F1 GP Giappone 2013: crisi Ferrari. È colpa di Alonso o della squadra?

F1 GP Giappone 2013: crisi Ferrari. È colpa di Alonso o della squadra?
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In Giappone si consolida la crisi della Ferrari, che durante questa stagione non sembra mai essere riuscita ad emergere tecnicamente. Ha ragione Alonso a lamentarsi o dovrebbe stare zitto e rispettare la squadra? | <i>P. Ciccarone</i>
13 ottobre 2013

Siamo italiani e siamo spaccati su tutto. E dopo il GP del Giappone siamo spaccati anche sulla Ferrari e Fernando Alonso. Ormai si è capito che i partiti che si fronteggiano sono due: quelli che danno ragione alla squadra, dicendo che uno come Alonso deve starsene zitto e il partito di chi difende Fernando dagli attacchi che gli vengono mossi. E molti dei quali proprio all’interno della stessa squadra. 

Alonso e Massa: stessi punti di Vettel

La stampa, come al solito, sposa una tesi o l’altra. Un po’ per pigrizia, un po’ per ruffianeria nei confronti di chi comanda un po’ perché ci crede veramente. E allora, partito ottavo, giunto quarto, Alonso ora in classifica si trova a 90 punti da Vettel che da solo ha gli stessi punti messi insieme dai due piloti della Ferrari: 297.

 

Una bella botta al morale, ma perché attaccare Alonso e vederlo fuori dalla Ferrari? Qualcuno ha interesse a questo gioco al massacro che crea polemiche anche dove non ce ne sono? E allora analizziamo qualche dato. Alonso dice che la Red Bull domina da quattro anni a questa parte. Gli hanno dato addosso. Se guardi le classifiche vedi che hanno vinto davvero. Quindi? Scemo il pilota che parla a vanvera?

Pat Fry: «A Silverstone abbiamo capito che la F138 era stata sviluppata male»

Altro punto: Alonso dice che tecnicamente non ci sono grosse novità. Chi lo accusa sostiene che manca di rispetto alla squadra. Poi senti Pat Fry, il direttore tecnico che ai microfoni della RAI dice bellamente: «Abbiamo capito di aver sbagliato la strada dello sviluppo quando siamo arrivati a Silverstone.  Ormai era tardi per tornare indietro e la Red Bull ha fatto il passo in avanti, a questo punto ci siamo concentrati per il prossimo anno».

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La Ferrari si è resa conto che la F138 era stata sviluppata in maniera scorretta già a Silverstone. Ma ormai era troppo tardi

 

Ovvero, abbiamo sbagliato la scelta tecnica, che i piloti possono indirizzare fino a un certo punto. Perché se la macchina non piace ma va forte, il pilota non ha nulla da obiettare, ma se oltre a non andare perde anche terreno, uno si arrabbia. E qui il solito partito che il grande Marcello Sabbatini, giornalista di F.1 maestro di tante generazioni, chiamava i Leccobardi di stato sono partiti all’attacco di Alonso. 

Riconoscere il merito di Alonso

Non deve accusare la squadra, deve andarsene, come si permette e via di questo passo. Alonso avrà anche le sue colpe, i suoi limiti e il suo carattere pessimo, ma prima di sparargli addosso sarebbe meglio dargli in mano le armi per attaccare. Se quando avrà, e si spera presto, una macchina competitiva e dovesse sprecare le occasioni, allora tutte le critiche saranno giuste.

 

Altrimenti i numeri dicono che senza di lui la Ferrari sarebbe persa dalle parti della decima posizione, vedi Massa. E che se in quattro anni c’è stata una speranza di farcela, la si deve alla grinta e alla classe dello spagnolo. Ogni altra ipotesi è argomento di discussione al bar.

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