F1, GP Cina 2018: pole Ferrari che dimostra una crescita su ogni fronte

F1, GP Cina 2018: pole Ferrari che dimostra una crescita su ogni fronte
Pubblicità
Vettel conquista la pole su pista Mercedes: la Ferrari si migliora di gara in gara
14 aprile 2018

Mentre in pista si lotta col cronometro, dietro le quinte la battaglia è puramente economica. E per dare manforte alle trattative, niente di meglio che farlo da una posizione di forza. La Ferrari convince anche in Cina con Vettel e Raikkonen in prima fila. Su quella che era una pista favorevole per la Mercedes vedere le frecce d'argento arrancare, fa capire come a Maranello abbiano dato il meglio nello sviluppo della SF71H, una monoposto che cresce ogni volta che si portano le modifiche, al contrario di quanto accadeva in passato. Ma se la battaglia in pista è di facile comprensione, bisogna guardare oltre. Questa Ferrari sta avendo successo in autodromo ma anche e sopratutto nei mercati. I numeri dell'ultimo anno della gestione Marchionne parlano chiaro: utile netto a 537 milioni di euro, in aumento del 34% anno su anno, ebitda a 1,036 miliardi (+23% a/a), ebit a 775 milioni e ricavi a 3,417 miliardi (+10% anno su anno). Su queste cifre non si discute: il programma di crescita firmato Marchionne ha avuto successo.

E anche le scelte strategiche in squadra stanno dando risultati, a partire dall'anno scorso con una Ferrari competitiva alle prime gare di quest'anno con una rossa sbalorditiva capace di piegare la Mercedes. È quindi un intreccio fatto di investimenti, risorse e forza politica alla base delle prestazioni attuali della Ferrari. Rispetto alla gestione Montezemolo mancano i titoli mondiali, ma è anche vero che una striscia come quella che va dal 1999 al 2005 difficilmente sarà ripetibile. La Ferrari ha giocato le sue carte al meglio, tornando al vertice in pista con uno staff giovane che ha saputo porre rimedio ai propri errori e lo ha fatto rischiando. Con le strategie in gara (vedi Australia e Bahrain) ma anche modificando un progetto partendo da una base diversa. Perché la macchina dell'anno scorso era buona, ma oltre un certo sviluppo non si poteva andare. Quella di quest'anno è partita leggermente più indietro rispetto a quella precedente, ma ha ancora ampi margini di miglioramento come dimostrano i tempi sul giro e le prestazioni su tre circuiti completamente differenti. E anche questo è frutto della gestione Marchionne e delle sue scelte. Impossibile negarlo.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Pubblicità