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SHANGAI - Il vincitore di questa gara sarebbe passato alla storia comunque. Perché la gara numero 1000 della storia della F.1 merita di essere ricordata. Se poi a vincerla è Lewis Hamilton, forse il miglior pilota del decennio, allora acquista più valore. Sul come abbia vinto davanti al compagno di squadra Valtteri Bottas, con terza doppietta Mercedes in tre gare, e contro chi abbia dovuto combattere, a questo punto è un dettaglio. La classifica iridata parla chiaro: Hamilton con 68 punti ne ha già 6 in più di Bottas, ma la classifica dice anche altro.
Ovvero di una Mercedes in fuga che in tre gare ha quasi il doppio della Ferrari, prima inseguitrice. Sono 130 punti contro 73 della rossa, eppure le premesse e le aspettative erano totalmente diverse. E parlano di una Ferrari più competitiva ma incapace di cogliere il risultato. In Bahrain per un problema meccanico e un errore di Vettel. In Cina per una scelta conservativa in fatto di mappature e assetti. Infatti, i 5 decimi di vantaggio del Bahrain qui sono diventati 3 di svantaggio. Su piste più o meno simili e con caratteristiche non molto diverse. Cosa è successo al momento non lo sappiamo, di sicuro è una Ferrari incapace di raccogliere risultati che sembrano, alla vigilia, alla sua portata.
E non si capisce su quali numeri la rossa abbia deciso, a inizio gara, di dare via libera a Vettel, partito peggio di Leclerc, davanti fin dalla prima curva, salvo poi rendersi conto che il tedesco non aveva il passo veloce che si era ipotizzato. Charles ha concluso al quinto posto, Sebastian terzo, ma in mezzo è finito ancora Verstappen con la Red Bull Honda, uno che da un po' non sbaglia più una gara e coglie il massimo. In quella scelta strategica della Ferrari, culminata in un secondo pit stop che ha fatto perdere a Leclerc il passo giusto, sta tutta la cautela di una squadra che ha in mano un potenziale migliore rispetto a quello che i risultati stanno mostrando.
E le prime tre gare hanno mostrato anche altro. Un Vettel serio, cupo, poco sorridente. Un Leclerc deciso, bella la difesa su Verstappen ma soprattutto su Bottas con gomme fresche. E' un equilibrio che la Ferrari sta cercando di salvaguardare. Avere il pilota di punta, quello da 35 milioni di euro, che annaspa rispetto al ragazzino, è qualcosa di più che avere uno stimolo, come ha detto Mattia Binotto al sabato. Se lo stimolo non lo porta a mantenere il ritmo possibile, se lo stimolo provoca ordini di scuderia che poi non danno risultati, e se in classifica il ragazzino dopo tre gare è solo 1 punto dietro quando avrebbe potuto essere davanti, molto di più, allora qualche domanda sull'organizzazione bisogna farsela, anche se a questa situazione non ci sono alternative.
A Maranello devono decidersi a mettere in fila, nell'ordine giusto, tutti i dati e il potenziale a disposizione. Perché la macchina c'è. Peccato sprecarla così
Per cui, fra due settimane si va a Baku, pista dove Leclerc è sempre andato forte (fra i muretti si esalta) la Mercedes pure in affanno è sempre lì, allora dopo 3 gare, la sensazione che serva una scossa, e anche molto forte, è evidente. Per quanto riguarda la Mercedes, poco da dire: Bottas ha sbagliato la partenza. Lewis no. E quando è davanti, difficile prenderlo. A questo punto hanno conservato le posizioni e tanti saluti a tutti. Se si pensa che Ricciardo, settimo, è arrivato a 1 giro "ma almeno stavolta ho finito la gara" ha detto ridendo, si capisce come di rivali in giro non ce ne sono. E che a Maranello devono decidersi a mettere in fila, nell'ordine giusto, tutti i dati e il potenziale a disposizione. Perché la macchina c'è. Peccato sprecarla così.