F1, GP Giappone 2017: Hamilton-Vettel, un 25-0 che fa male alla Ferrari

F1, GP Giappone 2017: Hamilton-Vettel, un 25-0 che fa male alla Ferrari
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Un altro problema tecnico ferma Vettel in Giappone. Il 25-0 fatto segnare da Hamilton a Suzuka fa molto male alle speranze mondiali del tedesco
8 ottobre 2017

Dapprima la svolta religiosa, i tatuaggi e i crocifissi d'oro massiccio esibiti anche nei paesi islamici. Poi l'attenzione per le vicende del mondo, contro la politica di Trump, i messaggi per i terremotati, per le vittime degli attentati e ora la svolta vegana, a favore degli animali e contro i maltrattamenti. Lewis Hamilton di sicuro è un personaggio che fa discutere ma non c'è dubbio che nel panorama della F.1 è uno con una personalità, un carisma e una visione della vita che non teme di mettere in piazza e quando dice di essere sorpreso del vantaggio accumulato su Vettel, 59 punti, dice il vero.

Perché quella splendida macchina da guerra che era la Ferrari del tedesco, nelle ultime gare sembra essere un ferro arrugginito in cui un piccolo particolare, un granello di sabbia, blocca l'ingranaggio lasciando l'amaro in bocca. Vincere in Giappone la ottava gara della stagione, col ritiro di Vettel, ha permesso a Hamilton di mettere in carniere altri 25 punti pesanti e a 4 gare dalla fine, anche se la matematica dice di no, il mondiale è al 75 per cento (se non di più) nelle mani dell'inglese.

E pensare che la Mercedes era partita col piede sbagliato, macchina difficile da mettere a punto, motore e cambi fragili che però in gara non hanno tradito. E poi l'accoppiata con le gomme Pirelli che non andava, fino a quando Hamilton non ha cambiato lo stile di guida e ha fatto funzionare quelle posteriori come si deve. Anche se, spesso, in gara non riesce ad avere lo stesso ritmo delle qualifiche anche se in quanto a pole siamo arrivati a quota 71...

In questo mondiale che per 12 gare è stato perfetto, le ultime tre corse e il settembre nero della rossa hanno determinato un risultato che in molti non volevano arrivasse. Non è detta l'ultima parola, ma...

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Se il mondiale prende la strada della Germania-Inghilterra, a Maranello ci si guarda in faccia smarriti. E' un campionato che si consuma a lume di candela, visto che in Giappone il problema pare sia stata una di quelle piccole, quasi inutili, pezzi ceramici che nel giro di formazione hanno tolto potenza al motore di Vettel costringendolo poi al ritiro dopo 4 giri. Un motore che fa come un violino per tre giorni e poi si blocca nel giro di formazione? In F.1 succede di tutto, poco da meravigliarsi, ma qualche domanda uno se la pone. Sempre ammesso che sia una candela, come detto, invece di altro (che non sapremo).

Di sicuro è un altro 25 a 0 che fa male e Vettel si fa carico di difendere la squadra, anche se si fa sfuggire una frase emblematica: "Abbiamo tutti bisogno di riposarci, la squadra è stanca, ha lavorato molto...". Come dire o far intuire che da questa stanchezza possono essere derivati i problemi. Maurizio Arrivabene ci mette una pezza: "Il progetto della macchina ha dimostrato di essere valido (come dire abbiamo lavorato bene, ndr) abbiamo avuto problemi con dei particolari che adesso verificheremo (come dire che si tratta di problemi esterni, ndr) di sicuro non molliamo (non può dire altrimenti, ndr)". Ecco in questo mondiale che per 12 gare è stato perfetto, le ultime tre corse e il settembre nero della rossa hanno determinato un risultato che in molti non volevano arrivasse. Non è detta l'ultima parola, ma...

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