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Nel fortino rosso Verstappen e la Red Bull fanno bottino pieno, chiarendo subito che quella di Melbourne è stata solo una parentesi e che almeno in alcuni circuiti e condizioni di pista sono ancora loro il binomio da battere. E noi non vediamo l’ora di vedere i prossimi capitoli di una sfida che promette già di entrare nella storia della F1.
Nel frattempo, voto 10 e lode a Verstappen, velocissimo e implacabile, ammirevole anche per la determinazione con cui è andato a caccia della vittoria nella gara del sabato quando ha fiutato che Leclerc era in difficoltà. Uno squalo.
Voto 9 a Perez, con cui forse siamo un po’ generosi, ma nella festa Red Bull è giusto riconoscere anche i suoi meriti: c’è chi lo critica per le qualifiche spesso altalenanti, ma di fianco ad un fenomeno come Verstappen, in una squadra che ruota tutta attorno al compagno di squadra, il messicano sta dimostrando una solidità mentale impressionante, finendo per conquistarsi rispetto e stima di tutto il team, molto più dei suoi predecessori che pure erano i pupilli di Marko, mentre lui era arrivato come scelta quasi obbligata. Bravo a risalire posizioni su posizioni il sabato fino ad agguantare la seconda fila per la domenica, quando scatta benissimo rovinando subito i piani di Leclerc, al quale oppone una strenua ed efficace resistenza. Una roccia.
Voto 9 anche a Norris, perché dopo un avvio di stagione da incubo per la McLaren l’inglese regala al team il primo podio stagionale con un po’ di fortuna (anzi, di sfortune altrui), ma anche tanto merito, filando veloce e non commettendo il minimo errore, mentre il compagno di squadra combinava l’ennesimo pasticcio. Trascinatore.
Con la pioggia a rimescolare le carte e scombinare i piani di qualcuno, a Imola è brillato ancora una volta il talento di Russell: venerdì sembrava naufragato insieme a tutta la barca Mercedes, e non è che sabato fosse andata meglio, ma domenica si è infilato in tutti gli spazi giusti e dove non ce n’erano se ne è inventati, come nel bellissimo sorpasso su Magnussen alla variante alta. Nel disastro Mercedes, è già un punto fermo non solo per il futuro, ma anche per il presente. Forse perché anni di Williams l’hanno abituato a soffrire? Meriterebbe una Mercedes “buona” come quella degli ultimi anni. Intanto voto 9.
E voto 9 pure a Bottas, 8° in qualifica, 7° il sabato, 5° domenica. Se si fosse corso anche di lunedì, sarebbe finito sul podio probabilmente. Come a volte capita a certi top driver a fine carriera, il salto indietro in Alfa Romeo e l’essere finalmente riconosciuto come indiscusso pilota di riferimento all’interno del team lo ha caricato come non mai: così stiamo rivedendo il Bottas di inizio carriera in Williams. Veloce, preciso, perfino caparbio nei duelli. Ritrovato.
Avremmo tanto voluto dare 9 anche a Leclerc, ma il monegasco proprio di fronte ai tifosi della Rossa è tornato a commettere un errore dei suoi, uno di quelli che quando sei in lotta per il Mondiale non dovresti più fare: un eccesso di confidenza su un cordolo, inseguendo il punto addizionale per il giro veloce, e addio podio. Ed è andata pure bene, perché tutto sommato i punti persi rispetto al 3° posto non sono poi molti e le attenuanti non mancano: in un Mondiale in cui ogni punto conta, era giusto provarci, e il monegasco paga anche una serie di episodi, dall’assenza di Sainz che avrebbe potuto aiutarlo contro le due Red Bull alla brutta partenza sul bagnato, alla mancanza del DRS quando cercava di superare Perez. In ogni caso gli va anche riconosciuto, ancora una volta, di avere tenuto a galla e trainato lui da solo, per tutto questo lunghissimo fine settimana, la Ferrari, in una gara in qui le aspettative erano altissime. E allora voto 6 a prescindere, perché ha dato tutto dal primo all’ultimo giro di pista.
Per trovare Tsunoda, dopo le qualifiche, bisognava scendere fino al 16° posto (comunque davanti a Gasly): 12° sabato, splendido 7° domenica. Anche il giapponese beneficia di qualche ritiro eccellente, ma corre con autorità e senza il minimo errori in condizioni difficili. Una bella prova di maturità, oltre che di velocità: voto 8.
