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SUZUKA - Vista l'ora italiana e il risultato finale, dire che i sogni svaniscono all'alba è un gioco di parole scontato anche se molto reale. La Ferrari esce dal Giappone con un'altra sconfitta mentre la Mercedes con Hamilton e Bottas fa un'altra doppietta e stavolta senza giochi di squadra strani. Vedere le due rosse di Raikkonen e Vettel al quinto e sesto posto, dietro anche alle Red Bull di Verstappen e Ricciardo, fa capire come la corsa sia stata del tutto insoddisfacente. Per la cronaca, c'è poco da dire. Le due Mercedes sono scattate al comando inseguite da Verstappen e lì sono rimaste.
I momenti di brivido sono arrivati dopo, quando Vettel, partito ottavo, era già quarto dopo pochi giri. Ebbene, in quel momento, con Verstappen penalizzato di 5 secondi per aver accompagnato fuori pista Raikkonen qualche giro prima, dopo un errore alla chicane, Sebastian è entrato deciso dove non c'era spazio, alla Spoon Curve, e ha centrato Verstappen. L'olandese ha proseguito con qualche danno alla macchina, il ferrarista è finito in testa coda ed è ripartito ultimo. La sintesi di una stagione sta tutta in questa immagine, con Vettel ancora protagonista di un errore e anche se i commissari hanno ritenuto un incidente di gara, quindi non perseguibile, resta la certezza che i 67 punti di distacco che accusa adesso Vettel, senza errori ed omissioni, sarebbero stati 64 di vantaggio.
Un bilancio... sbilanciato a favore di una squadra, la Ferrari, che ha saputo recuperare a livello tecnico un gran divario dalla Mercedes e a sfavore di un pilota, Vettel, che in un anno ha messo insieme più errori e debolezze che in tutta la sua carriera. Quando si perde il filo è difficile riannodare tutto insieme, di certo c'è che la Ferrari ha perso per strada serenità, capacità di reagire e col nervosismo presente a tutti i livelli, il rischio di rompere certi equilibri interni è molto forte. Maurizio Arrivabene ci mette la faccia, chiaro, ma è evidente che qualcosa è scappato di mano e la scomparsa di Marchionne, un manager molto concreto e senza fronzoli, può aver aperto le porte a scuse e sotterfugi che da solo Arrivabene non può controllare.
Perché se al sabato si arrabbia per l'errore di strategia, è anche vero che è lui l'ultimo ad avere la parola e se non lo ha fatto, ha sbagliato. Fare pulizia a fine stagione di chi ha commesso errori è una spada di Damocle pendente sul lavoro di gente che invece dovrebbe stare tranquilla, continuare a fare quello che sa fare mentre invece adesso sono tutti coperti e allineati, nessuno che si prenda la briga o il rischio di fare qualcosa di diverso pena il licenziamento.
Un bilancio... sbilanciato a favore di una squadra, la Ferrari, che ha saputo recuperare a livello tecnico un gran divario dalla Mercedes e a sfavore di un pilota, Vettel, che in un anno ha messo insieme più errori e debolezze che in tutta la sua carriera
E in un contesto simile, Vettel ci mette del suo, proprio perché magari sa che deve agire in prima persona perché dai box non può aspettarsi l'aiuto necessario. E lo fa sbagliando perché sotto pressione. Quindi, dominio Mercedes perché hanno migliorato la macchina e con un Hamilton in forma così c'è poco da fare. Ma grazie anche alla Ferrari che ha sbagliato qualcosa nello sviluppo o negli assetti e a una formazione piloti che non è allo stesso livello. Basta guardare che gare fanno Verstappen e Ricciardo per farsi venire il dubbio che certe scelte a Maranello forse non sono state del tutto azzeccate...