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BUDAPEST - Verstappen doveva essere e Verstappen è stato. E’ bastata una curva, la prima, per sbrigare la pratica Hamilton, che in qualifica aveva beffato per tre millesimi l’olandese. Poi la gara ha mostrato come nessuno dei rivali fosse in grado di mantenere il ritmo dell’olandese, quasi corresse in un’altra categoria.
Alla fine i 32 secondi e passa, che ha rifilato a un incredibile per quanto duro Norris con la McLaren, e i 37 al compagno di squadra Perez, partito nono, sono ancora pochi, come se Verstappen avesse deciso di rallentare di proposito per non umiliare gli altri. E gli altri masticano amaro: a partire da Hamilton che ha vanificato il capolavoro del sabato con un duello, finito male, alla prima curva e in cui pure le due McLaren di Norris e Piastri (poi quinto alla fine) gli sono state davanti. E questo ha compromesso la corsa dell’inglese che via radio si è pure scusato col team: “Mi spiace ragazzi, sono davvero dispiaciuto”, assumendosi la colpa di un via caotico in cui il cinese Zhou, partito quinto, è rimasto quasi fermo, creando un po’ di parapiglia alla prima curva, dapprima tamponando Ricciardo che a sua volta ha spinto Gasly che ha centrato l’altra Alpine di Ocon, col risultato che le due vetture francesi erano fuori dopo cento metri o quasi.
Da quel momento in poi, con la Ferrari di Leclerc sesta e Sainz in risalita, è stata una corsa sul ritmo gara, in cui si è visto che contro Red Bull e Mercedes c’era poco da fare. Lo ha capito anche la Ferrari che con due scelte diverse, Leclerc gomma media, Sainz morbida, scopriva che lo spagnolo non solo non poteva spingere ma si beccava dai quattro ai cinque decimi al giro.
Poi il patatrac: una pistola non ha funzionato al cambio gomme di Leclerc e il monegasco perdeva 9 secondi. Primo problema della stagione al pit stop (ci può stare, la media è ottima) poi l’altro problema, Leclerc che eccede in velocità massima e si becca 5 secondi di penalizzazione sul suo tempo totale. Risultato: Leclerc settimo, Sainz ottavo, con davanti pure Russell che partiva dal centro di Budapest o quasi (era in penultima fila).
La corsa ungherese ha confermato quello che si temeva: a una Ferrari rampante in prova fa riscontro una Ferrari arrancante in gara, che contro quella Red Bull di Verstappen c’è poco da fare e che su questa pista la Mercedes aveva qualcosa in più ma non ha saputo sfruttarlo al meglio, mentre la McLaren con Norris e Piastri ha indovinato lo sviluppo migliorando nelle curve medio veloci dopo aver ottimizzato quelle veloci, manca un po’ nelle curve lente (e a Spa fra una settimana ce ne sono poche…) per cui la Ferrari oltre a Red Bull, Aston Martin e Mercedes, adesso deve fare i conti anche con la McLaren. Le premesse della vigilia erano altre, intanto Verstappen gode e il suo team gongola. Un dominio così non si vedeva da qualche anno, ma a quanto pare per i 303 mila spettatori ungheresi (fanno il seguito coi 480 mila di Silverstone) è un dettaglio: per loro conta la F.1, se ci fosse anche la Ferrari sarebbe meglio…