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Il futuro della F.1? Una incognita fatta di litigi. Dopo l'ultima riunione, sabato mattina prima delle prove libere, i team manager si sono riuniti con i responsabili della FIA e di Liberty Media in relazione al nuovo regolamento tecnico che deve essere presentato entro il 14 per poter essere ratificato il 30 giugno ed entrare in vigore nel 2021. Ovvero, ci sono pochi giorni per deliberare il futuro della categoria mentre da più parti si levano voci contrarie. Nessuno si espone in prima persona, fanno trapelare qualcosa, ma alla fine i problemi sono due: divisione dei premi e budget cap, ovvero riduzione delle spese e la questione tecnica.
La FIA vuole una F.1 più semplice di quella attuale, con meno peso aerodinamico e meno costi: "La gente vuol vedere le lotte, i sorpassi, non esaltarsi per una aletta o un deviatore di flusso" dicono alla federazione. Vero, però è anche assodato che le scelte stanno creando malumori: "Il 70 per cento è d'accordo con quanto proposto, il restante sta discutendo su particolari che col grosso delle norme non ha molto che spartire" ribadisce la nostra fonte. E quindi il problema costi: avere più parti standard serve a ridurre le spese, quindi cerchioni, centraline, alettoni, pompe benzina e via in questa direzione.
Chiaro è che chi è in vantaggio in questa fase, non vede bene queste novità. "Però la F.1 del passato aveva successo perché la maggior parte aveva un motore Cosworth DFV, un cambio Hewland e sospensioni, radiatori e altro le trovavi sul mercato" dice Daniele Audetto, uno dei pionieri della F.1 anni 70. "Non dico di tornare a quei tempi, ma se la base era comune toccava poi alla fantasia dei tecnici fare la differenza e con un pilota buono potevi vincere. Vedi la Wolf al debutto o altri team che potevano lottare per la vittoria. Con la sofisticazione di oggi è impossibile".
Quindi fra i pezzi standard dovrebbero esserci anche i motori, ma c'è un punto che stride: dal 2025 i motori dovranno avere il 50 per cento di componente ibrida invece del 20 come oggi. Un aggravio di costi per i motoristi: "Sì va nella direzione opposta alla semplificazione - dice un team manager di una squadra clienti - ibrido così è già complicato, se poi si vuole ampliarlo, diventa più costoso e riservato ai costruttori. Noi team clienti dovremmo far fronte a maggiori spese o a motori meno performanti. La cosa assurda è che la FIA in Bahrain nel 2018 aveva mandato una nota, poi per 14 mesi non si è sentito più niente e adesso in 5 giorni dobbiamo decidere o salta tutto".
Quindi meno complicazione aerodinamica da un lato, più complicazioni motoristiche dall'altro. In mezzo la divisione dei soldi. Che diventa fondamentale. Da quanto abbiamo saputo, l'attuale tabella non dovrebbe subire grosse modifiche. Nella prima colonna ci sarebbe il 25 per cento del montepremi diviso in maniera uguale, nella seconda in base alla classifica come adesso ma con ripartizioni diverse, nella terza i bonus per Ferrari, Mercedes, McLaren Williams e Red Bull in quanto mondiali, infine una quarta colonna in cui suddividere i soldi in base a un complicato calcolo che tiene conto dei piazzamenti negli ultimi 10 anni, quindi soldi da spartire in base ai risultati ottenuti nel mondiale per i primi tre team. Che se vai a vedere, sono sempre gli stessi da oltre 10 anni...
Poi c'è il capitolo budget cap, ovvero meno spese. E qui si parla di un tetto di circa 200 milioni di euro, cui però non sono conteggiati gli stipendi dei piloti, le ospitalità e i costi di marketing e altro ancora. Per cui si parla di una cifra ben superiore a quanto spendono oggi Toro Rosso, Alfa Sauber, Sport Pesa etc per fare un esempio, ma riguarderebbe solo Mercedes, Ferrari, Red Bull, Renault e McLaren. In che modo controllare? E in che modo verificare che sia tutto in regola? Mistero. E discussioni in merito. Di sicuro di quanto voluto dai fans, più disponibilità e auto più spettacolari, e dagli stessi piloti, vedi Hamilton, in questa discussione non se ne fa cenno. "La F.1 deve sempre restare il picco della ricerca e della tecnologia, dobbiamo semplificare ma non snaturare la sua funzione. Per cui sono ottimista che troveremo il giusto compromesso per partire. Ci sarà sempre qualcuno che non sarà d'accordo, ma a un certo punto dobbiamo dire basta e partire. Chi vuole partecipare, si adeguerà alle nuove norme". Così parlò il circo iridato.