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SUZUKA – Vettel terzo, Raikkonen quarto. In Giappone era il massimo possibile e anche se Sebastian è stato a lungo secondo, la rimonta di Rosberg ha sancito che contro le Mercedes c’è poco da fare. Quello però che la Ferrari ha fatto in gara ha del fantastico: il secondo pit stop di Raikkonen è stato cronometrato in 1’’85, il record precedente era di 1,9 secondi fatto dalla Red Bull nel GP USA del 2013.
Questo sta a indicare un lavoro di gruppo e di coordinamento davvero eccezionale da parte dei meccanici, un capolavoro che era sempre stato appannaggio dei ferraristi fino a quando, modificando i mozzi e i bulloni, la Red Bull aveva cominciato a stracciare i tempi ai box.
Ma a Maranello non sono stati a dormire e in Giappone il capolavoro. Peccato che il giro di rientro ai box di Raikkonen non sia stato all’altezza dei meccanici, ma questo sta avvenendo sempre più spesso negli ultimi tempi. In ogni caso la Ferrari, oltre al record mondiale, può consolarsi pensando di aver ottenuto il massimo possibile su una pista che come Silverstone e Spa era fra le più ostiche in assoluto.
Vettel sogna il sorpasso su Rosberg in classifica
Il fatto poi che Rosberg continui a perdere terreno da Hamilton e che psicologicamente non è al top, potrebbe permettere di sognare il sorpasso in classifica generale con un Vettel che non perde colpi e che nelle prossime gare potrebbe centrare il poker di vittorie, cosa che a inizio anno era solo un sogno nel cassetto e ora quasi reale.
Il record mondiale al pit stop, però, è importante dal punto di vista morale e psicologico per i meccanici. Infatti alcuni recenti cambiamenti avevano creato tensioni e nervosismi, qualche mugugno di troppo e musi lunghi.
Il record mondiale al pit stop è importante dal punto di vista morale e psicologico per i meccanici
Quasi non sapessero più lavorare. Invece il gruppo ha reagito bene, ha mostrato capacità di lavoro e sincronismo da paura, tanto da abbassare un limite che resisteva da due anni (18 novembre 2013).
La Ferrari forse non vincerà il mondiale F.1 a breve, intanto però ha stabilito un limite che ora tocca agli altri superare. O forse agli stessi ragazzi della rossa che definire bravi è troppo poco. La squadra meccanici, infatti, è rimasta l’unica certezza da un po’ di tempo a questa parte, diventato un punto fisso nei momenti difficili.