per dirla come Al Pacino, forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda. L’impressione è che ogni errore in casa Ferrari finisca per provocarne altri (senza il caos gomme del sabato Vettel non avrebbe sbagliato nel suo giro, senza l’errore in qualifica non si sarebbe trovato dietro Verstappen), con un effetto collaterale mica da ridere: far risaltare la grandezza di Hamilton, velocissimo quando serve e immune da errori. L’inglese è in uno stato di grazia e fa sembrare tutto facile, anche se la Mercedes non è più lo schiacciasassi di una volta. E allora voto 10 all’inglese, implacabile.
Alle sue spalle, Bottas consente un’altra doppietta alle Frecce d’Argento, ma stavolta non c’è bisogno di ordini di scuderia e anzi per poco in finlandese non si fa attaccare da Verstappen. Voto 8, bravo e veloce, anche se con il suicidio Ferrari il 2° posto era quasi il minimo sindacale per lui.
Coglie un altro podio Verstappen, al termine di una gara dove si è fatto amare e odiare, come spesso gli capita: è l’unico che ci prova davvero contro le Mercedes (o almeno contro quella di Bottas) ma l’entrata in pista assassina su Raikkonen, dopo il taglio di chicane, è da gara tra dilettanti e forse avrebbe meritato una sanzione più pesante di 5 secondi. E allora voto 7, anche se grinta e velocità sarebbero da 9.
Dopo l’ennesimo sabato da incubo, finalmente torna a sorridere Ricciardo, splendido 4° dopo una gara tutta in rimonta, segno che quando l’auto lo assiste l’australiano è sempre uno dei piloti più belli ed efficaci da ammirare in pista. Sperando che il prossimo anno la Renault gli dia un mezzo all’altezza del suo talento, nel frattempo voto 8,5. Sempre all’attacco.
Inutilmente 5° Raikkonen. Con la scusante dell’auto danneggiata nel contatto con Verstappen, e considerando che al sabato il finlandese la sua parte l’ha fatta, per quanto in una condizione difficile, non è il caso di prendersela troppo con Kimi, anche se resta il fatto che difficilmente si può contare su di lui per raddrizzare le domeniche storte nell’altra metà del box. Ma questa non è una novità. Voto 6,5, c’era anche lui.
E poi c’è Vettel, che nei primi giri sembrava essere tornato il campionissimo nei suoi momenti migliori, salvo poi cadere nell’errore di sempre: un eccesso di foga con l’avversario sbagliato, al momento sbagliato. Perché mettere il muso dentro in una curva del genere, senza avere la certezza affiancare l’avversario, è proprio un errore grossolano. Se a questo aggiungiamo il pessimo giro di qualifica al sabato (Raikkonen almeno non fa errori in quel frangente complicato), il quadro è presto fatto. Voto 4, fuori fase e fuori dal mondiale.
Torna a correre da protagonista Perez: aggressivo ma senza eccedere, porta a casa un 7° posto che vale oro e conferma tutta la bontà sua e della Force India, al di là degli artifici societari. Voto 8, primo degli altri. Bella anche la prova di Grosjean, che stavolta non sbaglia niente e porta a casa punti preziosi: voto 7.
Alle sue spalle, Ocon si fa vedere per un paio di bei sorpassi e si conferma uno dei migliori in pista, anche se stavolta finisce alle spalle del compagno di squadra. Voto 6,5.
In proporzione, qualcosa di più merita Sainz, sia perché in qualifica resta davanti a Hulkenberg (di poco più di un decimo, ma sufficiente per far entrare lo spagnolo in Q2, a differenza del tedesco), sia soprattutto per la grinta con cui nel finale porta via l’ultimo punto disponibile a Gasly. Una bella prova di grinta e di dedizione al team che l’ha scaricato senza tanti complimenti.
A proposito del francese della Toro Rosso, la qualifica è strepitosa e la gara ottima, fino all’attacco subito da Sainz, che vanifica un week end sempre in evidenza: in Red Bull il prossimo anno servirà maggiore concretezza, nel frattempo voto 6,5 per l’impegno.
Alle sue spalle, voto 4,5 a Ericsson che ne combina di ogni, inclusa una bella tamponata al compagno di squadra. Ma non era maturato?
E voto 4 a Magnussen, perché va bene essere aggressivi, ma se corri sempre al limite e anche un po’ oltre prima non può andarti sempre dritta, e così quando il danese decide di spostarsi di traiettoria all’ultimo momento stavolta si becca una bella tamponata dall’incolpevole Leclerc, con tanto di gomma posteriore squarciata. Lezioni di vita.
Infine, voto 5 ad Hartley che a Suzuka partiva addirittura 6°, ma al via fa pattinare le gomme e dopo non è che le cose gli vadano molto meglio, perché mentre Gasly resiste quasi fino alla fine in zona punti, il neozelandese perde rapidamente posizioni, dimostrando ancora una volta un ritmo non adeguato a questa F1. Marko vorrebbe anche tenerlo, se non altro per mancanza di alternative, ma non è che gare così siano molto di incentivo…
Hamilton 10
Ricciardo 8,5
Bottas 8
Perez 8
Verstappen 7
Grosjean 7
Raikkonen 6,5
Ocon 6,5
Gasly 6,5
Hartley 5
Ericsson 4,5
Vettel 4
Magnussen 4