F1 GP Corea 2013: le curiosità da Yeongam

F1 GP Corea 2013: le curiosità da Yeongam
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Perché la F1 si svolge in Corea, dove c'è poco seguito, su un circuito disperso nel nulla? Semplice, perché il Circus va dove c'è il miglior offerente | <i>P. Ciccarone, Yeongam</i>
1 ottobre 2013

Yeongam - Ma perché andare in Corea a disputare una gara di F.1 quando non gliene frega niente a nessuno? Ci sono verità nascoste che in molti sanno e pochi dicono, di fatto andare in posti simili è un business solo per poca gente.

 

Per lo studio dell’architetto Tilke, ad esempio, che sforna autodromi nei posti più impensati del mondo, con caratteristiche diverse ma unite dai costi. Impianti sempre faraonici, spese folli in posti dove la manodopera costa pochissimo.

Una F1 sempre più lontana dall'Europa

E il dubbio che qualcosa non torni è forte. Come si fanno a spendere 250-300 milioni di euro per una pista con strutture degne di miglior sorte là dove un operaio guadagna a mala pena 200 euro al mese? In Italia con quei soldi ci costruisci due autodromi di Monza e il nostro cantierista guadagna di più. Lì, però, ci sono i governi che finanziano e fino a quando pagano con soldi pubblici, capitali privati e iniziative varie, sarebbe stupido non fare un bell’autodromo con vasche idromassaggio o ponteggi vari.

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La F1 si sposta in circuiti come quello di Yeongam in Corea perché qui Ecclestone riesce a portare a casa migliori entrate

 

Come a Shangai, ad esempio, costruito su una zona paludosa dove centinaia di pali di cemento fanno da palafitta e ogni anno, per evitare lo sprofondamento, si calano quintali di cemento nel sottosuolo per rallentare la discesa. Si sapeva da prima che la zona non era adatta, ma si è costruito lo stesso. E il discorso vale anche per l’India, o il Bahrain, la Malesia, Abu Dhabi o Sochi, dove stanno finendo ora. E’ una F.1 che va dal miglior offerente.

La F1 resta a Monza? Basta pagare, parola di Maroni!

Viene da ridere pensando all’intervista al presidente Maroni. «Ho detto ad Ecclestone che il GP da Monza non si tocca» e lui cosa ha risposto? «Basta pagare, se ci sono nazioni che offrono 45 milioni di euro per ospitare una gara perché Monza ne deve pagare solo 15?» bravo Maroni, ci voleva lei per capire che in F.1 paghi e fai il giro di giostra, senza l’acume dei nostri politici non ci saremmo mai arrivati a capire che la concorrenza straniera ha stravolto lo scenario della F.1.

Il discorso vale anche per l’India, o il Bahrain, la Malesia, Abu Dhabi o Sochi, dove stanno finendo ora. E’ una F.1 che va dal miglior offerente

 

Basti guardare il prossimo calendario 2014, 22 gare previste, pochissime in Europa, il resto sparso per il mondo. Corea in bilico, forse. Perché dopo qualche anno si è capito che portare la F.1 su un circuito cittadino senza aver costruito la città intorno era una follia per non dirla alla Fantozzi sulla Corazzata Potiomkin: ovvero, una [...] pazzesca! Ma intanto l’autodromo l’hanno costruito, i soldi per la gara li han dati e poi la torta se la spartiscono i team la federazione e la FOM.

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Per gli inviati italiani diventa sempre più difficile andare in Corea per seguire la gara

 

Il resto si arrangi e così in Corea di italiani presenti saranno sempre meno, la stampa fatica a seguire gli eventi, troppo costoso avere gli inviati, i francesi sono lì e pure inglesi e tedeschi non se la passano meglio, per non dire degli spagnoli. Ma a chi dirige la baracca interessa poco o niente, porta soldi e chissenefrega. E così gli hotel a luci rosse della zona mandano via le prostitute e affittano le stanze a caro prezzo a quei pochi temerari che vanno a Mockbo.

Un Gran Premio fasullo, in un mondiale artificiale

Il primo anno fu una tragedia unica, con gente che si portava lenzuola e asciugamani dall’Italia mentre lì la sera, se rientrava prima, trovava la stanza occupata da chi operava in loco, e per andare in pista chilometri di coda sull’unica strada presente, con gente che partita all’alba non è riuscita ad entrare in pista per vedere la gara. La Corea del Sud è una potenza industriale, si dice. Ha grandi costruttori di auto come Huyndai e Kia, Ssangyong, elettronica con Samsung e LG, acciaio e altro ancora.

Basti guardare il prossimo calendario 2014, 22 gare previste, pochissime in Europa, il resto sparso per il mondo

 

Vero, è una tigre industriale, ma la Francia, ad esempio, ha grandi Case come Renault, Peugeot e Citroen, aziende di elevata tecnologia, eppure non si corre la F.1 da anni. E allora come la mettiamo? Vabbè, godiamoci anche questo gran premio fasullo in un mondiale artificiale e godiamoci le avventure della nostra eroina Stella Bruno.

 

Per la cronaca, a Singapore ha portato tutta la troupe della RAI a mangiare il coccodrillo in un ristorante cinese sul porto. «Erano allevati in Australia per uso alimentare» ha detto la nostra intrepida eroina. «Il sapore? Una via di mezzo fra il pollo e la rana, delicato, ma niente di speciale». Ragazzi, qua si sbafano pure i coccodrilli e state a preoccuparvi di una gara di F.1 su un posto del cavolo come quello scelto da Bernie in Corea?

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