F1, Gp Europa 2016: il bello e il brutto del Gp

F1, Gp Europa 2016: il bello e il brutto del Gp
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I top e i flop del weekend di Baku secondo il nostro inviato, Paolo Ciccarone
19 giugno 2016

IL BELLO

La pista. Si pensava peggio, invece l’unico punto dolente, la curva 8, è stata neutralizzata con bandiera gialla fissa per cui il resto era sul livello di quanto già visto. Il potenziale c’è per svilupparla, alcune cose si possono migliorare, il pubblico va educato, c’era più gente al concerto di Iglesias che in pista, per il resto meglio del previsto.

Baku. Città interessante, dove tutto è stato rifatto, anche la parte storica che sembra vecchia ma è nuova nel senso che ha ricostruito modernamente la parte vecchia. Non hanno attitudine agli stranieri, il servizio è ancora ruspante, ma potrebbe aprirsi a nuovi sbocchi anche commerciali.

Rosberg sereno. Ha ritrovato la serenità, è capace di rialzarsi quando cade o è sconfitto, mantiene i modi eleganti e per bene di chi è nato in famiglia borghese ma non se la tira. Bravo

Marchionne. Il presidente è venuto in pista a tifare Ferrari, ha messo pressione a tutti (Arrivabene convocato in riunione alle due di notte e in pista alle otto del mattino) ma ha capito che la squadra deve e può sbagliare senza mettere in croce nessuno. Ci vuole un cambio di mentalità ma anche umiltà e pare che il presidente lo abbia capito.

Maurizio Arrivabene non sta bene, ha una fascite che gli provoca dolori lancinanti ma nonostante tutto è in pista, fa gruppo e prova a gestire la squadra. Stoico nella sua resistenza.

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IL BRUTTO

Hamilton. Rapper convinto, passa più tempo con Pharrell Williams che col suo ingegnere di pista, concentrazione sconosciuta e in bambola durante la gara quando Nico ha risolto il problema e lui non ha capito dove mettere le mani, è sempre veloce, un animale da pista e personaggio, ma ogni tanto stacca la spina.

Raikkonen. Ha tirato moccoli via radio come mai in una gara, ha toppato l’ingresso ai box beccandosi la penalizzazione che poi di fatto lo ha mandato dietro a Perez. Fa il compitino con classe ma non va oltre e se ci prova fa danni. Per ora non si parla di sostituzione (in giro libero c’è poco di meglio) ma è una delusione per chi lo ricorda come era un tempo. Oltre l’infrazione si è preso pure due punti di penalità sulla patente di pilota! 

Vettel. Nonostante il podio, la grinta e tutto il resto, si è impuntato nella scelta gomme e strategica, lo stesso aveva fatto a Montecarlo chiamando il pit nel momento sbagliato. Poi ogni tanto se la prende con la stampa italiana rea di mettere pressione, dimenticandosi o non sapendo che con Schumacher c’erano più giornalisti in giro e che la pressione a quel tempo era feroce, ogni giorno ce ne era una altro che le passeggiate coi leccapiedi di oggi in circolazione (compreso chi sa e non scrive tutto per amore di patria). Che la smetta di frignare e porti rispetto per gli italiani, visto che lo parla ci provi a diventare simpatico verso chi lo paga e idolatra ma senza il colpo grosso della vittoria. E poi era Alonso che dava indicazioni sbagliate ai tecnici…

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