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A volte fai tutto perfettamente e un’unica, piccola distrazione rovina ogni cosa. È capitato anche a Vettel, in Canada: al sabato sembrava tornato quello dei vecchi tempi, il cecchino del giro secco, capace di ribattere colpo su colpo ad Hamilton, coraggioso e millimetrino nel modo in cui sfiorava i muretti. E al via della gara ha fatto quello che gli riesce meglio nelle giornate di grazia: ha tenuto la prima posizione e si è involato in testa alla gara. Poi, complici anche qualche giro del tedesco a ritmo ridotto per risparmiare benzina, l’inglese si è rifatto sotto, ma Vettel ha tenuto duro, caparbio. Per un attimo ha perso l’auto alla prima chicane e il resto, come si dice, è storia. Chiariamolo subito: l’errore c’è stato, ma questo è stato di gran lunga il Vettel migliore da un anno a questa parte e nel suo rientro in pista il tedesco ha fatto quello che avrebbe fatto ogni pilota, cercare di raddrizzare l’auto e chiudere chi sopraggiunge. E allora a prescindere voto 9,5, redivivo.
Voto 9 però anche a Hamilton che ha l’immenso merito di averci sempre creduto: poteva accontentarsi, invece ha spremuto la sua Mercedes come non mai, prendendosi tutti i rischi del caso, per stare negli scarichi di Vettel. L’inglese vincerà il titolo anche per questa sua fame infinita.
A podio anche Leclerc, ma stavolta a nostro parere c’è poco da festeggiare: su una pista di una volta, dove ogni errore si paga caro, ma dove la Ferrari era almeno pari alla Mercedes, il monegasco ha preso una vita da Vettel in qualifica e in gara non è mai stato realmente in grado di impensierire Hamilton. Voto 7, compitino.
Alla fine è arrivato quarto, ma che fatica: è stato un Bottas irriconoscibile quello visto a Montreal, lento il sabato (addirittura 6°) e arrendevole in gara, a lungo incapace di sbarazzarsi di auto più lente di lui su una pista dove i sorpassi sono tutt’altro che impossibili. Il fatto che abbia segnato il giro più veloce finisce così per diventare un’aggravante, perché vuol dire che l’auto c’era, lui un po’ meno. Voto 5, smarrito.
Non si è perso d’animo invece Verstappen, bravo a giocare di strategia per recuperare il pasticcio del suo box al sabato, senza per questo risparmiarsi quando c’era da attaccare: un’altra prova di maturità dell’olandese, a cui manca solo una monoposto vincente. Voto 8,5.
Gli finisce alle spalle, ma merita almeno un 9 Ricciardo, che coglie un’incredibile seconda fila al sabato e in gara resiste a lungo a Bottas, con la grinta e la bravura dei tempi migliori. Qualcuno per favore gli dia un’auto vincente!
Anche Hulkenberg stavolta ha preso una paga insolitamente evidente da lui, più di quello che farebbe pensare la classifica: il fatto è che il tedesco, per quanto veloce e consistente, ha disputato una gara ordinaria, mentre il suo compagno mostrava il meglio del suo repertorio. Voto 7 comunque, perché “Hulk” ha pur sempre una Renault tra le mani, però stavolta non è stato il riferimento come tante altre volte.
E poi c’è Gasly: se parti 5° con il tuo compagno 9° e finisci 8° mentre l’altro coglie un gran 5° posto di rimonta, qualcosa non va. E la storia dell’adattamento alla Red Bull inizia a essere una… storia, appunto. Il francese continua a essere asfaltato dal compagno di squadra, che per carità è un avversario formidabile, ma la differenza rimane troppo grande. Voto 5, seconda guida.
Buon 9° posto invece per Stroll, che sulla pista di casa si dimostra più veloce di Perez e coglie altri punti preziosi per muovere la classifica. I maligni faranno notare che il Canada è la sua pista, non tanto per la nazionalità quanto per l’assenza di curve… però intanto il risultato l’ha portato a casa. Voto 7, sorpresa.
Chiude a punti anche Kvyat, autore di un gran sorpasso alla prima curva su Perez e di una gara veloce e consistente. Porta la Toro Rosso al 7° posto nella classifica costruttori, davanti alla Haas, e ripaga ancora una volta della nuova opportunità che in Red Bull hanno voluto concedergli. Voto 7, bravo.
Fuori dai punti, voto 7 a Norris che finché è stato in gara è andato fortissimo, sempre davanti a Sainz, su una pista difficile per un debuttante (anche perché qui la GP2 non corre). Talento vero.
E voto 6 stavolta Giovinazzi, che è imperdonabile per il testacoda con cui perde la possibilità di andare a punti, però stavolta è sempre stato davanti a Raikkonen, anche in gara. E forse questo è l’aspetto più importante. In crescita.
Voto 5 alla Haas, che per motivi diversi non è mai stata in gara e continua il suo momento difficile. Certo poi che sentire Steiner battibeccarsi in diretta con Magnussen perché quest’ultimo si lamenta dell’auto ricostruita alla meno peggio dopo il crash del sabato non è un bel segnale, per nessuno. Mai sentito dove si lavano i panni sporchi?
Infine, voto 6 di solidarietà ai commissari sportivi - tra cui il nostro Emanuele Pirro - a cui poverini è toccato applicare il regolamento - perché questo possono e devono fare, ricordiamolo sempre - sapendo che sarebbero stati linciati in mondovisione per aver fatto il loro dovere. Perché Vettel è rientrato in pista nella migliore delle ipotesi senza curarsi di Hamilton e per poco non lo centrata, e nella peggiore ha cercato di chiuderlo contro un muretto.
Voto 4 però a questa F1 che fa sì che un semplice gesto di agonismo, dettato più dall’adrenalina e dalla voglia di non mollare che non dalla volontà di nuocere realmente all’avversario, debba essere penalizzato in questo modo, uccidendo una gara fino a quel momento tesissima. Le manovre e i duelli al limite sono - o almeno dovrebbero essere - parte integrante della leggenda di questo sport. Lasciateli correre.
Vettel 9,5
Hamilton 9
Ricciardo 9
Verstappen 8,5
Leclerc 7
Hulkenberg 7
Stroll 7
Kvyat 7
Norris 7
Giovinazzi 6
Commissari 6
Bottas 5
Gasly 5
Haas 5
F1 4