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LE CASTELLET - Tutto come previsto o quasi. Ovvero una Red Bull in forma e una Mercedes in affanno. Anche se poi, alla fine, la differenza fra Verstappen, autore della pole position, e Lewis Hamilton, è questione di decimi.
Pochi. Quei 258 millesimi che li separano sono il frutto di un progetto ancora in fase di sviluppo, leggi Red Bull, e uno Mercedes ormai plafonato e non più sviluppato. Inutile spendere soldi per macchine che fra poco andranno in un museo e quindi, forti del vantaggio degli anni precedenti, i tedeschi hanno preferito concentrarsi sul futuro.
Non è così per Verstappen e la Red Bull. Anzi la Honda. Perché dietro a questi sviluppi e investimenti si cela la voglia, nemmeno nascosta, dei giapponesi di lasciare a testa alta nell'ultimo anno di presenza ufficiale. E quindi, ora o mai più. E questo spiega perché Verstappen stia dando il massimo e finalmente con una macchina che se la può giocare. Ali flessibili o meno. Perché anche questo aspetto, le nuove regole, non ha cambiato la sostanza. Chi pensava che qualcuno potesse essere penalizzato, ha sbagliato di grosso. Se una tecnologia, quella delle ali flessibili, è conosciuta, non si vede perché uno la usi e un altro no:
"Era ora però di mettere un freno e piantarla lì, ora siamo tutti sullo stesso piano e non se ne parla più" ha detto Kimi Raikkonen, sfortunato protagonista della giornata col suo 17 tempo. Quello che però emerge dalle qualifiche francesi è il distacco che sale in maniera incredibile per tutti. Mentre a Baku, tracciato cittadino molto complicato, si parlava di millesimi, qui oltre ai 258 di Verstappen su Hamilton, ci sono i 386 su Bottas (veloce per tre quarti di sessione e poi dietro ad Hamilton come al solito...), il quasi mezzo secondo di Perez (e quindi due Red Bull e due Mercedes) per arrivare agli 850 millesimi di Sainz,
Ferrari, dalla pole. Se per lo spagnolo è giornata da sorrisi, non tanto per il quinto posto quanto per essere stato davanti a Leclerc, settimo, alle prese con una monoposto che non avanza come dovrebbe, resta il fatto che da Charles in poi si parla di secondi. Una inversione di tendenza che fa riflettere su tante cose. Regole più stringenti, controlli serrati, normative rigide su gomme e pressioni e quello che era un gruppo compatto, si disgrega sotto la mannaia dei secondi.
Mentre davanti sono sempre i soliti e menare la danza. Ovvero, si parla troppo, spesso a vanvera, e poi alla fine chi è forte lo resta sempre. e con questo la politica dei sospetti, delle accuse tanto per parlare alla pancia dei tifosi, viene smentita dai fatti. Per la gara previsioni meteo soleggiate e calde: e pensare che Hamilton vorrebbe fare la danza della pioggia. Visto gli stivali del suo arrivo in pista, o sa qualcosa che gli altri non sanno, oppure stavolta deve arrendersi al meteo e a Verstappen.