F1, GP Canada 2018: la nostra analisi [Video]

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Analizziamo il Gran Premio del Canada, settima prova del mondiale 2018 di Formula 1, con il nostro inviato, Paolo Ciccarone
11 giugno 2018

Sebastian Vettel ha vinto il Gran Premio del Canada nel modo che preferisce, dominando dall'inizio alla fine e riportando la Rossa sul gradino più alto del podio dopo 14 anni di assenza. Si tratta di una vittoria molto pesante, che gli consente di strappare la leadership del mondiale piloti ad Hamilton su una delle piste preferite dall'inglese. Tutto perfetto, dalla pole in avanti.

È stata una gara decisamente incolore, quella di Lewis Hamilton: al netto dei problemi tecnici occorsi in gara alla sua monoposto, non si è mai mostrato incisivo e ha fatto decisamente peggio del compagno di squadra su una pista su cui ha colto sei pole position e sei vittorie in carriera. Partito quarto, ha subito l'overcut di Ricciardo e ha concluso in quinta posizione. Weekend decisamente no per l'inglese.

Nel fine settimana nero di Hamilton, la Mercedes si consola parzialmente con il secondo posto di Valtteri Bottas. Degna di nota la prestazione in qualifica del finlandese, secondo a 93 millesimi con le hypersoft, che ha sfruttato meglio di Hamilton. In gara, però, Vettel era imprendibile, e Bottas ha concluso la gara alle sue spalle. Buono il ritmo con le supersoft nel secondo stint fino a quando ha dovuto rallentare il ritmo per gestire il carburante.

Max Verstappen, dopo aver risposto per le rime a voce a chi criticava la sua condotta di guida, ha replicato anche con i fatti in pista, salendo sul gradino più basso del podio. La strategia della Red Bull con le hypersoft nel primo stint non si è rivelata molto efficace, ma l'olandese ha corso senza errori. Bene anche il suo compagno di squadra, Daniel Ricciardo. quarto ma limitato dai problemi alla MGU-K, salvata per un pelo prima dell'inizio del weekend di gara.

Male, invece, Kimi Raikkonen: un errore nell'ultimo tentativo lanciato nella Q3 lo ha relegato nella quinta piazzola, e in gara non ha saputo reagire, non riuscendo a recuperare la posizione persa in partenza. Raikkonen non aveva il motore aggiornato sfruttato da Vettel, ma la differenza tra i due è stata abissale.

Non si ride nemmeno in casa McLaren: il team di Woking è il peggiore dei motorizzati Renault. I problemi di affidabilità, poi, continuano: Fernando Alonso ha festeggiato il suo weekend di gara numero 300 nel peggiore dei modi, con un ritiro. L'alibi del propulsore Honda non c'è più, ed è ora che McLaren si prenda le sue responsabilità. L'unico brivido della corsa, decisamente noiosa, è stato l'incidente tra Brendon Hartley e Lance Stroll, per fortuna senza conseguenze per i piloti coinvolti. Bene Nico Hulkenberg e Charles Leclerc, male la Williams.

C'è stato spazio anche per un errore bizzarro sul finire della gara: la modella Winnie Harlow ha sventolato la bandiera a scacchi un giro prima del termine per via di una comunicazione errata, e la corsa è stata neutralizzata con due tornate di anticipo. Una beffa per Daniel Ricciardo, autore del crono più veloce all'ultimo giro: si è visto cancellare il primato. Fortunatamente è stato l'unico danno derivato da questo problema: se ci fossero stati sorpassi, le polemiche non sarebbero mancate. 

Parliamo di questo e molto altro con il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, nella nuova puntata di DopoGP F1. 

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