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La Cina è sempre una tappa un po’ complicata per noi del catering, a partire dal traffico intenso e le distanze che ci obbligano a delle belle levatacce per soddisfare il nostro team. Ordinare il cibo dai fornitori locali (almeno un mese prima) la quale comunicazione è sempre complicata, e spesso ci sono malintesi anche dopo anni di collaborazioni.
Le hospitality che qui sono villette in mezzo a dei laghetti allocate in un giardino all’interno del circuito non aiutano di certo il lavoro, sentieri tortuosi con sassolini, mattonelle e solchi sono una tortura per noi che spesso dobbiamo fare avanti e indietro con carrelli di spesa e cibo tra garage e hospitality.
I primi giorni di set up siamo sempre sommersi da chiassosi cinesi che vanno e vengono a controllare che tutto sia in ordine che tutto funzioni. Arriva la spesa dal fornitore, alcune cose mancano alcune sono diverse, si tratta si contratta e soprattutto si cerca di capirsi a vicenda che se anche i cinesi parlano inglese alcune terminologie non le capiscono e nascono incomprensioni.
Cerchiamo sempre di proporre menù in grado di soddisfare tutti, team e ospiti, buttando un occhio anche ai prodotti e gli usi del luogo.
In Cina proponiamo un menù che spazia dalla zuppa, allo sformatino di formaggio e patate, dagli gnocchi ai noodle, dal filetto avvolto nel bacon e salsa di balsamico al salmone allo zenzero, dalla tarte tatin, alla lemon meringue.
Max Portioli