E voto 8 anche Vettel: le voci sul suo ritiro a fine stagione sono già cominciate, ma è proprio il tedesco con tanto mestiere a regalare il migliore risultato stagionale all’Aston Martin. Dopo essere riuscito a entrare addirittura in Q3 il venerdì, sabato era precipitato 13° perché oggettivamente con quell’auto lì sull’asciutto c’è poco da fare, ma domenica non ha sbagliato niente e ha agguantato una posizione ben superiore alle potenzialità del mezzo a disposizione.
Avrebbe meritato qualcosa di più Magnussen, splendido 4° in qualifica, 8° il sabato, 9° la domenica: la macchina c’è, il pilota anche (almeno uno), ma forse in Haas qualcosa è ancora da sistemare sul fronte della gestione gomme e delle strategie. Il danese come sempre ha fatto il suo, lottando al limite (anche del regolamento) ma il risultato finale forse non rispecchia le aspettative iniziali: nel dubbio voto 7.
A punti anche Stroll, per sancire la (temporanea) resurrezione di Aston Martin: il canadese da sempre sull’acqua si esalta e anche a Imola ha dato spettacolo, bravo a risalire la domenica dopo un venerdì e un sabato un po’ complicati. Voto 7 di incoraggiamento.
Fuori dai punti, ed è un peccato perché avrebbe davvero meritato qualcosa di più di una pacca sulla spalla, Albon: di fatto non ha disputato la qualifica e il sabato è rimasto 18°, poi domenica il recupero fino all’11° posto, tenendosi dietro Gasly, Hamilton e Ocon. Voto 8 a prescindere.
Ecco, abbiamo dato molti voti alti perché tanti piloti a Imola - complici le particolari condizioni in cui si è corso - hanno compiuto gare eccellenti, tirando fuori il massimo dal mezzo a disposizione e forse anche qualcosa di più. C’è però anche un gruppo di piloti che lascia il circuito con ben poco da festeggiare e un esame di coscienza come compito per casa.
Uno è Gasly, a Imola pesantemente ridimensionato da Tsunoda: ha fatto un figurone tenendo dietro Hamilton, complice Albon che davanti a lui gli consentiva di attivare il DRS, ma il francese ha passato più tempo a guardare negli specchietti che non a pensare di guadagnare posizioni. Voto 5, eccesso di difesa.
E poi c’è Hamilton, sul quale in queste ore si sono già accese le polemiche per un week end a dir poco sottotono. Certo, la Mercedes a Imola era un disastro, ma è pur vero che Russell è finito quarto mentre l’inglese è rimasto sempre lontano dalla zona punti. Vero è anche, però, che se sul dritto non riesci nemmeno ad avvicinarti a chi ti precede, non è esattamente colpa di chi è al volante in genere. Voto 5, concorso di colpa.
E voto 5 anche ad Ocon: mentre Alonso (voto 7, soprattutto per la bella qualifica) venerdì è splendido 5° (anche se il sabato poi retrocede e domenica la sua fiancata, e la sua gara, vengono rovinate da Schumacher), il francese per tutto il fine settimana rimane impantanato lontano dalla zona punti, incapace di emergere con una Renault che pure - lo dimostra il compagno di squadra - non era così male. Che succede? In attesa di scoprirlo, voto 5.
Anche peggiore, in proporzione, la prova di Ricciardo: discreto ma pur sempre ridimensionato da Norris venerdì e sabato, in gara finisce subito addosso a Sainz rovinando la gara di entrambi. Voto 4,5: disastro.
Ecco, vediamo a Sainz: l’errore in qualifica è stato tanto strano quanto grave, ma poi era stato bravissimo a risalire il sabato, salvo vedere i suoi sforzi subito vanificati la domenica, senza colpe particolari se non quella di essere partito maluccio. Voto 6 sulla fiducia.
Voto 4,5 a Schumacher: sempre lontanissimo dai tempi di Magnussen, il sabato aveva compiuto una discreta rimonta ma poi in gara rovina subito tutto girandosi da solo, e alla seconda escursione alla variante alta rischia di fare un altro strike. Se l’avesse fatto Zhou il tribunale del web l’avrebbe già linciato, ammettiamolo.
A proposito di Zhou: Bottas corre su un’altra categoria, ma il pilota cinese tutto sommato sorprende in positivo durante le qualifiche del venerdì (14°), salvo poi eliminarsi da solo il sabato. La domenica, a quel punto, serve solo a fare preziosa esperienza. Voto 5,5.
Infine Latifi: 16° al traguardo domenica, nemmeno male, ma il confronto con Albon rimane impietoso: e pensare che il pilota arrugginito dovrebbe essere il thailandese. Voto 5, ci sono tante altre categorie interessanti nell’automobilismo…