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Il cielo è blu a Baku ma il paddock è grigio. Scelta voluta dalla FOM perché grigie sono le divise degli uomini in giro, grigio è il colore dell’ufficio di Bernie e grigio è anche il colore che hanno passato sull’asfalto davanti al palazzo governativo di Baku dove è sorto il paddock F.1. Prima di installare le costruzioni rimovibili (riciclate da altri GP…) si è provveduto a riverniciare tutto! Ma l’opera di perfezionismo non finisce qui, perché per far passare i cavi dei team, TV e altro ancora, sono stati invasi i prati davanti al palazzo, creando non poca confusione. Ebbene anche qui si è provveduto a installare dell’erba sintetica a coprire il tutto. Quindi erba sotto, cavi sopra e pannelli finti sopra, a prima vista sembrava tutto regolare, poi ci guardi da vicino…
Tanto per non farsi mancare niente si è costruito una sala stampa direttamente in un salone di ricevimento dell’hotel Hilton Baku che sorge vicino al palazzo del governo, subito all’ingresso della corsia box. Qui si trova la sala stampa dotata di tutti i confort ma con le tendenze dell’ultima generazione. Ovvero rigorosamente lontana dalla pista, senza finestre e solo con i monitor ufficiali, per cui immagini e tempi sono quelli voluti dalla regia, impossibile guardare dal vivo cosa succede. Eppure lo spazio sopra ai box c’era, ma è stato venduto alle salette VIP, perché i giornalisti possono e devono raccontare solo quello che vogliono gli altri, per cui con la scusa di mettere a disposizione strutture confortevoli, stupende ed enormi, con servizi da primato, in realtà ci tengono in una bella gabbia dorata in cui non si capisce nulla se non quello che vogliono altri… Certo, come dice Bernie Ecclestone, se vuoi uscire la porta è sempre aperta. Il problema, come si sa, è entrare, non uscire…
Di solito a fine marzo anche a Baku scatta l’ora legale, stavolta il governo ha deciso di farne a meno, col risultato che i computer degli aeroporti e i telefoni con modalità automatica, danno tutti l’ora legale invece di quella reale. In pista qualcuno è stato sorpreso per cui il primo giorno di prove e di accesso ci si è trovati nel paddock coi box chiusi e la gente assente, surreale e incredibile. Poi è stato svelato l’arcano per cui tutti a sistemare gli orologi. Comprese le compagnie aeree che hanno riprogrammato i loro voli con orari antelucani…
La regione non gode certo di una reputazione di calma e serenità. Pochi giorni fa è stato abbattuto un elicottero militare in una operazione antiterrorismo. I confini con l’Iran, la Georgia e Turkmenistan da un lato e Russia dall’altro, con l’Armenia in mezzo e tutto quello che ne segue, non danno serenità. Per questo motivo gli accessi in pista sono monitorati con attenzione dai militari, che in quanto a parlare inglese non se ne parla proprio (infatti devono sparare nel caso, non parlare…) per cui si veniva bloccati agli ingressi perché nelle borse c’era uno strumento pericoloso. Il computer, infatti, potrebbe essere un’arma pericolosa in mano a certi giornalisti…
La strada di accesso in pista è solo una e viene chiusa alle 6 del mattino, fin qui potrebbe anche andare. I problemi nascono quando cominciano i controlli. Per cui è successo che il giovedì mattina si fosse formata una lunga fila di camion dai quali i militari hanno fatto scaricare tutto per terra. Poi, non contenti, hanno sguinzagliato i cani anti terrorismo che hanno annusato tutti i cibi, carne, pesce e frutta, messi lì per terra. Qualcuno ci ha pure fatto la pipì (sono animali, poverini!) e le consegne sono avvenute con tre ore di ritardo. Col caldo che fa lasciare carni e pesci al sole non è il massimo, ma la sicurezza e le norme imposte non lasciano spazio a discussioni. Per la cronaca c’è un controllo sicurezza anche davanti alle porte dei bagni della sala stampa (che son quelli dell’hotel che la ospita) e negli alberghi.
I piloti di F.1 hanno scoperto di avere la nona marcia oltre alle solite otto previste per regolamento. Infatti alla curva 3 ci sono state solo nella prima sessione di prove una serie innumerevole di uscite (Gutierrez, Grosjean, Vettel, Hamilton, Rosberg, Magnussen, Haryanto, Palmer e via andare). Tutti quanti, visto lo spazio esiguo a disposizione, hanno dovuto mettere la retro per uscire dalla via di fuga, l’unico che ha dato spettacolo è stato Kvyat che, arrivato lungo, è riuscito a mettere la prima marcia e a fare un bel tondo nello spazio angusto ritornando in pista. Da applausi a scena aperta. Un po’ meno per Ricciardo, autore della prima bandiera rossa di Baku, che a 22 minuti dalla fine ha stampato la sua Red Bull contro le protezioni lasciando mezza macchina per strada…
Hanno scoperto che con la F.1 i prezzi aumentano. E così tutti coloro che avevano una prenotazione in hotel fatta in tempi non sospetti, si sono visti recapitare lettere e disdette con motivazioni particolari. Ad esempio, un tecnico italiano di una grossa azienda aveva prenotato a gennaio, poi poco prima del GP è arrivata in azienda una lettera di diffida dicendo che non era una prenotazione ma una tentata truffa ai danni dell’hotel, per cui veniva disdetta la prenotazione e il pagamento anticipato. Poi dopo le proteste, sono arrivate le scuse e la conferma della prenotazione ma al triplo del prezzo originale, cosa che è stata rifiutata. In un altro hotel tutte le stanze sono state cancellate perché requisite dall’esercito (!!!) e infine anche chi aveva già pagato tramite siti specializzati (vedi Booking Expedia etc) si sono visti arrivare le disdette, poi bloccate dai gestori dei siti per ovvie ragioni. Chi aveva prenotato gli hotel media previsti dagli organizzatori ha dovuto pagare in anticipo (a gennaio) spedire per posta ordinaria la copia del contratto (11 pagine firmate una ad una) salvo poi presentarsi in hotel con gli originali timbrati e firmati. Non parliamo poi del visto di ingresso. Il portatore di pass permanente FIA ha dovuto mostrarlo alla dogana, insieme al passaporto, pagare 35 euro di tassa e poi superare i controlli. Chi aveva il biglietto ha pagato 50 euro, chi invece doveva ritirare il pass in circuito doveva mostrare lettera di accredito oppure avere un visto rilasciato dall’ambasciata nel paese di origine. Come dire un ufficio complicazioni affari semplici in perenne funzionamento.
Divertente siparietto al controllo doganale in aeroporto. Eric Boullier, team manager McLaren, ha presentato il suo pass e il passaporto, ma è stato bloccato dagli addetti all’assistenza del GP perché secondo loro non essendo un giornalista e non essendo i team manager contemplati, Boullier non poteva accedere in Azerbaijan. Dopo discussione e un certo fastidio del povero Eric, la situazione è stata risolta con la chiamata di un taxi apposta per lui…